Senza soldi: Ast vicina al colpo da ko - QdS

Senza soldi: Ast vicina al colpo da ko

Rosario Battiato

Senza soldi: Ast vicina al colpo da ko

venerdì 17 Febbraio 2012

A rischio utenza e 1200 lavoratori. I sindacati: responsabilità di una mala gestione tra sprechi e assenza di regole. Una delibera della Giunta regionale prevede un taglio del 20% dei contratti di affidamento

PALERMO – L’Ast, l’Azienda siciliana trasporti, è di nuovo a secco. Nessuna novità per un’azienda che da diversi mesi lascia presagire uno stato di perenne crisi, ma questa volta potrebbe anche esserci l’ultimo rantolo.
Infatti ad aggravare una situazione già pericolante ci sarebbe una delibera di giunta, che impone una riduzione del 20% sui contratti di affidamento alle imprese del settore e che ha indotto l’assessorato alle Infrastrutture a chiedere alle aziende di procedere esse stesse a rivedere i programmi di esercizio tagliandoli del 20%. Una delibera che potrà diventare legge già nella prossima finanziaria che dovrebbe essere approvata per la fine di marzo.
Non sarà il taglio del 20% a far crollare l’Azienda siciliana trasporti. Un servizio in crisi come quello del trasporto pubblico locale riceverà semmai la spallata decisiva. In ballo ci sono 1200 lavoratori e sicuramente, stando così le cose, non potranno restare tutti a bordo del baraccone Ast. Ma l’azienda in questa maniera non funziona, così come in generale si trova al collasso l’intero trasporto pubblico locale siciliano. La Regione, ogni anno, per salvare le imprese dal fallimento totale sborsa 222 milioni di euro, e proprio tale cifra aveva proposto di ripristinare qualche settimana fa Totò Cascio, deputato regionale del Pid.
Sacrosanta la prospettiva di salvare dei posti di lavoro, ma non si può pensare di utilizzare soldi pubblici per fare occupazione con un servizio che tra le altre cose non rende e non convince affatto gli isolani. La Sicilia, infatti, detiene il più alto tasso di utilizzo del mezzo proprio e di conseguenza uno dei più bassi del mezzo pubblico. Il servizio regionale copre meno del 70% del complessivo bacino di utenza regionale e senza una riforma organica, e dato il taglio previsto per le partecipate, c’è il rischio che questa percentuale vada sempre più ad inabissarsi.
I sindacati sostengono che la malattia dell’azienda vada ricercata nella mala gestione complessiva dell’Azienda ed infatti hanno presentato un esposto in Procura. Le rimostranze sono state pubblicate in bella mostra sul sito della Fit-Cisl Sicilia. La Federazione Italiana Trasporto, tramite una nota, ha descritto i passaggi più preoccupanti della gestione: forme indiscriminate nell’utilizzo delle ore di straordinario, mancata trasparenza nel sistema di acquisti e mancata attivazione del centro unico di spesa, l’introduzione dei badge di ingresso solo nella sede centrale dell’Azienda e non nelle periferiche, le anomalie nella gestione dell’agenzia di Palermo.
 
Il sindacato, per bocca del segretario generale Amedeo Benigno, sempre dal sito ufficiale del sindacato regionale, ha denunciato “gli sprechi messi in atto da dirigenti periferici che utilizzano l’auto aziendale facendosi accompagnare da autisti che si spostano ad esempio da Siracusa a Palermo in trasferta per poi ritornare a Siracusa, quando invece si potrebbero utilizzare gli autisti della Direzione Generale, tutto solo per far maturare ad alcuni molte più ore di straordinario. Sono solo alcuni esempi di sprechi e di una continua irregolarità di gestione dell’Ast che denunciamo da tempo e che oggi ha contribuito a creare la difficile situazione di crisi vissuta dall’Azienda”.
A fronte di questa situazione Benigno si dichiara pronto a chiamare a sostegno della protesta “sindaci e studenti ultimamente spesso rimasti a piedi a causa della mancanza del gasolio nei mezzi”.
 

 
L’allarme Fit Cgil: “Così è rischio smantellamento”
 
ROMA – “Il trasporto pubblico locale rischia il tracollo e 2.000 persone, anche del settore privato, potrebbero presto trovarsi senza lavoro”. A lanciare l’allarme è il segretario generale della Filt Cgil siciliana, Franco Spanò. “Con il taglio del 20% delle risorse, previsto al bilancio regionale – aggiunge Spanò in una nota – ci sarà il fallimento di molte aziende pubbliche, un’ulteriore precarizzazione nelle aziende private, i bilanci dei comuni saranno appesantiti, diverrà impossibile gestire i servizi nelle città”. Il segretario della Filt specifica che “abbiamo già chiesto al governo regionale l’immediata apertura di un confronto, senza ottenere finora risposta”.
L’esempio più eclatante della crisi di questo segmento dei trasporti, rileva la Filt, è l’Ast “della quale – denuncia Spanò – si rischia lo smantellamento con la redistribuzione delle linee, la dispersione di un immenso patrimonio e la distruzione del sistema di trasporto pubblico locale e del servizio che l’Ast ha finora assicurato”. La Filt punta il dito contro la Regione che “con la sua azione, dal ritardo nei pagamenti agli ultimi tagli, rende non più organizzabili i servizi”. Poi osserva: “pure l’azienda, con una gestione approssimativa e senza un piano industriale credibile, ha le sue responsabilità”.

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