Illecite assunzioni al Coinres. Danno erariale di 3 milioni di euro - QdS

Illecite assunzioni al Coinres. Danno erariale di 3 milioni di euro

Lucia Russo

Illecite assunzioni al Coinres. Danno erariale di 3 milioni di euro

sabato 17 Marzo 2012

Sentenza n. 781 del 7 marzo 2012 della Sezione giurisdizionale della Corte dei Conti in accoglimento della citazione del procuratore regionale Carlino. Il recupero delle somme avviene in molto tempo. Nel 2011 incassati risarcimenti da procedure già avviate sin dal 1993

PALERMO – Quasi tre milioni di danno erariale da risarcire è la condanna, con sentenza n. 781 del 7 marzo 2012, della Sezione giurisdizionale della Corte dei Conti Sicilia, in accoglimento dell’atto di citazione in giudizio proposto dal Procuratore regionale, nei confronti di Giovanni Granata e  Raffaele Loddo, già presidenti del Consorzio Intercomunale Rifiuti Energia e Servizi (Coinres). Rispettivamente i due dovranno risarcire €. 2.468.590,73 e €. 461.398,54.
La condanna inflitta riguarda gli illeciti commessi nelle procedure di assunzione di personale a tempo indeterminato, effettuate nel periodo di tempo ricompreso tra il 2006 e il 2007, in eccesso rispetto alle esigenze individuate nel piano industriale del Consorzio. Inoltre sono state violate le norme che imponevano il ricorso alle procedure di evidenza pubblica.
Le indagini, avviate dalla Procura regionale nell’ambito delle molteplici vicende patologiche connesse alla gestione del ciclo dei rifiuti in Sicilia, sono state eseguite dal Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza di Palermo.
Della vicenda si era interessata, nella relazione conclusiva, anche la Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse alla gestione di rifiuti in Sicilia (L. 6/2009), che aveva espresso rilievi in merito alla situazione finanziaria del Coinres ed alle assunzioni effettuate.
In attesa di leggere per intero il testo della sentenza e di riportarne stralci nella pagina 22 di questa testata, che una volta al mese dedichiamo all’analisi delle sentenze della Corte dei Conti sul danno erariale (la prossima è prevista venerdi 23 marzo), ci interroghiamo su un punto: il recupero delle somme dovute.
L’interrogativo si fa pressante quando si tratta di somme ingenti. Ad esempio, nella prima puntata (QdS, venerdi 24 febbraio 2012, pag. 22) che abbiamo dedicato all’esame delle sentenze sul danno erariale, abbiamo pubblicato la sentenza n. 221/2012 che ha riconosciuto un danno erariale di 30 milioni di euro subito dalla Provincia regionale di Palermo. Ma, ci chiediamo, come è possibile recuperare queste somme?
Leggiamo nella relazione del procuratore regionale Guido Carlino, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2012: “Alla riscossione dei crediti liquidati dalla Corte dei Conti, con sentenza o ordinanza esecutiva a carico dei responsabili per danno all’erario, provvede l’amministrazione o l’ente titolare del credito, tramite un ufficio designato per l’esecuzione; il recupero viene effettuato mediante ritenuta, nei limiti consentiti dalla normativa in vigore, su tutte le somme dovute ai responsabili in base al rapporto di lavoro in corso o secondo pagamenti dilazionati nel tempo, ovvero, per la riscossione dei crediti non recuperati, con l’iscrizione a ruolo secondo le disposizioni vigenti, (artt. 1-2 D.P.R. 260/1998)”.
è la Procura regionale che vigila sulla corretta esecuzione della sentenze da parte delle amministrazioni a cui favore è stata pronunciata la sentenza di condanna, ai sensi del D.P.R. 24 giugno 1998, n.260, (“Regolamento recante norme per la semplificazione dei procedimenti di esecuzione delle decisioni di condanna e risarcimento di danno erariale”). Il recupero, è scritto nella relazione del procuratore Carlino, viene sollecitamente avviato dalle amministrazioni o enti creditori; tuttavia, il soddisfacimento degli obblighi risarcitori dovuti a seguito di passaggio in giudicato della sentenza non sempre è tempestivamente conseguito, sia per l’incapienza patrimoniale del debitore, sia per la carenza di adeguati strumenti esperibili da parte delle stesse amministrazioni, o mancanza di forme efficienti di collaborazione con i competenti servizi della riscossione.
Un lieve incremento sulle somme recuperate si è riscontrato però nel 2011, in cui in cassa alle amministrazioni colpite sono rientrati 1,8 milioni di euro a fronte di 1,5 milioni nel 2010, in riferimento a sentenze del periodo 2004/2011 e procedure già attivate nel 1993. Dunque occorrono fino a 19 anni per recuperare intere somme di danno erariale.

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