Controlli sulle pensioni di invalidità in Sicilia - QdS

Controlli sulle pensioni di invalidità in Sicilia

Liliana Rosano

Controlli sulle pensioni di invalidità in Sicilia

martedì 21 Febbraio 2012

L’Inps ne ha revocate una su dieci. Nessun nesso con i falsi invalidi ma se durante la verifica l’invalidità risulta inesistente, scatta la denuncia. Questi i dati 2010 che si riferiscono alla Sicilia. Nel 2009 erano state l’11%

Palermo – In Sicilia c’è un aumento della revoca delle pensioni di invalidità in seguito a visite e controlli messi a punto dall’Inps. Secondo i dati dell’Istituto nazionale per la previdenza sociale, dalle verifiche predisposte per il Piano straordinario è emerso che in Sicilia il 12% delle posizioni controllate nel 2009 e il 12,7% nel 2010 (i dati del 2010 sono parziali perché si riferiscono alle conclusioni della Commissione di I° grado, non essendo ancora definitivi quelli della Commissione di II°) sono risultate da revocare. La pensione di invalidità civile è una prestazione che dipende da due elementi: lo stato invalidante, che deve essere superiore ad una certa percentuale, ed il reddito, che deve essere inferiore ad un limite annualmente stabilito. Può capitare, quindi, che uno di questi due elementi cambi nel tempo, e che pertanto una persona che percepiva la pensione non ne abbia più diritto.
 
Diverso è il caso, precisano dall’Inps, dei falsi invalidi. In quest’ultima ipotesi si riferisce a chi in maniera fraudolenta simula uno stato invalidante che invece non risponde a realtà, per trarne un certo vantaggio, che può essere anche la pensione.
L’aumento delle revoca in Sicilia si allinea al dato nazionale che è emerso in questi giorni a seguito di ulteriori verifiche. Nel 2011, il campione di invalidi sottoposto a verifiche è stato di 250 mila. Quelli effettivamente visitati dai medici dell’Inps sono stati, al 31 dicembre 2011, 122.284. A 34.752 di questi è stata revocata la prestazione perché il loro grado di invalidità è stato ritenuto inferiore al 74% necessario per la pensione e/o al 100% che serve per avere l’assegno di accompagnamento. La percentuale delle revoche è stata quindi del 28,42%. A questi dati vanno aggiunte le circa 37 mila prestazioni sospese alle persone che, convocate per la visita, non si sono presentate. Sospensioni che si trasformeranno in cancellazioni se gli interessati non si presenteranno al controllo sanitario entro 60 giorni. Il risparmio previsto sulle 34.752 revoche già decise può essere stimato in 180 milioni di euro, dice l’Inps.
 
Una goccia rispetto ai circa 16 miliardi di euro di spesa complessiva annua per quasi 3 milioni di invalidi civili Nel 2010 le visite di controllo erano state 55.200 e gli assegni revocati 10.596, pari al 19,2%. Nel 2009 le revoche erano state l’11%. Dati, secondo l’Inps, che dimostrano come il campione per il programma straordinario di verifiche sia ogni anno selezionato con maggior cura. Altri 250 mila controlli sono previsti per quest’anno. Quanto alle  regioni, nel 2011 il tasso di revoche ha raggiunto il 37-38% in Campania e Basilicata, il 35-36% in Molise, Umbria e Lazio. In fondo alla classifica ci sono invece le Marche, il Piemonte e la Lombardia, con percentuali tra il 14 e il 17.
 
È evidente, comunque, che se alla visita si scopre che l’invalidità è del tutto inesistente, il titolare viene denunciato. Per evitare di chiamare a visita di controllo persone con invalidità permanenti, per esempio il cieco o l’infermo in carrozzella, come purtroppo è avvenuto, l’Inps ha chiesto alle Asl i fascicoli sanitari degli invalidi selezionati nel campione, “ma solo nel 13% dei casi ci sono stati dati”. È andata meglio con gli stessi invalidi, che hanno inviato la documentazione nel 58% dei casi. Ma i casi di visite inutili, oltre che inopportune, non sono stati ancora eliminati. Di qui le proteste, spesso giustificate.
 

 
Inps: “Migliorare procedure di concessione”
 
Fin qui per quanto riguarda i controlli. Ma forse dove più c’è da migliorare è nelle procedure di concessione delle prestazioni di invalidità. In media tra la domanda (se ne presentano 2 milioni l’anno e circa 500mila danno luogo a prestazioni economiche) e la riscossione passano 408 giorni, mentre la legge dice che non si dovrebbe superare il limite di 120 giorni. Cosi l’Inps per velocizzare le pratiche ha proposto a tutte le Regioni di fare delle convenzioni in modo che sia l’Inps a occuparsi delle visite anziché le Asl. Ma a quanto pare  nessuna ha accettato Forse perchè nessuna vuole privarsi del potere di gestire la concessione di queste pensioni.
E all’Inps pensano anche una vera e propria riforma complessiva che dovrebbe essere affrontata subito. A chi è stata riconosciuto un l’invalidità  tra il 34 % e il 73 % non ha diritto alla prestazione economica ma a una serie di nenefici dal collocamento obbligatorio all’esenzione dai ticket, dal bollo auto gratis ai permessi di parcheggio all’Iva al 4%. Una serie di benefici, che potrebbero essere rivisti o meglio, sottoposti a maggiori controlli per evitare ogni genere di truffe o abusi.

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