Termini Imerese, di sicuro c’è che la Fiat ha chiuso - QdS

Termini Imerese, di sicuro c’è che la Fiat ha chiuso

Rosario Battiato

Termini Imerese, di sicuro c’è che la Fiat ha chiuso

venerdì 25 Novembre 2011

Ieri l’ultimo giorno di produzione della Ypsilon, già annunciato con due anni di anticipo. Subentrerà Dr Motor, ma come? Regione ottimista: “Accordo vicino”. Ma la casa molisana ha difficoltà a pagare già ora gli stipendi

PALERMO – Ieri è stato il giorno dei saluti per Fiat, dopo quattro decenni di presenza sul suolo isolano. Intanto le cifre ballano e i problemi restano tutti sul tavolo. A Termini Imerese la Fiat vuole andarsene lasciando sul campo 600 lavoratori che dovrebbero essere incentivati al pensionamento con 10 milioni di euro. Sul fronte della new entry, Dr Motor, che senza l’”alleggerimento” del prepensionamento non potrà occupare l’attuale forza lavoro presente nel centro palermitano che ammonta a 2200 lavoratori tra industria e indotto, desta ancora serie perplessità visti i 74 milioni di debiti complessivi sanciti nel bilancio 2010 e la  grande appetibilità garantita dai 178 milioni di fondi pubblici per il recupero dell’area.
La Regione e l’impresa torinese, sempre meno italiana e sempre più multinazionale, non si accordano. La Fiat non ha alcuna intenzione di pagare quanto necessario per incentivare il pensionamento di 600 lavoratori. Sarebbe un addio certamente più onorevole, ma il gruppo da tempo ribadisce di aver fatto un “grande regalo” lasciano a costo zero l’intero stabilimento ai futuri proprietari. Da quelle parti non si batte casse, in sostanza. Eppure la Regione ci prova. “Non solo Fiat abbandona lo stabilimento di Termini Imerese, – ha spiegato Pino Apprendi, deputato democratico e vicepresidente della commissione Attività produttive dell’Ars – ma lo fa con un atteggiamento di inaccettabile arroganza: l’ultima pretesa dell’azienda è relativa a 10 milioni di euro che mancherebbero per incentivare il pensionamento di circa 600 lavoratori, e che secondo Fiat dovrebbero essere a carico della Regione siciliana”. Si prova a trattare. “La Regione – ha proseguito il deputato – ancora una volta ha mostrato disponibilità e buona volontà prospettando lo stanziamento della metà della somma, circa cinque milioni di euro”.
Secondo fonti sindacali il Lingotto sarebbe disposto a mettere sul piatto circa 15 milioni euro, una cifra che comunque non coprirebbe il costo dell’ammortizzatore per tutti i lavoratori.  Intanto, dall’incontro giungono notizie parzialmente confortanti. Marco Venturi, assessore regionale alle Attività produttive, ha precisato come sia stato fatto “un altro piccolissimo passo nell’intento di chiudere un accordo enormemente importante per gli operai”. La prossima scadenza è prevista per mercoledì prossimo dove saranno presentati numeri più chiari sulle persone che potranno godere degli incentivi e si arriverà, verosimilmente, alla chiusura della trattativa. A preoccupare gli addetti ai lavori sono proprio i numeri già conosciuti. I debiti di Dr Motor, l’azienda dell’imprenditore molisano Massimo Di Risio che subentrerà a Fiat, era gravata a fine 2009 da circa 74 milioni di debiti complessivi. Di questi 34 milioni con le banche, mentre c’era una posizione finanziaria netta negativa per 34 milioni a fronte di un patrimonio netto di poco meno di 10 milioni.
 
Rinviata invece l’approvazione del bilancio 2010 dai revisori della Kpmg in attesa di verificare il presupposto della continuità aziendale. Di Risio ha spiegato che il bilancio è stato depositato nei giorni scorsi, ma i maligni insinuano che alla Dr Motor più che il rilancio di Termini faccia gola il tesoretto di incentivi statali promesso per rilanciare il polo palermitano. Si tratta, infatti, di 178 milioni: 37 a fondo perduto, 45 come contributo all’occupazione della Regione, 95 sotto forma di credito bancario garantito.
 

 
Dopo 41 anni l’addio a Torino. Operai tra rancore e incertezze
 
PALERMO – Addio Fiat. A mai più rivederci verrebbe da dire, per come la storica azienda, leader dell’automotive nazionale, sta lasciando la Sicilia. Termini Imerese resta sempre sull’orlo dell’abisso senza poter ancora conoscere il proprio futuro. In bilico ci sono 2.200 lavoratori (600 dovrebbero andare in pensionamento) che andrebbero assorbiti dai nuovi padroni del polo, la Dr Motor, su cui incombono diversi dubbi in merito la stabilità finanziaria.
“Oggi chiude uno degli stabilimenti storici della Fiat. Ai principi di rigore, equità e crescita che il governo segue, c’è anche il caso Fiat perché le parti condividano e comprendano questo approccio”. Ne ha parlato Elsa Fornero, ministro del Welfare, intervenuta in video conferenza all’Assemblea annuale della Cna, in merito alla vicenda dello stabilimento di Termini Imerese. Intanto fino al 30 novembre, data della prossima riunione presso il ministero dello Sviluppo economico, presso l’ex polo Fiat ci sarà un presidio permanente.
I sindacati stendono un velo pietoso sulla giornata. “Oggi non è un giorno felice, – ha spiegato Mimmo Milazzo, segretario Cisl Palermo – dopo 41 anni di attività la Fiat lascia Termini Imerese”. Sull’area pioveranno 150 milioni di euro per le infrastrutture.

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