Qui l’arretrato non esiste. Realtà destinata a finire - QdS

Qui l’arretrato non esiste. Realtà destinata a finire

Anna Greco

Qui l’arretrato non esiste. Realtà destinata a finire

mercoledì 28 Settembre 2011

Forum con Luigi Patronaggio, procuratore della Repubblica di Mistretta

Qual è la situazione in cui versa e come funziona la Procura di Mistretta?
“La Procura di Mistretta, nonostante sia stata lasciata per due anni con un solo procuratore capo nella mia persona, senza sostituti, non ha praticamente arretrato. è una delle poche Procure a non averne. Ma è questa una realtà destinata a finire ed anche a breve. Con l’ultima manovra, infatti, è stato delegato al governo la revisione delle circoscrizioni giudiziarie. Tra quelle in cima alla lista e che salteranno subito, cioè nel giro di sei  – otto mesi, ci sono il Tribunale e la Procura di Mistretta”.
Quali sono le motivazioni che porteranno alla soppressione del Tribunale di Mistretta? Quali saranno, a suo parere, le possibili conseguenze?
“Si è preferito fare un ragionamento di contenimento della spesa pubblica che non di buon servizio ai cittadini e di presenza sul territorio. Tribunale e Procura verranno verosimilmente accorpate al Tribunale di Patti: per cui il cittadino che vuole giustizia che si trova ad esempio nel comune di Tusa dovrà fare qualcosa come centocinquanta chilometri (e non di autostrada!) per giungere a destinazione. Tribunale tra l’altro, quello di Patti, già oberato di lavoro che non garantirà lo stesso standard attuale. Un ufficio piccolo si gestisce maggiormente. Viene meno, in questa direzione, soprattutto quel concetto di giustizia di prossimità che è innanzitutto di rilevanza costituzionale perché la Costituzione assicura che la giustizia sia presente in tutto il territorio e, comunque, garantisca una presenza giurisdizionale. Il guaio è, infatti, che quando viene meno il presidio giudiziario tutto viene lasciato alle forza di Polizia, alle Forze dell’Ordine che non sempre hanno lo stesso approccio. È naturalmente strutturalmente diverso. Poi, evidentemente, amministreranno in via sussidiaria anche la giustizia. La mancanza di un presidio giurisdizionale, di cultura della giurisdizione, che è la cultura anche della garanzia, comunque verrà meno”.
Lavorare senza sostituto e raggiungere buoni traguardi non deve essere stato facile. Qual è il suo modello organizzativo?
“Il nostro organico prevede un cancelliere capo, circa dieci persone di personale amministrativo ed abbiamo sei ufficiali di polizia giudiziaria che sono a mia disposizione. Il modello organizzativo, presso la Procura, è assolutamente orizzontale; non verticale. E orizzontale significa collaborazione ed interazioni tra le varie componenti e senza barriere di competenza, pur valorizzando le specificità. Se esiste una collaborazione di rete, una collaborazione sia con le forze sul territorio che con quelle interne, il lavoro va avanti”.
Questa situazione organizzativa l’ha trovata già in essere al suo arrivo in Procura o è stata in parte modificata al suo arrivo?
“Ho trovato persone con professionalità e disponibilità assoluta. Ho creato lo spirito di squadra, senza gerarchie prestabilite, senza processi decisionali verticali. Questo modello è possibile nelle piccole Procure”.
Quali sono i punti caldi su cui maggiormente rivolgere l’attenzione?
“La nostra attenzione è sempre stata destinata alla salvaguardia del territorio. La Procura della Repubblica di Mistretta comprende buona parte del Parco dei Nebrodi e, dunque, la tutela del territorio ha una grande attenzione, per cui controllo costante sull’abusivismo edilizio, che è direttamente proporzionato alla depressione economica di un territorio, lotta all’inquinamento, controllo sui comuni per quanto riguarda i rifiuti, gli scarichi ed i depuratori, controllo delle discariche abusive”.
Ci sono altri fenomeni sul territorio cui indirizzare attenzione e protezione?
“Sì. Registriamo, purtroppo, come fenomeno in crescita quello degli abusi sessuali dentro le mura domestiche. Questi fenomeni sono visibili perché è cresciuta la coscienza sociale, dei servizi sociali che dialogano. Noi, a tal proposito, ad esempio, abbiamo fatto e facciamo interlocuzione con i servizi sociali dei comuni, con la Asp, con le scuole”.
 

 
La mire della criminalità su eolico e vie di comunicazione. Enormi appetiti sulla Santo Stefano Camastra-Gela
 
Criminalità: quale è la situazione sul territorio?
“La nostra attenzione verte ed in maniera decisa sul controllo di legalità anche con riferimento alla criminalità organizzata mafiosa con interessi nella pubblica amministrazione e negli appalti. Il Territorio di Mistretta, che sulla costa va da Castel di Tusa a Caronia, è un territorio storicamente mafioso; certo non è la mafia moderna dei grandi traffici illeciti della droga, che non passano più dalle montagne, ma resta un territorio di mafia. Ancorché la competenza sulle indagini di mafia è della direzione distrettuale Antimafia di Messina, un procuratore circondariale non può non stare attento in questo campo”.
Quali sono gli interessi criminosi oggi maggiormente da monitorare?
“In questo momento l’attenzione è rivolta all’eolico ed alle vie di comunicazione. Prevista la trasversale Santo Stefano di Camastra-Gela, grande opera solo in parte finanziata. Ma se dovesse partire gli interessi e gli appetiti sono enormi”.
L’informatizzazione ha avuto, nel tempo della sua presenza in Procura, un miglioramento?
“Sì. Il ministero della Giustizia ha fatto uno sforzo di informatizzazione a livello nazionale e dunque, ne abbiamo beneficiato anche noi”.
Quali sono i tempi della giustizia presso la Procura di Mistretta?
“I tempi delle indagini preliminari sono assolutamente contenuti; da 6 mesi ad 1 anno risolviamo tutto nei termini di legge. Si rallentano un po’ nel dibattimento, perché si è operato senza giudici”.
 

 
Curriculum
 
Luigi Patronaggio, 51 anni, è tra i procuratori più giovani d’Italia. Tra le sue esperienze lavorative più importanti ricordiamo i 6 anni di Direzione distrettuale antimafia nella città Palermo ed i 9 anni di presidente di sezione del Tribunale di Agrigento, dove si è occupato della Corte d’Assise e della sezione G.i.p e G.u.p., che gli hanno permesso di avere una buona conoscenza sia della mafia palermitana che di quella agrigentina. è Procuratore della Repubblica di Mistretta dal giugno del 2008.

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