Green economy, Sicilia sempre dietro - QdS

Green economy, Sicilia sempre dietro

Rosario Battiato

Green economy, Sicilia sempre dietro

venerdì 06 Gennaio 2012

L'ultimo rapporto di Fondazione Impresa premia il Trentino e la Basilicata

PALERMO – La rivoluzione verde è il paradigma dei tempi nostri per misurare il grado di sviluppo di un Paese. In altri termini: chi non investe adeguatamente sul verde è destinato a soccombere. L’ultimo rapporto della Fondazione Impresa, che ogni anno censisce l’indice di Green Economy delle regioni italiane, giunge a chiusura di un 2011 pessimo per l’economia siciliana. La grande industria è in piena crisi, vedasi i casi Fincantieri, Keller, Fiat ed ora anche Erg-Lukoil, proprio per l’assenza di una pianificazione in grande stile che riprogrammi in “verde” lo sviluppo isolano. Nella classifica generale la Sicilia, infatti, si colloca tra gli ultimi quattro posti d’Italia. Ma ci sono anche buone notizie.
Fondazione Impresa ha elaborato uno specifico indice di Green Economy (IGE) che comprende 21 indicatori suddivisi sulla base dei principali settori che ne riguardano lo sviluppo: energia, agricoltura biologica, imprese e prodotti, trasporti, edilizia, rifiuti, turismo sostenibile. La classifica generale 2011 non è generosa con l’Isola, mentre premia Trentino Alto Adige, Basilicata e Friuli Venezia Giulia e, a seguire, Umbria, Veneto e Piemonte. Secondo il dossier di Fondazione Impresa l’indice “sembra per certi versi riconciliare il Paese e non conoscere la tradizionale frattura tra Nord e Sud”. La Sicilia smentisce questa tendenza piazzandosi alla posizione numero 17 con un punteggio pari a -0,255. Le motivazioni vanno rintracciate nel focus sulla situazione regionale.
 
Cominciamo dalle buone notizie. “La Sicilia è 1° in Italia per emissioni di CO2 dal settore residenziale – si legge nel dossier – (con solo 1,2 tonnellate di CO2 per famiglia) e 3° per superficie agricola destinata al biologico (il 16,5% della SAU) e numero di aziende zootecniche (circa 39 ogni 100.000 abitanti)”. I dati positivi arrivano anche dal settore trasporti, dove si verificano performance discrete nelle emissioni, facendo piazzare l’Isola al 5° posto con 1,8 tonnellate di CO2 per abitante. Altra porzione positiva della rivoluzione verde riguarda l’efficienza energetica che fa posizionare la Regione di Raffaele Lombardo al settimo posto nazionale. Ma allora da dove deriva il risultato complessivamente negativo? E qui veniamo alle note dolenti. In prima linea ci sono i dati sulla raccolta differenziata e sullo smaltimento dei rifiuti in discarica, dove l’Isola ricopre le ultimissime posizioni.
 
Non è una novità che la riforma prevista dalla lr 9/2010 sia ancora lontana dall’essere messa in pratica, anche per le ben note difficoltà di liquidazione del sistema Ato (la Regione sta trattando con le banche un prestito sul miliardo di debito prodotto dagli Ambiti) con un conferimento in discarica che gli ultimi dati certificano sempre intorno al 90% del totale. La regione resta indietro anche sulle detrazioni fiscali del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici (20° per documentazioni inviate, 19° per risparmio energetico pro-capite conseguito). In pesante deficit anche gli incentivi alla mobilità sostenibile. La diffusione delle piste ciclabili resta mediamente ferma ad appena 1,9 Km di piste ciclabili disponibili ogni 100 Kmq nei capoluoghi di provincia.

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