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Messina – Teatro Antico di Taormina: Regione siciliana padrona

Massimo Mobilia

Messina – Teatro Antico di Taormina: Regione siciliana padrona

martedì 25 Ottobre 2011

Ma il Comune vuole 1,8 milioni di euro. I fondi potrebbero essere reinvestiti per la sistemazione di alcuni luoghi storici lasciati all’incuria. L’amministrazione taorminese potrebbe anche decidere di ricorrere alle vie legali

TAORMINA (ME) – Dai verbali di consegna dello scorso agosto, il monumento più importante e visitato della Sicilia, il Teatro Antico di Taormina, è ufficialmente passato di proprietà dal demanio statale a quello regionale, così come previsto dai decreti legislativi sul federalismo del dicembre 2010, entrando di diritto nell’elenco dei beni immobili come da "Ricognizione del patrimonio della Regione siciliana" pubblicata nella Gazzetta ufficiale del 7 ottobre.
Già da prima, comunque, in virtù dei poteri concessi dalla Costituzione e dallo Statuto regionale, Palazzo d’Orleans si occupava di gestire il Teatro taorminese, così come tutti gli altri beni culturali della Sicilia. E in virtù di una convenzione firmata col Comune di Taormina, la Regione è tenuta anche a versare ogni anno il 30% dell’incasso relativo ai biglietti d’ingresso nelle casse di Palazzo dei Giurati. Di questi soldi, però, a Taormina ne sono arrivati sempre pochi e l’amministrazione comunale ha spesso lamentato carenza di fondi da reinvestire a tutela del patrimonio storico e artistico cittadino, proprio a causa del mancato impegno di Palermo al rispetto di quanto dovuto.
Negli ultimi tempi, per esempio, anche attraverso le nostre inchieste abbiamo visto come siti di pregevole valore quali il Castello saraceno, la Badia vecchia o i mosaici romani, siano in totale abbandono e chiusi da anni. Intervenuti in merito, gli assessori comunali ai Lavori pubblici e alla Cultura, Marcello Muscolino e Antonella Garipoli, hanno sempre invocato i proventi del Teatro Antico per poter effettuare i lavori sugli altri monumenti.
Si tratterebbe di almeno 1 milione e 800 mila euro di quote pregresse degli anni passati, inserite nel bilancio da poco approvato dal Comune ma che continuano a restare fermi a Palermo. Stando alle ultime indiscrezioni pare che, non convincendosi con le buone, la Regione dovrà convincersi per forze di cose con le cattive, visto che Taormina è disposta anche a intraprendere le vie legali contro la precedente gestione pur di vedere riconosciuti i propri diritti.
Così come negli anni passati, anche nel 2010 il Teatro Antico è stato il monumento più visitato della Sicilia, con 567.885 ingressi, per un incasso di 2.823.511 euro. In questo caso al Comune toccherebbero 847 mila euro. L’anno prima, invece, con oltre 594 mila visitatori il Teatro aveva incassato circa 2,4 milioni di euro, di cui 744 mila da riservare alle casse comunali. Belle cifre, insomma, che sarebbero di grande aiuto reinvestendole a favore dell’economia turistica della città.
Intanto, proprio oggi la Regione espleterà i passaggi conclusivi della gara d’appalto per scegliere il nuovo gestore dei servizi nell’area archeologica taorminese, ovvero chi nei prossimi quattro anni si occuperà non più soltanto di staccare i biglietti ma anche di punti ristoro, organizzazione di eventi, promozione e punti vendita, come previsto in tutti i siti siciliani dalla riforma regionale. Il lotto (Messina 3) comprende anche l’area archeologica ed il museo di Naxos, per un valore complessivo di 1 miliardo di euro, il più alto dell’Isola, al canone annuo di 62 mila euro. In lizza due concorrenti: il "locale" distretto consortile turistico Taormina-Etna e la "lontana" società romana Civita. Anche da questa scelta potrebbe dipendere il futuro dei soldi spettanti al Comune di Taormina.

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