PALERMO – In Sicilia quello della mancanza del lavoro è un sentire diffuso. La Relazione sulla situazione economica della Regione siciliana 2010, presentata dalla Giunta all’assemblea elettiva ai sensi dall’articolo 3 della Legge regionale 47/77, analizza lo stato della forza lavoro isolana.
In un primo momento la relazione fa l’analisi dell’andamento dell’occupazione a livello nazionale nell’ultimo ventennio: “A partire dalla seconda metà degli anni ‘90 fino a tutto il 2007 l’occupazione in Italia è cresciuta a ritmi sostenuti grazie, probabilmente, alla più diffusa flessibilità delle forme di lavoro ed alla crescita dell’attività del terziario ad elevato contenuto occupazionale. Tale periodo di sviluppo si concretizza nel miglioramento del tasso di occupazione che raggiunge, alla fine del 2007, il valore di 58,8 per cento, circa sette punti percentuali in più rispetto al 1995”.
Tuttavia l’avvicinarsi della crisi economica ha di fatto messo fine a questo trend positivo, infatti a partire dal 2008 le condizioni sono andate deteriorandosi, con effetti persistenti anche nel 2010. “In campo nazionale – continua il documento – l’evoluzione dell’attività economica è stata caratterizzata da un ridimensionamento del volume di lavoro impiegato nel processo produttivo: rispetto all’anno precedente (2007) gli occupati sono diminuiti di 153 mila unità (-0,7 per cento, pari a 22.872 unità) e i disoccupati sono aumentati in misura pressoché analoga (+157 mila unità). Si è pertanto registrata una sostanziale stabilità nell’ammontare complessivo delle forze di lavoro nazionali (+0,02 per cento rispetto al 2009)”.
In Sicilia, nel corso del 2010, sono 4.256 migliaia di persone in età di lavoro, quelle rilevate. All’interno di questo aggregato, la popolazione attiva (occupati più persone in cerca di occupazione) ha registrato una perdita di 13 mila unità (-0,8 per cento) rispetto all’anno precedente. Nell’Isola, spiega la relazione, “il numero di occupati si è complessivamente ridotto, in media, di 25 mila unità. La perdita ha riguardato entrambe le componenti di genere (-18 mila unità maschili e -7 mila unità femminili). La contrazione della domanda di lavoro osservata nel 2010 ha determinato una ulteriore flessione nel valore del tasso di occupazione regionale della popolazione tra 15 e 64 anni che è risultato pari al 42,6 ossia inferiore di 0,9 punti percentuali rispetto al tasso del 2009 e di 1,5 punti percentuali rispetto al valore registrato nel 2008”.
La relazione sottolinea come dai dati disponibili emerge anche una maggiore propensione, nella Regione, a ricorrere alle varie forme di lavoro cosiddette “flessibili” che negli ultimi anni si era concentrata nel lavoro atipico (a termine e a tempo parziale). Infatti, basta osservare la quota di occupati temporanei sul totale dell’occupazione dipendente si è attestata, nel 2010, al 18,9 per cento con una crescita di un punto percentuale rispetto alla media dell’anno precedente. La crescita della quota della componente precaria (+8 mila posti di lavoro) ha coinvolto in egual misura donne e uomini.