Estorsioni, a Catania e a Palermo regna l'omertà - QdS

Estorsioni, a Catania e a Palermo regna l’omertà

Patrizia Penna

Estorsioni, a Catania e a Palermo regna l’omertà

mercoledì 22 Febbraio 2012

Usura in lieve calo nella provincia etnea. A Palermo, Trapani e Agrigento boom di rapine (+44%). Lo dice Vincenzo Oliveri, Presidente della Corte d'Appello di Palermo

PALERMO – Tra vecchie e nuove forme di criminalità la Sicilia è ancora soffocata da attività illecite che non gli fanno guadagnare il primato in materia di sicurezza.
Furti, rapine ed estorsioni sono ancora una forte piaga del territorio. Secondo le relazioni delle corti d’appello di Palermo e Catania, nel periodo tra il 30 giugno 2010 e il primo luglio 2011 sono stati rispettivamente 22.953 e 49.781 le denunce per tali tipologie di reato, in aumento rispetto all’anno precedente. Ciò che stupisce, dopo un primo sguardo a questi dati, è che le denunce nel distretto catanese sono raddoppiate rispetto a quelle registrate dalla corte d’appello di Palermo, nonostante questa comprenda anche i distretti di Agrigento e Trapani.
Nell’area etnea sono i furti ad incidere maggiormente su tale aumento, mentre per le altre tipologie si verifica una, seppur lieve, diminuzione. Nell’area di competenza della corte d’appello di Palermo invece, seppure i furti registrino un +6 per cento, sono le rapine il fenomeno più incisivo e in particolare quelle a danno di banche e uffici postali che registrano un incremento del 44 per cento rispetto allo scorso anno. Come si legge infatti nel rapporto redatto dal presidente Vincenzo Oliveri “gli istituti di credito continuano a rappresentare un bersaglio appetibile per i rapinatori, al pari dei carichi degli autotrasportatori.” Bersagli costanti sono anche supermercati, farmacie e centri commerciali, quotidianamente vittime di rapine commesse soprattutto da soggetti giovani appartenenti alla cosiddetta “microcriminalità”. In tutti i casi inoltre si constata una crescente “competenza” (se così si può definire) dei criminali, soprattutto in presenza di videosorveglianza.
Se per furti e rapine i dati sembrano rispecchiare la situazione, per le estorsioni fotografare la realtà è più difficile poiché, secondo quanto riportato nella relazione della Corte d’appello di Palermo, le denunce sarebbero inferiori rispetto ai casi reali. Nonostante si registri un apparente calo il fenomeno sembra essere in costante espansione. Quest’ultima è attribuibile , secondo il presidente Oliveri “sia alla costante presenza sul territorio dell’organizzazione mafiosa sia all’evidente intenzione, da parte dell’associazione, di ribadire all’esterno la necessità del controllo delle attività”.
 
La carenza di denunce, seppur non giustificabile, è comunque comprensibile: nonostante i sistemi di tutela delle vittime, come l’ammissione a programmi di protezione, resta forte la paura dello sradicamento e delle conseguenze che un atto seppur giusto e doveroso, può comportare.
Per concludere con questa panoramica sulla criminalità, occorre riservare un ultimo sguardo al fenomeno dell’usura. Un fenomeno in lieve diminuzione nell’area etnea e in lieve aumento in quella palermitana. L’usura non risparmia nessuna classe sociale, come si legge nel rapporto della corte d’appello di Palermo il credito usuraio “viene acceso per soddisfare un ampio e variegato arco di bisogni, che spazia dalle gravi necessità di ordine familiare all’acquisto di sostanze stupefacenti, all’approvvigionamento di capitali per l’esercizio e la gestione di attività economiche e di piccola impresa”. È proprio il versante delle Pmi a preoccupare maggiormente poiché in un momento di grave crisi economica, come quella attuale, cresce il rischio di finire in mano agli strozzini per cercare di salvare le imprese.
 

 
Criminalità. La Sicilia nella morsa delle attività illecite
Diversi per tipologia, rientrano sotto la denominazione comune di fenomeni di criminalità anche gli omicidi volontari o colposi che, sommati alle lesioni, sono stati in totale 2931nell’area della corte d’appello di Catania e 2938 in quella palermitana. Particolare attenzione meritano gli omicidi colposi per violazione del codice della strada, e quelli causati da infortuni sul lavoro. In particolare in merito a questi ultimi, che registrano un vertiginoso aumento del 38 per cento nell’area palermitana, il presidente Oliveri sottolinea che “permane la diffusa tendenza a trascurare l’osservanza delle cautele antinfortunistiche in materia di ponteggi nei cantieri di lavoro e di uso di mezzi protettivi, oltre che un larghissimo ricorso al lavoro nero, e, negli ultimi tempi, stanno cominciando ad affiorare plurime violazioni in materia di tutela della salute dei lavoratori”. Crescono infine, anche i procedimenti penali a seguito di denunce a personale medico-chirurgico. Un fenomeno che ha originato non poche lamentele da parte della classe medica, per l’attenzione dei media e per il lievitare dei costi legali ed assicurativi. Tanto che i consensi informativi preliminari sono diventati sempre più lunghi e comprendono il caso morte spesso anche nel caso di eventi routinari.

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