Bisonte selvaggio, proteste ed opinione pubblica divisa - QdS

Bisonte selvaggio, proteste ed opinione pubblica divisa

Marina Pupella

Bisonte selvaggio, proteste ed opinione pubblica divisa

giovedì 19 Gennaio 2012

Blocchi stradali e disagi: dopo il terzo giorno consecutivo di protesta, l’opinione pubblica si spacca. Imprenditori contrari, gruppi politici sposano la causa: pericolo strumentalizzazione

È un’opinione pubblica divisa quella che da lunedì assiste ai blocchi messi in atto da lunedì dal movimento che si è autodefinito “Vespri formato 2000”. A protestare sono in prevalenza autotrasportatori e agricoltori, furibondi contro l’aumento del costo dei carburanti, gli incassi esigui a valle delle filiere ortofrutticole, i prezzi proibitivi delle compagnie assicurative, l’assenza di una rete infrastrutturale per la distribuzione. Fra blocchi stradali e cortei di tir, la temperatura si è alzata di ora in ora e i presidi di persone sempre più numerosa ed esasperata minacciano entro venerdì di bloccare porti e ferrovie.
 
Ma c’è chi come Confindustria, Confartigianato, Confagricoltori, Confederazione Italiana Agricoltori, Cna, Casartigiani, Confapi Sicilia, Confocommercio, LegaCoop, Confesercenti Sicilia, Confcooperative, in breve tutte le associazioni di categoria più rappresentative del mondo dell’impresa in Sicilia, pur condividendo i fini della protesta, recriminano le forme con cui essa è stata portata avanti, considerandole “inaccettabili".
 
Così, in un documento unitario, i vertici regionali hanno dichiarato che "le manifestazioni di protesta che stanno mettendo in ginocchio l’economia siciliana sono il frutto delle responsabilità del governo nazionale e regionale, che purtroppo continuano ad ignorare le drammatiche condizioni in cui versano tutti i settori produttivi dell’isola. Le Associazioni di rappresentanza delle imprese siciliane hanno piena consapevolezza del collasso a cui è giunta l’economia siciliana e da tempo la rappresentano all’opinione pubblica e al governo Lombardo. Proprio per questo considerano inaccettabili le forme di protesta adottate in queste ore, poiché arrecano ulteriore danno ai cittadini e a tutte le attività produttive peggiorando le condizioni economiche delle imprese".
 
Non solo. “Le associazioni – prosegue il documento congiunto – esprimono preoccupazione per gli episodi di intimidazione messi in atto nei confronti di imprenditori in numerosi centri e denunciano i tentativi di infiltrazioni criminali e di strumentalizzazioni politiche che nulla hanno a che vedere con le ragioni delle imprese”.
 
Pertanto chiedono l’intervento delle istituzioni, a partire dalle Prefetture, per garantire insieme alla libertà di manifestare, anche la libera circolazione di merci e persone". Anche Giacomo Fazio, presidente del Comitato pendolari Sicilia, si dice contrario alle maniere forti scelte del movimento "Forza d’Urto", di Aias e "Movimento dei forconi". “Non c’e’ nulla di eroico nell’operazione chiamata maldestramente ‘Vespri Siciliani’- commenta- stiamo registrando il sopruso di una piccola minoranza ai danni di tutti gli altri siciliani. Poche centinaia di persone che con arroganza occupano i binari, rischiando di essere investiti e mettendo a dura prova l’incolumita’ di tanti ferrovieri e passeggeri".
 
Il leader dei Forconi, è Mariano Ferro, ex agricoltore con un passato nell’Mpa di Raffaele Lombardo, ma proprio del governatore i manifestanti hanno chiesto le dimissioni: “Lombardo ha tradito i siciliani, li ha imbrogliati promettendo loro la defiscalizzazione della benzina”. E nel siracusano uomini di Grande Sud di Micciché, hanno tenuto comizi esprimendo il sostegno ai manifestanti. “Non possiamo non condividere le motivazioni che hanno indotto gli autotrasportatori siciliani in sciopero- ha detto Titti Bufardeci, presidente del gruppo Grande Sud all’Assemblea regionale siciliana- perché fortemente penalizzati rispetto ai colleghi del nord che godono delle infrastrutture, quali porti e autostrade, inesistenti o quanto meno carenti al Sud”.

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