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Messina – Alluvione: a 2 anni dalla tragedia la speranza continua a resistere

Francesco Torre

Messina – Alluvione: a 2 anni dalla tragedia la speranza continua a resistere

mercoledì 05 Ottobre 2011

Settanta milioni per ultimare i primi lavori, otto interventi già effettuati e altri che lo saranno entro l'anno. Troppe promesse non sono stata mantenute, ma qualcosa finalmente si muove

MESSINA – I soliti riti religiosi e la proiezione in anteprima nazionale (dopo il passaggio alla Mostra d’arte cinematografica di Venezia) del film “Caldo grigio caldo nero” di Marco Dentici. È stato ricordato così il secondo anniversario della tragica alluvione che il primo ottobre 2009 colpì Giampilieri e molti altri versanti collinari della Zona Sud di Messina, di Scaletta Zanclea, di Itala.
Come tracciare il bilancio di questi ultimi due anni? Si potrebbe parlare delle 37 vittime, di un’economia devastata, di famiglie rese nomadi per mesi, ospitate in alberghi e poi cooptate in alloggi dislocati nei vari quartieri della città. Si potrebbero poi citare tutte le visite istituzionali, le promesse di finanziamento, le parole di chi era convinto che Giampilieri andasse distrutta per far posto a delle “new town”.
 
E poi il silenzio di un processo ormai finito nell’oblio, l’esercito di esperti chiamato a raccolta dalla Procura per poi generare giusto un paio di denunce per abuso d’ufficio. Si potrebbe continuare facendo leva sull’ingenuità dei comitati degli alluvionati – anche di fronte alle evidenti menzogne della classe politica – sulle proteste per il blocco dei cantieri, sui soldi che mancavano per i contributi affitto e su quelli che ancora mancano per i Vigili del Fuoco che hanno prestato soccorso durante quelle notti nel cuore di tenebra, faccia a faccia con l’orrore.
Via di questo passo gli spunti per le polemiche non mancherebbero mai. Troppe valutazioni sono state fatte erroneamente prima, durante e dopo il disastro, troppe responsabilità sono ancora da individuare, troppo dolore è stato sparso per l’incuria, l’ignavia e l’indifferenza degli enti preposti. E non saranno certo due anni, 24 mesi, 730 giorni, 17.520 ore a farci dimenticare nemmeno per un minuto il nostro dovere – che è morale prima che deontologico – nei confronti di un’informazione al servizio della verità.
Ma oggi vogliamo ripartire dal segno più. Vogliamo ripartire dai 70 milioni di euro immediatamente disponibili per completare i lavori di messa in sicurezza del territorio; dagli otto interventi già effettuati e dagli altri che lo saranno entro l’anno; dall’efficace sinergia tra Protezione civile e Genio civile, che ha prodotto continuità di risultati; dal fatto che Giampilieri, a oggi, non è più la “zona rossa” del Comune di Messina; dalla consapevolezza, infine, che l’identità di quei luoghi è stata preservata, difesa, protetta in ogni modo e oggi con la sua secolare presenza continua a infondere dignità e fiducia. Motivo d’orgoglio (questo sì) per ogni cittadino messinese e siciliano.
 


Focus. Ciò che è stato fatto e ciò che si deve fare
 
MESSINA – Il lavoro di messa in sicurezza del territorio avviato a seguito dell’alluvione del 2011, nonostante i problemi economici e i conseguenti ritardi, può essere a oggi considerato un esempio sia per la qualità degli interventi che per le sinergie attuate tra gli enti coinvolti. Tra le opere ultimate con profitto citiamo: il ripristino della funzionalità idraulica e riduzione del rischio idrogeologico in corrispondenza del torrente Lumbri, a Giampilieri; la messa in sicurezza del torrente Saponarà e del bacino del corso d’acqua Divieto, quest’ultimo a Scaletta Zanclea; la sistemazione del versante a monte del centro sociale nel villaggio di Briga Superiore. Numerosissime le opere in dirittura d’arrivo, tra cui il consolidamento dei versanti di via Vallone Chiesa, a Giampilieri Superiore, uno degli interventi più delicati. Sono 29, invece, le opere ancora da finanziare, tra cui – sempre per restare a Giampilieri – la mitigazione del rischio idrogeologico in corrispondenza del torrente Lumbri.

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