Piazza Dante e dintorni. Impossibile posteggiare - QdS

Piazza Dante e dintorni. Impossibile posteggiare

Stiben Mesa Paniagua

Piazza Dante e dintorni. Impossibile posteggiare

mercoledì 19 Ottobre 2011

Le aree delle facoltà di Lingue, Scienze della Formazione e Lettere out of limits. Iride: “Bisogna istituire un tavolo per proporre soluzioni”

CATANIA – Parcheggiare in centro a Catania è molto difficile, questo è un dato assodato. Parcheggiare nella zona di piazza Dante è una “missione di guerra”. Vuoi perché materialmente il numero delle auto è superiore al numero degli stalli presenti in zona, vuoi perché gli stalli presenti sono tutti a pagamento, vuoi perché lì dove rimangono degli spazi liberi c’è il posteggiatore abusivo pronto a chiederti quella “sorta di pizzo” quotidiano. E per gli studenti diventa un incubo andare in facoltà.
L’annosa questione è stata sollevata più e più volte, non solo dagli universitari ma anche dal personale docente ed amministrativo. Come nel dicembre del 2009, quando il Consiglio di Facoltà di Lingue aveva approvato una mozione con la quale si rivolgeva all’Amministrazione comunale affinché individuasse soluzioni valide. Le proposte andavano dalla “destinazione dell’ex deposito Amt di via Plebiscito o di piazza Vaccarini a parcheggio delle autovetture del personale universitario” alla “previsione di tariffe ‘uso residente’ per posteggiare nelle strisce blu”, passando per l’attivazione di “un servizio di bus-navetta tra la stazione ferroviaria e i vari punti scambiatori della città con l’ex Monastero dei Benedettini”.
Passati quasi due anni la situazione non è affatto cambiata. Al contrario, con la definitiva apertura della facoltà di Scienze della formazione, si sono aggiunti migliaia di studenti – e auto – ai già numerosissimi di Lettere e Filosofia, Lingue e della vicina Giurisprudenza.
“Il punto cruciale – spiega Emanuel Sammartino, responsabile organizzazione dell’Iride universitaria – è la totale disattenzione al problema da parte dell’Amministrazione. In passato l’Università, infatti, si è fatta portavoce del disaggio e ha spinto per l’apertura di un tavolo, ma poi ogni pretesa è caduta sempre nel vuoto”.
“L’ideale sarebbe trovare delle alternative insieme”, propone Sammartino a nome degli studenti che rappresenta. “Per questa ragione le parti dovrebbero sedersi a un tavolo per confrontarsi sulla problematica e individuare soluzioni efficaci e definitive”.

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