L’esercito dei minori in povertà. Nel Mezzogiorno sono 1 su 2 - QdS

L’esercito dei minori in povertà. Nel Mezzogiorno sono 1 su 2

Liliana Rosano

L’esercito dei minori in povertà. Nel Mezzogiorno sono 1 su 2

giovedì 01 Dicembre 2011

Indigenza: impietoso ritratto della nostra regione emerso dal dossier di Save the Children. E ancora, spazi verdi e vivibilità urbana: città sempre meno baby friendly

ROMA – Triste primato per la Sicilia dove vivono la maggior parte dei minori poveri italiani. È l’allarme lanciato da Save the Children nel secondo “Atlante dell’infanzia a rischio” pubblicato il 17 novembre, alla vigilia della Giornata dell’Infanzia.
Dal dossier emerge che nel nostro Paese due minori su tre che sono in povertà relativa e più di un minore su due che è in povertà assoluta vivono nel Mezzogiorno. In Sicilia, il 44,2 per cento dei minori è povero.
 
L’Isola è seguita dalla Campania (31,9%) e Basilicata (31,1%), mentre Lombardia (7,3%), Emilia Romagna (7,5%) e Veneto (8,6%) sono le regioni con la percentuale inferiore di minori in povertà relativa. Per quanto riguarda i bambini in povertà assoluta, anch’essi si concentrano nel Sud Italia dove rappresentano il 9,3% di tutta la popolazione minorile. Inoltre, il 18,6% di minori italiani versa in condizione di deprivazione materiale: nel Nord Est il 7% delle famiglie con minori dichiara di aver difficoltà a fare un pasto adeguato almeno ogni due giorni e al Sud il 14,7% di famiglie con minori non ha avuto soldi per cure mediche almeno una volta negli ultimi 12 mesi.
Questo significa che metà delle famiglie italiane riesce “appena a far quadrare i conti”. Infatti, secondo uno studio del Forum Ania-Consumatori in collaborazione con l’Università di Milano, il 15% dei nuclei è in maggiori difficoltà e ogni mese deve intaccare i propri risparmi per sopravvivere e il 6,1% è costretto a chiedere aiuti e prestiti.
Non solo i bambini, specialmente quelli del Sud, sembrano pagare il prezzo della crisi economica, ma anche le loro condizioni in generale di vita sono in peggioramento.
Città italiane e siciliane sempre meno baby friendly, con strutture non a misura di bambino e un tasso di inquinamento sempre altissimo. Per quanto riguarda l’inquinamento dell’aria, nel Rapporto di Save the Children, Siracusa è la città che registra un maggior numero (116) di giorni di superamento del valore limite di articolato (PM10), polveri sospese nell’aria che penetrano nelle vie respiratorie causando problemi cardio-polmonari e asma. Matera e Nuoro invece le più virtuose con 1 solo giorno di sforamento del limite.
Anche il tasso di motorizzazione è altissimo dappertutto e fa segnare una media di 3/4 macchine ogni minorenne: a Roma si contano circa 450 mila minori e 1 milione 890 mila macchine, per un tasso di 4,2 macchine per bambino. In cima alla classifica delle città con il tasso di motorizzazione più alto, Aosta (13,5), Cagliari (5,4), Ferrara (5,1), l’Aquila (4,8). Inoltre procede senza sosta la cementificazione e impermeabilizzazione del territorio: si stima che ogni giorno venga cementificata una superficie di circa 130 ettari. In testa alla classifica per cementificazione i comuni di Roma e Venezia, seguite da Napoli e Milano (dove la superficie edificata ha già inglobato i due terzi del territorio comunale).
Ancora un altro triste primato per la Sicilia: quello dell’abbandono della scuola. I dati si riferiscono ai giovani tra i 16 e i 24 anni. In questo caso la percentuale siciliana è del 26 per cento, seguita da Sardegna (23,9%), Puglia (23,4%), Campania (23%) e da alcune regioni del Nord, come la Provincia di Bolzano (22,5%) e la Valle D’Aosta (21,2%). Mentre maglia nera a Bolzano per la percentuale di giovani che hanno abbandonato gli studi al primo anno di superiori. Il 18,6% dei giovani bolzanini ha abbandonato gli studi al primo anno di superiori, segnando un inaspettato record tra le province italiane.
 

 
Bimbi stranieri. Lo ius soli ed il paradosso italiano
 
In Italia, l’esercito dei bambini poveri rappresenta il 16,9% del totale della popolazione, 10 milioni 229 mila. Di questi uno su cinque (24,4%) è a rischio povertà, il 18,3% vive in povertà (1.876.000 vivono in famiglie che hanno una capacità di spesa per consumi sotto la media), il 18,6% in condizione di deprivazione materiale e il 6,5% in condizione di povertà assoluta.
Un altro problema che desta preoccupazione in Italia è quello dei minori stranieri. Proprio nei giorni scorsi il presidente della repubblica, Giorgio Napolitano ha sottolineato che i figli di straneri nati in italiani devono avere diritto alla cittadinanza, auspicando il cosiddetto ius soli, ovvero il diritto di acquisire la cittadinanza del paese in cui si nasce. Nel nostro Paese, ricorda il dossier di Save the Children, vive quasi un milione di minori di origine straniera e di questi 572mila sono bambini e ragazzi nati nel nostro Paese, le cosiddette “seconde generazioni”. L’Emilia Romagna è la regione con la percentuale maggiore di nati da genitori stranieri (23%). “Sono di fatto nuovi italiani, ai quali tuttavia una legge molto restrittiva riconosce la cittadinanza e il pieno riconoscimento dei diritti civili solo al compimento del diciottesimo anno”, accusa Save the Children.

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