PALERMO – La Sicilia ancora da allarme rosso per i decessi sui luoghi di lavoro. Un numero impressionante che viene testimoniato dall’indagine statistica effettuata dall’Osservatorio indipendente di Bologna su scala nazionale. L’Isola in questi primi 8 mesi dell’anno conta già 34 morti: in rapporto alla popolazione è la seconda regione con il più alto numero di morti sul lavoro. Dando uno sguardo alla classifica provinciale si evince che al primo posto ci sono Ragusa e Catania con 7 morti a testa, seguite da Messina e Trapani con 5.
Allarmati dal primato catanese in materia di infortuni sul lavoro “che nei prossimi mesi potrebbe aggravarsi a causa della crisi economica”, i segretari di Cgil, Cisl e Uil di Catania, Angelo Villari, Alfio Giulio e Angelo Mattone hanno consegnato una lettera aperta in Prefettura con la quale chiedono la convocazione di un incontro per “accertare quali risorse umane e tecniche siano utilizzate ed utilizzabili per garantire la sicurezza sul lavoro e la salute dei lavoratori”.
“Queste organizzazioni sindacali – si legge nella lettera – sono turbate per la costante incidenza di morti ed infortuni sul lavoro che ha fatto conquistare alla nostra provincia il triste primato in Sicilia, e particolarmente preoccupate del rischio che tale fenomeno nei prossimi mesi a causa della gravità dell’attuale crisi economica, possa aggravarsi anche per la irresponsabile disattenzione riscontrata in alcune imprese. Riteniamo necessario accertare quali risorse umane e tecniche siano utilizzate ed utilizzabili per garantire la sicurezza sul lavoro e la salute dei lavoratori. Per questo chiediamo al Prefetto di Catania la convocazione di un incontro che coinvolga l’Ispettorato del Lavoro, le parti sociali e imprenditoriali, le forze dell’ordine, l’Inps, l’Inail e l’Azienda sanitaria provinciale per decidere quali misure si possano adottare per contrastare tale fenomeno, ponendo in essere tutte le possibili iniziative volte alla prevenzione, alla informazione, alla formazione e, ove necessario, alla repressione delle violazioni delle norme di sicurezza sul lavoro”.
Dal suo canto a livello regionale si stanno cercando di prendere delle contromisure. Proprio recentemente l’assessore regionale alla Salute, Massimo Russo, il vice-direttore regionale dell’Inail Giovanni Asaro, il dirigente del Servizio Salute e Sicurezza sui luoghi di lavoro dell’assessorato regionale, Antonio Leonardi, e Pietro La Spisa, responsabile prevenzione del’Inail, hanno firmato due accordi che riguardano la realizzazione di campagne di sensibilizzazione e promozione della salute nei settori dell’edilizia e dell’agricoltura e la promozione della cultura della sicurezza nelle nuove generazioni a partire da alunni e docenti delle scuole medie superiori e degli istituti professionali. Secondo l’Osservatorio indipendente di Bologna il problema delle morti bianche è diffuso un po’ in tutta Italia: ci sono stati negli ultimi 8 mesi 423 morti per infortuni sui luoghi di lavoro, ma si arriva a contarne oltre 750 se si aggiungono i lavoratori deceduti sulle strade e in itinere. Erano 367 sui luoghi di lavoro il 30 agosto del 2010, l’aumento è del 13,1 per cento.
Soluzioni. La Regione ha dato vita a Osservatorio
La Regione da qualche mese ha dato vita all’Osservatorio regionale sugli infortuni e le malattie professionali, organismo previsto dal protocollo d’intesa siglato tra Inail e Regione Sicilia nel dicembre 2009. Inail e Regione Sicilia per avviare le attività dell’Osservatorio hanno stanziato 200.000 euro. L’Osservatorio nasce con l’obiettivo di approfondire continuamente le conoscenze e la comprensione del fenomeno infortunistico al fine di pianificare e sostenere adeguati interventi di prevenzione e protezione della salute e sicurezza dei lavoratori. I compiti dell’osservatorio sono diversi e tra questi: realizzare studi statistici che permettano l’individuazione dei comparti a maggior rischio per tipologia produttiva e per settore; monitorare l’andamento del fenomeno a livello territoriale rilevando differenze e uniformità a livello regionale, provinciale e comunale, dando luogo alla creazione di un database centralizzato a livello regionale; redigere periodicamente report; curare la stesura dell’Atlante degli infortuni sia su scala regionale che provinciale, documento che ha l’obiettivo di elaborare soluzioni tecniche e organizzative ed emanare linee guida per consolidare la cultura per la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro.