Tramontano i Consorzi Asi, è l’ora dell’Irsap - QdS

Tramontano i Consorzi Asi, è l’ora dell’Irsap

Rosario Battiato

Tramontano i Consorzi Asi, è l’ora dell’Irsap

venerdì 16 Dicembre 2011

Cosa cambia dopo l’approvazione dell’Istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive da parte dell’Ars. Dalla cancellazione di 800 posti di sottogoverno un risparmio di 4 mln. Venturi: risposte rapide alle imprese

PALERMO – La burocrazia ai tempi della crisi cambia veste e si dedica al risparmio. L’Assemblea regionale siciliana (Ars) ha approvato nei giorni scorsi l’abolizione delle Aree di Sviluppo Industriale (Asi) per partorire il nuovissimo Istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive (Irsap). L’operazione è stata un grande successo dell’azione di Marco Venturi che aveva fissato l’abolizione dei consorzi Asi come uno dei grandi obiettivi della sua attività assessoriale. Il risparmio derivato dalla soppressione permetterà alle casse regionali di intascare circa 4 milioni di euro, anche se già c’è chi parla, leggasi Michele Cimino, deputato regionale di Grande Sud e uomo di fiducia di Miccichè, di una finta riforma.
Il sogno di Venturi è diventato realtà. Dopo mesi, ma si potrebbe dire anni, di insistenza l’ha spuntata: i consorzi Asi sono stati soppressi nell’ottica di una riduzione degli uffici inutili e onerosi e per una riorganizzazione delle aziende pubbliche. Inizialmente i Consorzi Asi erano stati istituiti sotto ottimi propositi, ma si sa che in Sicilia assai spesso è lastricata di buone intenzioni la strada per l’inferno, così il volano per lo sviluppo era diventato un ostacolo burocratico per le aziende. Il padre ideologico è chiaramente esaltato.
“L’Istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive – ha spiegato Marco Venturi – è una realtà: è una riforma epocale, richiesta a gran voce da tutte le realtà produttive, e fondamentale per lo sviluppo e la crescita del tessuto imprenditoriale e produttivo della Sicilia. Una riforma epocale che, in un periodo di crisi economica e finanziaria senza precedenti, consente, tra le altre cose, alle asfittiche casse regionali un risparmio annuale di circa 4 milioni di euro”.
Chiaramente il nuovo istituto, almeno nel pensiero dei legislatori, sarà un organismo snello, rapido ed efficiente per dare risposte celeri e in tempi certi, attraverso la creazione di zone industriali a burocrazia zero e la soppressione di circa 800 posti di sottogoverno, tra consigli generali e direttivi e diminuzione dei direttori generali.
Arrivano risposte positive da più fronti. Giuseppe Pace, presidente di Unioncamere Sicilia, parla di passo importante per il contenimento della spesa pubblica, mentre Alfonso Cicero, presidente Asi Caltanissetta e commissario straordinario Asi Enna, ha definito l’Irsap come una grande occasione di sviluppo socio-economica. Ma non è tutto oro quello che luccica, come dice un vecchio adagio.
Il guastafeste è Michele Cimino, che accusa la maggioranza di fare l’ennesimo gioco di prestigio. Nel mirino del deputato la strutturazione della Consulta delle attività produttive che sarà composta da 9 membri: 2 verranno designati dal presidente della Regione, 1 dall’assessore alle Attività produttive, 2  dall’associazione degli industriali e 4 dalle associazioni di categoria. Il problema, secondo Cimino, è non tenere conto della territorialità in queste nomine “arbitrarie”.
Sono circa venti gli articoli della riforma. Le norme più influenti prevedono la trasformazione dei Consorzi Asi in Uffici periferici dell’Irsap. Per accelerare le procedure è prevista l’autorizzazione unica per l’istruttoria delle istanze volte alla creazione di nuove iniziative imprenditoriali nell’ambito delle aree di competenza dell’Irsap, con rilascio dell’autorizzazione entro 90 giorno dalla presentazione dell’istanza da parte del privato, altrimenti si intende rilasciata per silenzio.

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