Non fare il ponte costerebbe molto di più - QdS

Non fare il ponte costerebbe molto di più

Gabriele Ruggieri

Non fare il ponte costerebbe molto di più

giovedì 03 Novembre 2011

Forum con Vincenzo Falgares, dirigente dipartimento Infrastrutture, mobilità e trasporti

Qual è lo stato della spesa dei fondi Ue da parte della Regione per infrastrutture e mobilità? Qualche settimana fa l’eurodeputato Iacolino ha denunciato il rischio di perdere 930 milioni di euro per 10 opere infrastrutturali strategiche in Sicilia a causa dell’assenza dei progetti esecutivi in sede europea, avete già rimediato? Esiste davvero il rischio di perdere altri finanziamenti?
“Sul tema dell’avanzamento della spesa per l’utilizzo di fondi strutturali comunitari è inequivocabile che le regioni abbiano avuto tarpate le ali con le delibere del Cipe numero 79 del 29 luglio 2010 e numero 1 dell’11 gennaio 2011. Quando il ministro Tremonti disse che i presidenti delle Regioni erano dei cialtroni in quanto non utilizzavano i fondi del Fas, dei 4,77 miliardi di euro a disposizione della Sicilia, 2,229 miliardi erano in mano ai tre grandi enti di stato: Anas, Autorità Portuali ed Rfi, mentre al dicembre 2009, data di stop del monitoraggio delle intese istituzionali di programma, l’avanzamento di questi programmi era del 10 per cento. Alla luce di ciò, prima di parlare dell’operato dei presidenti delle Regioni, c’è da vedere cosa fa l’azionista di maggioranza e controllore di questi gradienti rispetto all’utilizzo che si fa di queste stesse risorse. Se non si capisce che il sistema di programmazione non funziona per fonte finanziaria bensì per priorità condivisa dei progetti da realizzare, nell’ambito di un piano programmatico che partiva proprio dalle infrastrutture. L’intuizione dell’intesa istituzionale di programma e degli accordi di programma era quella che consentiva di creare un sistema virtuoso individuando le priorità di prima e di seconda fase, assegnando a quelle di seconda fase i soldi per la progettazione. Questa soluzione ha avuto un drastico stop il 29 luglio 2010, quando le riprogrammazioni degli Apq sono state bloccate dal Cipe, che ha altresì bloccato l’utilizzo del Fas 2007-2013. Negli interventi previsti della quota pubblica dei finanziamenti il 50 per cento è costituito dai fondi comunitari ed il restante 50 per cento è diviso, con una proporzione 70–30 tra Stato e Regione, essendo bloccata la programmazione c’è una scelta del Governo nazionale di smettere di pagare la sua quota del contributo comunitario, impedendo l’utilizzazione dei fondi. Oggi, ad esempio, abbiamo in corso la progettazione di alcuni porti molto importanti tra cui quello di Pozzallo, quello di Gela e quello di Marsala, abbiamo una dotazione finanziaria di risorse che si liberano dal Fas 2000-2006 per circa un centinaio di milioni di euro riutilizzabili per questi interventi entro i primi mesi del prossimo anno, ma se continua questo blocco del Cipe queste opere non potranno vedere la luce. Il blocco del Cipe coinvolge persino 1,2 miliardo di euro di risorse liberate dal vecchio programma. Ho letto ciò che ha detto Iacolino e mi sento di poter dire che alcune delle criticità importanti da lui presentate, possono essere superate con gli ultimi confronti che abbiamo avuto con la Commissione Europea”.

L’Ue ha chiuso alla possibilità di finanziare il Ponte sullo Stretto. Adesso cosa succederà? Come intende muoversi la Regione?

“Non credo che il progetto sia perso. Io sono convinto che la prima pietra del ponte si poserà, e da cittadino che paga per intero le tasse me lo auguro, perché non farlo costerebbe molto di più. Il 10 novembre è comunque convocata a Roma la prima riunione della conferenza dei servizi per l’approvazione del progetto”.
Cosa ci dice, invece, riguardo il Piano casa?
“Sono stati stanziati 12 milioni di euro per l’abbattimento del conto interessi sui mutui che i privati attivano presso la banca che è stata selezionata, Unicredit, per messa in sicurezza, finanziamento energetico e riqualificazione”.
Qual è la situazione degli Interporti?
“Gli interporti di prossima realizzazione sono due, uno di questi è un’infrastruttura strategica per la riconversione dell’area di Termini Imerese e nonostante la gara per costruzione con concessione è in corso, corriamo il rischio di non poterla chiudere perché non si sottoscrive un atto aggiuntivo all’intesa generale quadro dal 24 marzo 2010 con il Governo nazionale”.
 

 
Il passante ferroviario di Palermo sta andando avanti, entro il 2012 la tratta A, Stazione centrale-Notarbartolo
 
Qual è la situazione di infrastrutture come la nuova tangenziale di Palermo e l’autostrada Ragusa-Catania? A che punto è il passante ferroviario di Palermo?
“Per quanto riguarda la tangenziale la stazione appaltante resta l’Anas ed il responsabile è l’assessorato dell’Economia, che gestisce il demanio, noi stiamo cooperando e saremo responsabili in un secondo momento sotto il profilo trasportistico. I 10 milioni di euro stanziati sono un primo segnale che la sinergia tra Stato, Regione e Anas, ma l’opera va integralmente in project financing. La Ragusa-Catania è in attesa soltanto della registrazione della Corte dei Conti della delibera del 3 agosto 2011, dove sono stati riallocati i 217 milioni di euro necessari al completamento degli 884 nello schema di comparizione. Il passante ferroviario sta andando molto avanti. Entro il 2012 la tratta A, Stazione centrale-Notarbartolo, dovrebbe essere già attiva. Inoltre sono già partiti i lavori sia sulla parte urbana di Palermo che sulla tratta Fiumetorto-Ogliastrillo, è in corso l’assegnazione dell’appalto della Ogliastrillo-Castelbuono che, salvo sorprese dettate da crisi di liquidità, saremo in grado, nel 2017, di avere una collegamento metropolitano da Castelbuono a Punta Raisi, e devo dire che ad oggi la copertura finanziaria c’è per tutti gli interventi. I risultati che stiamo ottenendo sono anche frutto di una proficua sinergia con Rfi, che sta svolgendo a livello infrastrutturale un lavoro veramente lodevole”.
 

 
La linea Palermo-Catania è basilare per la mobilità
 
Cosa si sta facendo per migliorare la mobilità della regione? Ci sono in programma opere cantierabili entro tempi brevi?
“Una delle cose più importanti su cui stiamo lavorando ed il cui progetto definitivo può essere pronto entro la fine del prossimo anno è la linea ferroviaria Palermo – Catania ad alta capacità. Il progetto attuale, da poco meno di due miliardi di euro, consentirebbe di raggiungere Palermo in circa due ore e undici minuti. Per la realizzazione di questa opera sono stati previsti insieme ad Rfi vari step, il primo dei quali prevede il raddoppio dell’attuale tratto che da Catania porta ad Enna, con una nuova stazione ad Enna bassa e passante dall’aeroporto di Catania. Questo primo passo consentirebbe, oltre alla possibilità di ricoprire il tratto da Enna alla città etnea in poco meno di 45 minuti, anche di creare una variante per Caltanissetta e sarebbe di per sé utilissimo per la mobilità regionale con una bretella che possa portare il traffico dei paesi più interni della zona interessata direttamente all’aeroporto. L’ipotesi di prosecuzione poi è di un ammodernamento da Enna a Roccapalumba ed infine nell’immissione nella linea di Fiumetorto, che porta a Palermo. Per quanto riguarda questa struttura la proposta della Regione è di 482 milioni di euro per i primi lavori,  ed è contenuta nella delibera Cipe del 3 agosto 2011 di cui si aspetta la registrazione da parte della Corte dei Conti. Rfi dovrà fare un progetto esecutivo sulla base della proposta progettuale di cui ho appena parlato. Stiamo inoltre andando al riappalto per i lavori sulla Palermo-Agrigento, bloccati a causa del fallimento della ditta appaltata”.
 

 
Curriculum
 
Vincenzo Falgares nasce nel 1968 a Palermo, dove si laurea in Economia e commercio. Dopo aver lavorato come tecnico e diretto il servizio Ragioneria del Provveditorato alle Opere pubbliche per la Sicilia, passa alla Regione siciliana, per cui svolge diversi incarichi dirigenziali. Ha diretto la segreteria tecnica dell’Ufficio di gabinetto della Presidenza della Regione, il dipartimento regionale Trasporti e comunicazioni e quello della Cooperazione, commercio e artigianato. Dirige il dipartimento regionale Infrastrutture, mobilità e trasporti.

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