Comincia il processo ai fratelli Lombardo - QdS

Comincia il processo ai fratelli Lombardo

Stiben Mesa Paniagua

Comincia il processo ai fratelli Lombardo

mercoledì 14 Dicembre 2011

Il governatore a giudizio per reato elettorale relativo alla campagna 2008. Il presidente: “Sarò a Roma per impegni istituzionali”

PALERMO – “Domani sarò a Roma per impegni istituzionali, in Tribunale andranno i miei avvocati”. Lo ha detto ieri ai giornalisti, il presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo. Argomento della discussione era l’attesa prima udienza del processo che lo vede indagato per reato elettorale e che inizia proprio questa mattina, davanti alla quarta sezione del giudice monocratico di Catania, presieduta da Michele Fichera.
Il procedimento vedrà protagonista, oltre al Governatore nonostante la sua assenza, anche suo fratello Angelo, deputato nazionale del Movimento per l’autonomia.
Dopo la derubricazione del reato inizialmente contestato al Presidente, da concorso esterno in associazione mafiosa a reato elettorale, si erano scatenate numerose polemiche per le scelte dell’allora procuratore facente funzioni, Michelangelo Patané, e dell’aggiunto Carmelo Zuccaro. Ben quattro sostituti titolari dell’inchiesta Iblis non avevano, infatti, condiviso tale scelta motivata da Patané e Zuccaro con la sentenza di assoluzione della Cassazione su Calogero Mannino imputato di concorso esterno all’associazione mafiosa. Alla fine il fascicolo dei fratelli Lombardo è stato avocato da Patané e Zuccaro, mentre il resto dell’inchiesta è rimasta affidata a due dei quattro pm: Antonino Fanara e Iole Boscarino.
Il procedimento, che riguarda le elezioni alla Camera del 2008 e la campagna elettorale per fare eleggere Angelo Lombardo, nasce da uno stralcio dell’inchiesta Iblis su presunti rapporti tra mafia, politica, pubblica amministrazione e imprenditoria dopo indagine avviate da carabinieri del Ros su Cosa nostra di Catania. Nel filone dell’inchiesta Iblis però, – ricordiamo – la posizione dei due fratelli Lombardo è stata stralciata dal fascicolo principale e l’accusa iniziale di concorso esterno all’associazione mafiosa, per quale è pendente una richiesta di archiviazione all’ufficio del Gip, è stata derubricata in reato elettorale. Il Governatore davanti ai giornalisti è apparso tranquillo ribadendo: “Credo che domani si cominceranno a esaminare le prove. Dopo di che ci saranno degli approfondimenti”.
Intanto dal fronte poitico-giudiziario ci sono novità anche dal Capoluogo, per quanto riguarda il caso Vitrano. I giudici della terza sezione del Tribunale di Palermo, che avevano imposto il divieto di dimora in Sicilia al parlamentare regionale del Pd Gaspare Vitrano, sotto processo per concussione, hanno modificato la misura stabilendo che il deputato può rientrare nell’Isola, ma non a Palermo, sede dell’Assemblea Regionale. Vitrano è accusato di avere chiesto una tangente di 10 mila euro a un imprenditore del fotovoltaico. A marzo finì in manette in flagranza di reato. Il collegio ha motivato il divieto di risiedere nel capoluogo con l’esigenza di impedire la reiterazione del reato.

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