PALERMO – La piccola pesca artigianale rischia di scomparire in Sicilia. E ad essere spazzati non sarebbero soltanto le piccole e medie imprese, in quanto profili societari, ma soprattutto i lavoratori in un momento in cui di già il mercato siciliano offre spaccati occupazionali davvero allarmanti.
Ai già 4.500 posti di lavoro persi in questo settore nell’ultimo triennio, secondo l’ultimo Rapporto sulla Pesca e Acquacoltura in Sicilia redatto dal Comitato scientifico dell’Osservatorio Mediterraneo della Pesca, si potrebbero sommare altri disoccupati della stessa filiera ben presto.
L’allarme è stato lanciato in questi giorni da diversi associazioni di categoria ed è condiviso anche dalla Regione. Allora si sta provando a cercare di riconvertire l’offerta e soprattutto di rilanciare la problematica nelle stanze istituzionali che contano. A Porticello, alle porte di Palermo, è nata l’associazione “Donne per la pesca” che insieme con l’associazione “DemoS”, all’interno del mercato del pesce di Santa Flavia, ha organizzato un incontro sul tema “Pesca artigianale, quale futuro?”.
“Questo è un mondo molto complesso – ha detto Antonello Cracolici, deputato regionale – e al suo interno, la pesca artigianale ha esigenze e caratteristiche specifiche. Ma è necessario organizzarsi, saper fare lobby e far sentire meglio la propria voce. In questo senso associazioni come quella nata per volontà delle donne di Porticello, possono essere strumenti fondamentali per creare un dialogo con le istituzioni, ad iniziare dall’assessorato regionale. Serve un’inversione di tendenza – ha concluso Cracolici – perché non può passare il messaggio che la pesca è solo divieti, bisogna sostenere la fase della valorizzazione”.
“E’ un momento particolarmente difficile per la piccola pesca siciliana – rileva Giusy Gerratana, portavoce di “Donne per la pesca” -: l’Unione Europea ha adottato fino ad ora misure che tutelano solo la pesca delle grandi lobby industriali atlantiche. Per noi adesso è necessario un cambio di strategia, soprattutto per quanto riguarda l’unità della categoria e il rispetto della legalità. Vogliamo costruire un ponte tra la gente di mare, la politica e le istituzioni, auspicando che l’obiettivo della nostra associazione sia condiviso da tutte le forze interessate ai problemi del settore, a prescindere dagli schieramenti”.
L’altro deputato regionale, Vincenzo Marinello, ha ricordato che l’impegno per fare approvare una serie di norme a sostegno del settore, ultime in ordine di tempo quelle inserite nel provvedimento sull’agricoltura, è stato varato nei giorni scorsi dall’Ars: “Ci sono provvedimenti importanti che abbiamo fortemente voluto – ha detto –. Penso alla possibilità per i pescatori di ottenere credito agevolato, o al fatto che la Sicilia sia l’unica regione a prevedere un contributo per il carburante. Col nostro impegno abbiamo acceso i riflettori su un settore importantissimo per la nostra isola, ma la strada da fare è ancora lunga e io per primo so che troppe cose ancora non funzionano”.