Una città, di circa 350.000 persone, nel giro di qualche anno è stata reinventata: ne è sorto il celebre caso Bilbao e il cosiddetto effetto Guggenheim. Il Guggenheim è l’esempio, forse il più dirompente nella cultura contemporanea, di quanto il “contenitore” prevalga sul “contenuto”; ma è, soprattutto, il massimo esempio di quante esternalità positive sul settore economico e sociale possa l’investimento in cultura, specialmente quando esso sia pianificato “ad arte” e mediaticamente amplificato.
Il primo anno d’attività si sono registrati 1.360.000 visitatori (media mensile di 113.000), il 79% dei quali giunti a Bilbao per il museo; l’impatto economico è stato di 0,47% sul PIL dell’intera regione basca (280 miliardi di lire) e quello occupazionale diretto di quasi 4.000 posti di lavoro. L’anno seguente i visitatori furono 1.265.000 (87% giunti per il museo). Secondo gli analisti i ricavi fino al 2005 sono stati pari a 18 volte le spese; nel 2005 i soli ricavi diretti (biglietti venduti, profitti ristoranti, caffè e negozi del museo, sponsorizzazioni o eventi) ammontavano a € 26 milioni, quelli indiretti (alberghi, ristoranti, bar, negozi) a € 139 milioni. Superati 10.000.000 di visitatori, nel 2010 si è calcolato un impatto totale sull’economia regionale di € 817 milioni e di 0,5% sull’occupazione dell’intera regione. Il Guggenheim non nemmeno ha risentito della crisi: gli ultimi dati sul 2011 rivelano un incremento di visitatori rispetto al 2010, con numeri che continuano a mantenersi intorno al milione di visitatori annui (per il 2010 956.000 circa, per il 2011 962.000). L’attrattività del museo rimane ancora forte presso gli stranieri (62%), ma è considerato anche un’importante meta regionale (14% dalla regione basca) e nazionale (24% dalle restanti regioni spagnole).
Il 2 febbraio il Dipartimento dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana ha pubblicato i dati sulla fruizione del patrimonio culturale regionale nel 2011, segnando ricavi totali pari a € 14.415.667. Il teatro di Taormina, nostra superstar per eccellenza, nel 2011 ha registrato 613.218 visitatori e ricavi per € 3.335.043, la Valle dei Templi 583.465 (€ 3.031.104), il Parco della Neapolis e l’Orecchio di Dionisio a Siracusa 487.567 (€ 2.680.267,50), la Villa del Casale 271.814 (€ 735.949,50, chiusa a febbraio), Segesta 312.387 (€ 1.129.702,50) e Selinunte 254.474 (€ 8 65.473).
Monumenti e musei regionali palermitani insieme (inclusi Abatellis, Salinas, Mirto, Riso) arrivano a un misero totale di 261.026 visitatori (157.168 gratuiti) con un fatturato di € 524.156,5. Ci vogliono 4 annualità per eguagliare i numeri di Bilbao!
Su queste cifre ‘pesano’ enormemente le gratuità. Lo denunciava la UIL a luglio 2010 per il bilancio culturale statale. Un trend decisamente antieconomico, in una situazione di crisi, per quanto legato all’idea dell’accessibilità culturale. Se si fosse deciso di far pagare l’obolo di un euro, nelle casse del nostro Assessorato sarebbero entrati € 1.722.126 in più.