A Termini lo sanno: l’auto non è il futuro - QdS

A Termini lo sanno: l’auto non è il futuro

Rosario Battiato

A Termini lo sanno: l’auto non è il futuro

martedì 25 Ottobre 2011

L’impresa molisana, in procinto di subentrare alla Fiat, fa sapere: impossibile assorbire tutti gli attuali lavoratori. Permangono i dubbi su De Riso: l’ultimo bilancio ufficiale approvato dai revisori dei conti è del 2009

TERMINI IMERESE (PA) – La Fiat se ne andrà. Questo è certo. Non sono ancora certe le modalità con cui Dr Motor ne prenderà il posto per seguire la tradizione del settore automotive nel 2012. Nei giorni scorsi è arrivato un segnale positivo che lascia ormai presagire il closing dell’affare. I dubbi però sono molteplici.
 
I sindacati lamentano un Piano lacrime e sangue, che non riassumerà i 2.200 lavoratori attuali, tra indotto e fabbrica, neanche quando sarà a pieno regime. Inoltre le preoccupazioni sulla stabilità finanziaria del gruppo di Di Risio non sono da sottovalutare: bilancio ancora da approvare e posizione finanziaria netta (dati 2009) per 34 milioni di euro a fronte di un patrimonio netto di poco meno di 10 milioni. Il dubbio permane anche sull’incidenza dell’appetibilità dei 179 milioni di euro di contributi pubblici dei quali poco meno di 40 a fondo perduto.
A piccolissimi passi si procede verso la fine. Secondo Invitalia, advisor del ministero dello Sviluppo economico, la Dr Automobile Groupe è sempre più vicina all’acquisizione dello stabilimento Fiat di Termini Imerese. Secondo le agenzie dei giorni scorsi proprio Domenico Arcuri ha spiegato come stiano “proseguendo a ritmo serrato gli incontri con i sindacati, la Fiat e Dr motor”. La prospettiva è quella di chiudere entro la fine dell’anno, e del resto pare proprio sia l’unica strada da seguire visto che la Fiat leverà inevitabilmente le tende alla fine del 2011. Per il momento si naviga a vista con una serie di incontri per risolvere i problemi sollevati dai sindacati.
Proprio la Fiom si è messa di traverso, con toni appena più smorzati da quando Di Risio ha garantito occupazione per il 30% dei dipendenti entro il 2013. Da risolvere anche la tipologia di contratto che legherà i lavoratori alla Casa d’auto molisana. Tuttavia i timidi passi in avanti sul fronte occupazionale non lavano le macchie sul curriculum della Di Risio, il cui stato non convince alcuni osservatori finanziari. Quali sarebbero queste criticità? Il primo punto riguarda il bilancio 2010 del gruppo molisano che deve essere approvato e ottenere l’approvazione dei revisori, perché le banche creditrici avevano imposto un piano di revisione.
Gli ultimi dati risalgono al bilancio 2009, che certificano un fatturato di 47 milioni di euro, un utile operativo di 1,6 milioni euro e un utile netto di 35 mila euro. La voce in rosso riguarda i debiti pari a 74 milioni di euro, 34 dei quali con le banche. In definitiva la posizione finanziaria netta, secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore che ha analizzato il bilancio della società molisana, risulta negativa per 34 milioni di euro. Il patrimonio netto invece era poco meno di 10 milioni di euro. In buona sostanza, il futuro dell’ex polo Fiat si trova nelle mani di un’azienda che non sembra in grado di garantire grande stabilità finanziaria e che dovrà far rinascere e rendere economicamente vantaggioso uno stabilimento che una multinazionale come la Fiat ha, invece, abbandonato.
Di certo ci sono i 179 milioni di euro di finanziamenti pubblici tra cui ben 39 sono a fondo perduto.

Ieri si è, inoltre, consumata l’ennesima riunione tra i vertici di Dr e i sindacati per discutere di alcuni nodi che riguardano l’accesso agli ammortizzatori sociali e l’applicazione del contratto aziendale.

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