Il commissario impugna le stabilizzazioni - QdS

Il commissario impugna le stabilizzazioni

Lucia Russo

Il commissario impugna le stabilizzazioni

mercoledì 28 Dicembre 2011

La Relazione del Ragioniere generale conteneva un’insufficiente copertura. Impugnativa per violazione degli artt. 3, 51, 81, 97 e 117 della Costituzione

Il commissario dello Stato Carmelo Aronica ha lavorato alacremente per giungere ieri pomeriggio a impugnare dinnanzi alla Corte costituzionale ben sette articoli dell’ultima legge approvata dall’Ars prima di Natale. Sono stati violati gli articoli 3, 51 81, 97 e 117 della Costituzione. Non solo copertura di spesa insufficiente ma anche privilegi per assunzioni senza concorsi.
Palermo – Il presidente Lombardo vantava alla vigilia del Natale la capacità del suo Governo di prendere a cuore, come mai prima, il problema dei precari. “Questa procedura non costerà un solo euro in più alla Regione”. A fargli eco l’assessore regionale per l’economia Gaetano Armao: “Questo provvedimento – conclude Armao consentirà anche di fermare l’emorragia di quanti pensavano di lasciare la Sicilia perchè riapriremo la possibilità di utilizzare i concorsi per l’accesso alla pubblica amministrazione”. Ma il commissario dello Stato, che ha lavorato con il suo staff alacremente, ha stoppato ieri la legge impugnando ben sette articoli per violazione degli articoli 3, 51 81, 97 e 117 della Costituzione.
Scrive il commissario Carmelo Aronica che le disposizioni contenute negli articoli 1, commi 1 e 2; 2; 3; 4; 5 e 7, comma 2, si ritengono in contrasto con l’articolo 81, 4° comma della Costituzione, in quanto “prive di idonea copertura finanziaria per i nuovi maggiori oneri dalle stesse derivanti a carico del bilancio regionale”. Il commissario ricorda che la Corte costituzionale ha più volte chiarito che l’obbligo della copertura finanziaria imposto dall’art. 81 Cost., costituisce la garanzia costituzionale della responsabilità politica correlata ad ogni autorizzazione legislativa di spesa e che al rispetto di tale obbligo, rientrante tra quelli di coordinamento finanziario, sono tenuti tutti gli enti in cui si articola la Repubblica. Tanto più che il principio posto dall’art. 81, quello dell’equilibrio finanziario sostenibile, trova nel patto di stabilità e crescita il principale parametro esterno. Inoltre, in base all’art. 117 della Costituzione, il coordinamento della finanza pubblica spetta allo Stato anche nei confronti delle regioni a statuto speciale  in quanto finalizzate alla tutela dell’unità economica della Repubblica. “Il legislatore siciliano – scrive Aronica – nell’individuare  mezzi di copertura negli articoli 4, 5 e 7, 2° comma difformi da quelli previsti dall’articolo 17 L. n. 196/2009, si è sottratto alle fondamentali esigenze di chiarezza e solidità del bilancio cui l’articolo 81 si ispira, non garantendo per le nuove maggiori spese previste una copertura sufficientemente sicura ed in equilibrato rapporto con gli oneri che si intendono sostenere negli esercizi futuri”. Dalla relazione presentata dal Ragioniere generale ai sensi dell’art. 7 L.R. n. 47/1977 sulla copertura degli oneri derivanti dagli articoli impugnati, “non emergono elementi certi riguardo alla disponibilità di tali fondi in quanto, da un canto è assente una circostanziata verifica degli oneri gravanti sull’Unità di bilancio prevista, dall’altro, è presente l’indicazione, quale fonte di copertura, di una U.P.B. (Unità previsionale di base) diversa da quella poi individuata dal legislatore. Una ragionevole indicazione dei mezzi di copertura deve, invece, sussistere in caso di spese pluriennali, come quelle introdotte dalla norma censurata per gli anni successivi, affinché il legislatore tenga conto dell’esigenza di un equilibrio tendenziale fra entrate e spese.
L’articolo 8, infine, si ritiene censurabile sotto il profilo della violazione degli articoli 3, 51 e 97 della Costituzione. Esso infatti consente l’istaurarsi “ope legis” di rapporti di lavoro per almeno 51 giorni, con soggetti di diverse qualifiche. “La disposizione pertanto configura un ingiustificato privilegio in favore di determinati soggetti, di cui si consolida la condizione di precariato, ed alimentando negli stessi l’aspettativa di una futura stabilizzazione”.
Da Lombardo nessuna reazione sull’impugnativa, almeno fino al tardo pomeriggio, visto che era impegnato a Roma nell’incontro con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, incontro che, a detta dello stesso,è andato molto bene. Lombardo, infatti, ha dichiarato: “Da parte del governo c’é la volontà di approntare un piano per il sud nella fase 2. Questo mi è stato detto ed è stato dichiarato dal governo e confermato anche oggi. Sono stati affrontati argomenti concreti ma non temi di carattere generale come le pensioni o l’articolo 18”.
 

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