Autismo, una sindrome che condiziona la comunicazione - QdS

Autismo, una sindrome che condiziona la comunicazione

Stefania Zaccaria

Autismo, una sindrome che condiziona la comunicazione

giovedì 09 Febbraio 2012

Le famiglie spesso si scontrano con le difficoltà legate ad un’assistenza socio-riabilitativa carente. Nella nostra Isola stimati circa diecimila casi. Centomila in tutta Italia
 

PALERMO – Quello dell’autismo è un disturbo che affligge circa 20 persone ogni 10 mila: si tratta comunque di cifre variabili ma solo in Italia se ne contano circa 100 mila. Tale fenomeno pervasivo si manifesta entro il terzo anno di età con alcuni deficit nell’interazione sociale, nella comunicazione, nell’immaginazione e nel comportamento.
 
L’aspetto fisico non appare compromesso ma tali ‘sintomi’ perdurano per tutta la vita, chiudendo i bambini, sin dai primi anni, in una dimensione particolare da cui tutto il resto del mondo resta praticamente escluso. Le persone autistiche vivono quindi in maniera problematica i rapporti con gli altri, con la famiglia e con le persone che giornalmente incontrano, anche perché molto spesso assistono a modelli di ricerca inappropriati, alla mancanza di personale adeguatamente formato nell’assistenza e a una giusta ‘mediazione’ tra i loro problemi e la vita che affrontano.
Nonostante la complessità del fenomeno, però, non sembrano esistere in Italia studi e ricerche veramente attendibili in grado di fornire dati e cifre certe. Le attenzioni che quasi tutti i servizi sanitari regionali ripongono nell’argomento sono infatti minime, essenziali e, spesso, non sufficienti.
La Sicilia è una delle tante Regioni dove non è possibile quantificare realmente le persone che soffrono di tale disturbo.
Le Aziende sanitarie provinciali, infatti, non possiedono tabelle certe sulla sua diffusione ma solo stime, più o meno approssimative: sembra infatti, secondo alcune supposizioni, che nella nostra Isola siano circa 10 mila le persone affette da sindrome autistica, a cui se ne aggiungono circa 2 mila per autismo primario. Questi dati, che trovano conferma anche nella classificazione internazionale delle malattie e dei problemi correlati, stabiliscono inoltre che, in territorio siciliano, ogni 4 soggetti autistici maschi, nasce un soggetto autistico femmina, rinsaldando quindi il rapporto tra uomini e donne di 4 a 1 appurato dalla media mondiale.
 
La Regione siciliana possiede comunque vari limiti in tale direzione che, nonostante le normative emanate in questi anni, non sono ancora stati colmati. La più grande difficoltà è la mancanza di un’adeguata assistenza socio-riabilitativa per i bambini affetti da questo disturbo: si sono fatti grandi passi in avanti nella diagnosi precoce di queste patologie ma gli interventi successivi restano ancora molto precari.
 
Mancano inoltre i fondi necessari per le terapie, nonostante l’assessorato regionale alla Sanità aveva ‘imposto’ a ciascuna azienda sanitaria provinciale di destinare almeno lo 0,1 per cento del proprio bilancio annuale proprio per interventi in favore dei soggetti affetti da sindrome autistica. Secondo alcune famiglie, infatti, non esistono ancora dei fondi stanziati per tali disposizioni e i progetti relativi al fenomeno dell’autismo sono ancora molto esigui, in alcune zone completamente inesistenti. Anche l’istituzione di un tavolo tecnico regionale sull’autismo è rimasto perlopiù sulla carta, senza grandi risultati dal momento della sua annunciazione. E anche nel Piano sanitario regionale, infine, pochi sono i cenni a questo fenomeno che, purtroppo, non sembra assumere l’importanza che invece meriterebbe.
 

 
Famiglie e scuole. Sensibilizzazione e percorsi di formazione
 
RAGUSA – Nel panorama regionale troviamo anche alcune iniziative private che, per sensibilizzare le scuole e le famiglie, realizzano dei progetti a favore delle persone colpite dalla sindrome autistica.
A Ragusa, ad esempio, l’associazione socio-culturale ‘Namastè’ ha pensato un percorso di formazione a scuola e a casa con i genitori dei bambini affetti da questi disturbi. Un workshop conoscitivo ha illustrato gli obiettivi dell’iniziativa al fine di inquadrare le problematiche di un fenomeno che, in provincia di Ragusa, è cresciuto in maniera esponenziale negli ultimi anni.
L’attivazione del progetto “Autismo” vuole guardare con attenzione all’avvio di interventi abilitativi e alla creazione di centri estivi rivolti ai piccoli con disabilità. Inoltre, i responsabili dell’associazione vorrebbero creare un progetto più ampio per “animare i cosiddetti ‘week end respiro’, cioè invitare i ragazzi con autismo a risiedere nella nostra struttura il sabato e la domenica. I passi da compiere sono ancora numerosi – dicono dalla ‘Namastè’ – ma l’aver avviato un’azione di sensibilizzazione è già un grande risultato”.

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