CATANIA – Erich Fromm sosteneva: “Si verificò un cambiamento nella teoria dei rapporti fra i due sessi e della natura dell’uomo e della donna, di ciò che è maschile e femminile”. Il passo gigantesco e innovativo che le donne hanno potuto compiere è il loro inserimento in luoghi di lavoro che fino a qualche decennio fa erano di esclusivo appannaggio maschile: l’ingresso nelle Forze Armate. E arruolarsi nelle Forze Armate comporta forti motivazioni, sacrifici, sfide con se stessi e nonostante la formula di vita sicuramente impegnativa, le donne non si tirano indietro. Credere nei valori, nelle organizzazioni istituzionali e militari, nel senso di appartenenza allo Stato, nel rispetto per la giustizia diventa input fondamentale. In questo caso il nostro obiettivo punta sull’Arma dei Carabinieri “Nei secoli fedele”.
Sin dal 1821 le norme morali e di comportamento, indicate nel “Regolamento Generale” dell’Arma, hanno sottolineato, nel suo intrinseco e profondo significato, quella forza che contraddistingue l’azione del Carabiniere: essere al servizio del cittadino. La L.380/99 ha permesso l’ingresso delle donne nelle Forze Armate tanto che “L’uguaglianza tra donne e uomini è stata rafforzata istituzionalmente mediante il nuovo Trattato dell’UE che ha dato la possibilità alla donna di raggiungere molti traguardi e di infrangere numerose barriere nell’accesso a professioni prima riservate esclusivamente agli uomini. Su tale direttiva, le politiche adottate e gli interventi effettuati si sono rivelati efficaci per assicurare una corretta equiparazione tra i sessi che ha portato ad una giusta integrazione”.
Determinazione e profondo senso di appartenenza all’Arma, da parte del personale femminile in servizio è valore aggiunto ed accrescimento della professionalità dei Carabinieri che consente di lavorare energicamente con la spinta di una sana competizione per i colleghi uomini. La doppia natura di Forza armata e di Polizia giudiziaria dell’Arma dei Carabinieri consente la poliedricità ma, sebbene la complessità delle funzioni, i compiti delle donne sono identici a quelli degli uomini.
Le donne sono una realtà al Comando dei Carabinieri e tra i componenti del Comando di Catania, da circa un anno è presente un maresciallo donna nelle vesti di vice comandante della Stazione Aeroporto, Maria Giovanna Palma, con la quale abbiamo avuto il piacere di conversare riguardo al suo ruolo istituzionale ed alle attività quotidiane.
“è un’esperienza positiva anche perché tra i colleghi c’è collaborazione e sinergia che consente di interagire per dare supporto all’utenza”. Così si racconta il maresciallo Palma.
“Ho l’occasione di confrontarmi con molte realtà e mi rapporto con personalità in transito e mi rendo conto della funzione che ha la mia figura come rappresentante dell’Arma in questo contesto. Per rispondere alle diverse esigenze dei cittadini, occorre adottare un dialogo semplice e specialmente in aeroporto dove le problematiche si presentano in tutte le loro varietà. Le persone, che si rivolgono alla nostra Stazione, vedono in noi il punto di riferimento rassicurante. Occorre pertanto buon senso, calma e comprensione”.
“La Stazione Carabinieri di Catania Aeroporto, contrariamente a quanto può far pensare il nome, è una realtà operativa inserita a pieno titolo nel dispositivo di prevenzione e controllo assicurato dall’Arma dei Carabinieri nella città di Catania. Infatti, oltre a svolgere i servizi connessi con la sicurezza dello scalo aeroportuale, (già molto impegnativi se si considera la delicata situazione internazionale e l’allerta terrorismo sempre presente) estende la sua competenza anche nel popoloso rione di Santa Maria Goretti, che si trova immediatamente a ridosso del quartiere di Librino, notoriamente sensibile sotto il profilo della sicurezza pubblica.
Tra i compiti svolti dai Carabinieri in forza al reparto, una particolare valenza assumono i pattugliamenti finalizzati a prevenire furti, scippi, borseggi ed ogni forma di abusivismo nelle aree immediatamente a ridosso dell’aerostazione, quali i parcheggi di autovetture ed autobus, la zona di stazionamento dei taxi, fino alle biglietterie e sale passeggeri nella zona partenze.
I risultati operativi non sono mancati, se si considera che nel 2010 sono state arrestate 13 persone, molte delle quali per furti ai danni di passeggeri, oltre alla denuncia a piede libero di più di 20 soggetti per reati comunque ricollegabili alla sicurezza dell’aeroporto. Numerose sono state le denunce ricevute per motivi più disparati: smarrimento di bagagli, documenti oppure di oggetti personali, danneggiamento di borse e valigie. I Carabinieri della Stazione Aeroporto hanno spesso risolto casi di persone che si sono allontanate dai luoghi di origine o dalle famiglie, poi rintracciate in aeroporto e consegnate ai familiari”.
“Certamente ogni territorio ha le sue peculiarità, ma la figura del maresciallo ha a tutt’oggi conservato il suo fascino e significato”.