Ars vota meno deputati e più soldi dalle accise - QdS

Ars vota meno deputati e più soldi dalle accise

Lucia Russo

Ars vota meno deputati e più soldi dalle accise

giovedì 08 Dicembre 2011

Il presidente dell’Assemblea favorevole anche a tagli delle indennità. Due riforme dello Statuto che vengono presentate a Roma

PALERMO – L’Ars ieri, con l’ampio sostegno delle forze di opposizione, ha approvato due disegni di legge di modifica dello Statuto, sia quello sulla riduzione dei deputati che l’altro sull’articolo 36, aprendo un iter che continuerà al Parlamento nazionale, visto che lo Statuto per essere modificato necessita di una legge costituzionale. Questo è il caso dell’iniziativa legislativa da parte dell’organo assembleare regionale.
“Ci sono deputati che lavorano cinque giorni su sette ma ci sono anche parlamentari che non si vedono mai e questi dovrebbero andare alla gogna” così il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Francesco Cascio, conversando con i giornalisti a Palazzo dei Normanni, commentando a caldo la riduzione del numero dei parlamentari da 90 a 70. Il presidente ha prospettato un intervento anche sulle buste paga dei deputati regionali: “Il disegno di legge di riduzione del numero di deputati, varato oggi, non esclude un intervento anche sulle indennità dei parlamentari” ribadendo un concetto che aveva già espresso una settimana fa al “QdS” a proposito dei vitalizi. La riduzione a 70 non è proprio conforme allo standard delle regioni virtuose che hanno 50 deputati per un massimo di 6 milioni di abitanti, per questo l’entusiasmo dei parlamentari risulta un po’ esagerato.
C’è stato chi ha lamentato addirittura il non aver collegato la revisione del numero dei parlamentari al Parlamento nazionale, come Maira dell’Udc.
Critico Titti Bufardeci, presidente del Gruppo Grande Sud: “Pur ribadendo che il gruppo Grande Sud ha votato favorevole alla legge elettorale che consentirà la riduzione dei parlamentari regionali da 70 a 50 non posso sottolineare che oggi non è stato permesso un dibattito sereno e soprattutto non è stato possibile discutere gli emendamenti fondamentali per la legge.Occorreva un approfondimento della materia e una discussione serena in Aula”.
L’assessore regionale per l’Economia, Gaetano Armao, ha auspicato che la riforma dell’art. 36 dello Statuto possa dare soluzione all’annoso problema del trasferimento alla Regione Siciliana delle risorse relative alle accise. Il disegno di legge approvato stabilisce che spettano alla Regione il gettito dell’imposta di produzione dei prodotti petroliferi – tenuto conto del fatto che in Sicilia si raffina il 41% dell’intera produzione italiana – e il gettito sulla raffinazione pari a circa 1,3 miliardi di euro annui.
Lo stesso disegno di legge, come emendato su iniziativa del governo, stabilisce che spetta alla Sicilia anche il 20% del gettito dell’imposta di produzione sugli stessi prodotti raffinati nel territorio regionale, ma immessi in consumo in altre regioni, pari a circa 1,8 miliardi. Le accise comporterebbero un incremento del bilancio regionale di oltre 3 miliardi. “In questi mesi – ha proseguito Armao – abbiamo compiuto con il primo firmatario, Michele Cimino, un proficuo lavoro di integrazione del testo iniziale, così da giungere ad una formulazione che riconosce alla Sicilia non solo le accise sui prodotti petroliferi raffinati ed immessi in consumo nell’isola ma anche una congrua retrocessione (20%) di quelle dei prodotti petroliferi raffinati nel territorio regionale e immessi al consumo nelle altre regioni”.
Michele Cimino,deputato di Grande Sud, primo firmatario del Ddl sull’art. 36 ha dichiarato: “La modifica dell’ articolo permetterà che le imposte di produzione saranno riservate non più allo Stato ma alla Sicilia. A Roma i parlamentari nazionali di Grande Sud vigileranno affinché l’iter dell’approvazione di questa legge sia portato a termine in tempi brevi”.

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