Protezione civile, comuni siciliani senza gli studi per aggiornare i piani - QdS

Protezione civile, comuni siciliani senza gli studi per aggiornare i piani

Antonio Gallitto

Protezione civile, comuni siciliani senza gli studi per aggiornare i piani

mercoledì 07 Settembre 2011

Spesso si rileva la mancanza di fondi, ma tutto l’aspetto della prevenzione è sottovalutato. Il consigliere nazionale dei geologi, Michele Orifici: cittadini senza informazioni

MESSINA – Quanti sono i piani di Protezione civile aggiornati in Sicilia e che ruolo hanno gli studi propedeutici a tali piani, tra i quali quelli geologici? A queste e ad altre domande ha risposto Michele Orifici, geologo, consigliere nazionale del Cng – Consiglio nazionale dei geologi – e coordinatore dei geologi del gruppo Nebrodi durante la terribile calamità del 2009 che colpì la provincia di Messina. “I comuni della Sicilia che hanno i piani di Protezione civile aggiornati – dichiara  Orifici – sono pochissimi.
La vera carenza che spesso si riscontra non è tanto quella della presenza del piano, ma piuttosto quella dell’aggiornamento alla luce sia delle indicazioni emanate dai dipartimenti di Protezione civile in funzione dei vari rischi, sia alla luce della modifica degli assetti urbanistici”. La variazione degli assetti urbanistici, alias piani di nuove lottizzazioni, deve prevedere gli aggiornamenti dei piani di Protezione civile, ma il territorio va soprattutto studiato e, come ha continuato il geologo, “l’aggiornamento di un piano è funzione dei rischi rilevati nell’ambito di studi specialistici preliminarmente effettuati come quelli geologici e geomorfologici o di microzonazione sismica, ecc.  Il problema degli enti – continua il coordinatore dei geologi – spesso si rileva nella mancanza o nell’insufficienza di fondi necessari a finanziare detti studi, col risultato del mancato e puntuale aggiornamento dei piani di Protezione civile”.
I rischi geologici, dunque, sono fondamentali per la redazione dei piani. Infatti, Orifici sottolinea che “lo studio geologico, geomorfologico e sismico svolge un ruolo fondamentale nella predisposizione dei piani, perché è dall’esito di tale studio che vengono individuati i rischi naturali incombenti sulla popolazione rispetto ai quali bisogna, in situazioni di emergenza, individuare le contromisure per la salvaguardia delle vite umane”.
Un altro aspetto trascurato è quello della pubblicità dei piani sul web. “I piani di Protezione civile –ha aggiunto Orifici-  devono essere opportunamente pubblicati sui siti web istituzionali.
Un piano di Protezione civile non pubblicizzato non produce i propri effetti e pertanto è assolutamente inutile. Ricordiamoci che i piani di Protezione civile, prevedono oltre che l’elenco degli elementi di rischio, i comportamenti che ogni cittadino deve assumere al verificarsi di una determinata emergenza.
Occorrerebbe una maggiore sensibilizzazione nei confronti di tutti i comuni affinché si comprenda l’importanza della pubblicità del piano di Protezione Civile”.
Allora, alla luce di quanto detto, perché non prevedere rischi come sinkhole e tsunami nei piani di Protezione civile comunali?
“Il motivo per cui esistono dei piani che non affrontano il problema relativo ai rischi tsunami e sinkhole – conclude il consigliere nazionale – è probabilmente riconducibile all’assenza di studi specifici di supporto al piano stesso. È auspicabile, in tal senso, nell’ambito degli aggiornamenti dei piani, l’approfondimento dei fattori riconducibili a tali rischi al fine evitare sgradite sorprese”.
Nel frattempo aspettiamo che siano distribuiti i piani di Protezione civile alla cittadinanza del comune di Siracusa, come annunciato dalla stampa, e chissà che non ci si trovi qualcosa inerente ai sinkhole o al rischio tsunami.

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