PALERMO – Il Piano regionale dell’offerta formativa in Sicilia ritorna ai suoi enormi livelli di spesa. Dopo il tam tam, le polemiche e le proteste in seguito ai tagli che aveva “assottigliato” la spesa a 180 milioni di euro, la Regione ha quindi fatto marcia indietro così come peraltro era stato annunciato qualche mese fa dallo stesso presidente Raffaele Lombardo.
Una manovra di ulteriori 57 milioni di euro che quindi riporta la spesa della Regione ai 242 milioni di euro standard spesi negli ultimi anni. La cosa paradossale è che in qualche modo, con questa mossa, è come se si fossero avallate le tanto criticate scelte del passato di approvare spese folli in questo settore. Ma d’altronde l’assessore regionale alla Formazione, qualche mese fa lo ha detto: “Ci sono forti resistenze specie da parte dei sindacati alla riforma”. Inutile negare che quella frase non è stata buttata lì per caso: la formazione smuove un enorme apparato fatto da ben 10 mila lavoratori, un grande bacino elettorale. Perché dunque scontentarli? Non sappiamo se davvero frulli questo dentro la testa di politici e sindacalisti, sta di fatto che l’annunciata cura dimagrante è andata a farsi benedire, almeno per quest’anno.
L’ufficialità del ripristino dei fondi è arrivata attraverso il decreto approvato da Centorrino, il numero 4300 del 28/10/2011. Ad essere state approvate 631 proposte per un costo di 57 milioni di euro. Il decreto ed i tre allegati sono stati pubblicati sul sito dell’assessorato regionale dell’Istruzione e Formazione. In pratica la Regione ha integrato rispetto alla delibera di giunta numero 350 del 4 ottobre 2010 nella quale erano state approvate le proposte progettuali dei vari enti di formazione pari al 70 per cento del monte ore complessivo. Il finanziamento di oggi accordato dal governo siciliano ripiana quel 30 per cento mancante.
Nel decreto di oggi però la Regione conferma l’individuazione del parametro unico, quello cioè del finanziamento ad ogni singolo ente che non può superare le 130 euro all’ora. I tagli comunque, anche se in minima parte, ci sono stati. Infatti, come sottolinea Centorrino ed i dirigente del Dipartimento della Formazione, il fabbisogno finanziario delle richieste avanzate dagli enti di formazione ammonta a complessivi 71 milioni di euro ma la disponibilità sul capitolo 717910 del bilancio della Regione Siciliana per l’esercizio finanziario 2011 è pari all’importo di 57 milioni di euro.
Di certo dall’anno prossimo si cambierà: anzitutto il Prof sarà finanziato su base triennale e i costi saranno interamente a carico dell’Fse, il fondo sociale europeo. Il bando triennale, secondo la Regione, “mira a rafforzare l’offerta formativa finalizzata alla qualificazione del capitale umano, attraverso la predisposizione di un intervento ampio e strutturato in grado, da un lato, di dare continuità alle iniziative finanziate dalla legge regionale n. 24/76, dall’altro, di far emergere le eccellenze presenti negli organismi formativi consolidati del sistema siciliano”.
L’approfondimento. Il Prof 2012 diviso in tre diversi ambiti
Strutturalmente cambierà poco. Il Prof del 2012 è diviso come oggi in tre ambiti: Forgio (Formazione per i giovani), Fas (Formazione ambiti speciali) e Fp (Formazione permanente). Per i finanziamenti “Forgio” i destinatari sono i “giovani inoccupati e disoccupati, compresi tra i 18 e i 32 anni, nonché coloro che abbiano compiuto il 17° anno di età, non più soggetti al diritto-dovere di istruzione e formazione professionale. Per i finanziamenti “Fas” i destinatari saranno “soggetti in condizione di disagio e/o a rischio di esclusione sociale a causa di povertà o discriminazione; soggetti vittime di discriminazione nell’accesso all’occupazione e alla formazione; genitori con responsabilità di cura e assistenza; disabili; giovani e adulti in condizioni di povertà ed esclusione sociale; soggetti giovani e adulti sottoposti a misure detentive o alternative alla detenzione”. Infine, per l’ambito “Fp” i destinatari saranno soggetti in età lavorativa di età superiore ai 18 anni, interessati al recupero della mancata o parziale formazione iniziale o che comunque hanno interesse a rafforzare e sviluppare le loro competenze, a fronte dei processi di trasformazione ed innovazione del lavoro.