La Regione siciliana ha debiti per 5,3 miliardi di euro - QdS

La Regione siciliana ha debiti per 5,3 miliardi di euro

redazione

La Regione siciliana ha debiti per 5,3 miliardi di euro

martedì 06 Marzo 2012

Presentato il numero 1 del Bollettino sul fabbisogno della Regione che punta alla trasparenza dei dati. Le controparti: Banche, ministero Economia, Cassa depositi e prestiti e Bei

“Con la pubblicazione del Bollettino – ha detto l’assessore Armao -, peraltro inserito nel programma dell’amministrazione digitale degli open data, si avvia una strategia informativa che pone al centro il cittadino e le istituzioni. Lo sforzo di sintesi, a vantaggio della chiarezza e della trasparenza, consentirà a chiunque di seguire da vicino la dinamica del debito e la politica di gestione attiva adottata dalla Regione Siciliana”. Queste le dichiarazioni dell’assessore Armao in occasione della presentazione del primo Bollettino sul fabbisogno della Regione che contiene i dati delle posizioni debitorie esistenti. In particolare il Bollettino aggiorna, al 31 dicembre 2011, i dati pubblicati nel precedente numero zero di Ottobre scorso
Questo numero del Bollettino evidenzia l’entità della passività pari a circa euro 5,3 miliardi, in gran parte formatasi nelle precedenti gestioni di governo, a fronte di una massa finanziaria che ogni anno movimenta circa euro 27 miliardi in entrata e in uscita.
Sono reperibili anche altre importanti informazioni come ad esempio il fatto che la natura delle controparti del debito a carico della Regione è istituzionale essendo rappresentata per circa il 96% da MEF, Cassa depositi e Prestiti e BEI e che la componente a tasso fisso rappresenta l’83,4% dell’esposizione debitoria.
“È indubbio che il bilancio regionale negli ultimi esercizi finanziari presenta una maggiore rigidità – ha proseguito Armao – che è effetto delle ingenti prescrizioni di taglio alle spese (quasi un miliardo per il solo 2012), che le due manovre del 2011 ci hanno imposto. Essa è strettamente dipendente dai declassamenti operati dalle tre agenzie di rating, che, anche in questo caso, sono effetto diretto del downgrade operato sul debito sovrano dello Stato italiano. Tutto cio’ impone una piu’ accentuata attenzione nella gestione del debito ed una grande trasparenza nei confronti dei cittadini-contribuenti e del mercato”.
“Con la pubblicazione del Bollettino – ha detto il ragioniere generale, Biagio Bossone – intendiamo progressivamente sviluppare e rendere nota l’analisi di sostenibilita’ del debito pubblico siciliano, da articolare secondo le ‘best practices’ metodologiche adottate in ambito internazionale. Tali pratiche richiedono che l’analisi sia condotta con periodicità regolare e che essa contempli: la proiezione della dinamica del debito lungo un orizzonte temporale sufficientemente lungo e un’analisi della vulnerabilità del debito a shock esterni e/o derivanti da scelte di politica economica, effettuata sulla base di opportuni stress test rispetto a valori tendenziali di base; la valutazione dei rischi di stress del debito rispetto a soglie critiche individuate sulla base della qualita’ delle politiche economiche e delle istituzioni locali; la formulazione di raccomandazioni per una gestione del debito che ne limiti gli eventuali rischi di stress”.
“La grande novità introdotta dal trattato sulla stabilità – ha spiegato l’assessore per l’Economia – che entro un anno prevede il pareggio di bilancio, determinerà effetti anche in Sicilia. La Regione dovrà rispettare i principi del trattato, anche per quanto riguarda l’indebitamento. Quindi, una gestione attiva e programmata dell’indebitamento, costituisce un elemento essenziale per il rispetto di vincoli che presto diverranno cogenti, ma ai quali il Governo regionale intende prepararsi per tempo”.
Armao ha concluso affermando che “l’ineludibile azione di risanamento avviata dal governo regionale punta ad un deciso recupero di credibilità della Sicilia non solo sul piano contabile e finanziario, ma sopratutto istituzionale. Solo con i ‘conti in regola’ la Sicilia potrà affrontare il difficile cammino di uscita da una grave crisi economica mondiale ed essere così protagonista della ripresa del nostro Paese”.

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