Trovare lavoro è più difficile per i neo dottori della Sicilia - QdS

Trovare lavoro è più difficile per i neo dottori della Sicilia

Liliana Rosano

Trovare lavoro è più difficile per i neo dottori della Sicilia

domenica 18 Marzo 2012

I dati siciliani del XIV Rapporto Almalaurea sulla condizione occupazionale dei laureati. A 12 mesi dalla conclusione degli studi laureato il 39% contro il 56% in Italia

PALERMO – L’inserimento nel mondo del lavoro dei laureati siciliani resta una difficoltà aggravata non solo dalla crisi internazionale ma anche dalla disparità territoriale tra Nord e Sud.
Sono i dati che emergono dal XIV Rapporto Almalaurea sulla condizione occupazionale di chi, dopo la laurea si prepara a fare il suo ingresso nel mondo del lavoro.
A cinque anni dalla laurea tra i laureati residenti al Nord il tasso di occupazione è pari all’85%, contro il 73% rilevato tra i colleghi del Sud. In Sicilia, due sono state le università oggetto del Rapporto: Messina e Catania, le uniche appartenenti al Consorzio.
Nell’ateneo peloritano, l’indagine ha coinvolto, con tassi di risposta dell’88%, 2.816 laureati triennali e 1.054 laureati specialistici biennali usciti dall’Università di Messina nel 2010 e intervistati dopo un anno, nel 2011.
Il tasso di occupazione dei neolaureati triennali di Messina è pari al 37%, un valore inferiore alla media nazionale (44%). Tra i laureati triennali dell’Università di Messina, il 26% è dedito esclusivamente al lavoro, l’11% coniuga la laurea specialistica con il lavoro. Chi continua gli studi con la laurea specialistica è il 53%: il 42% è impegnato esclusivamente nella laurea specialistica, mentre, come si è detto, l’11% studia e lavora. Il lavoro stabile (contratti a tempo indeterminato e lavoro autonomo) coinvolge, a un anno dalla laurea, 39 laureati su cento di primo livello di Messina, più della media nazionale (36%).
La precarietà riguarda il 60% dei neolaureati (il 27% lavora con contratti a tempo determinato); la media nazionale è del 64%.
A dodici mesi dalla conclusione degli studi, risulta occupato il 39%; un valore inferiore alla media nazionale del 56%. Il 16,5% dei laureati che continua la formazione (a livello nazionale è il 14%).
Chi cerca lavoro è il 45% dei laureati specialistici di Messina, contro il 30% del totale laureati.
A un anno dalla laurea, il lavoro è stabile per 48,5 laureati su cento di Messina, un valore superiore alla media nazionale (33%).
La condizione di precarietà riguarda il 51% dei laureati specialistici occupati di Messina.  Il guadagno è inferiore alla media nazionale: 966 euro mensili netti, contro i 1.056 del complesso dei laureati specialistici.
Per quanto riguarda invece Catania, il tasso di occupazione dei neolaureati triennali di Catania è pari al 36%. Tra i laureati triennali dell’Università di Catania, il 23% è dedito esclusivamente al lavoro, il 13% coniuga la laurea specialistica con il lavoro.
Chi continua gli studi con la laurea specialistica è il 60%: il 44% è impegnato esclusivamente nella laurea specialistica, mentre, come si è detto, il 13% studia e lavora.
Il lavoro stabile  coinvolge, a un anno dalla laurea, 39,5 laureati su cento di primo livello di Catania, più della media nazionale (36%). La precarietà riguarda il 60% dei neolaureati (il 19% lavora con contratti a tempo determinato); la media nazionale è del 64%. Preoccupa l’elevato tasso di laureati che lavorano senza contratto (16% contro una media nazionale comunque elevata del 12%.
 


L’approfondimento. Soffrono anche i laureati di lunga durata
 
Le crescenti difficoltà occupazionali incontrate dai giovani, neo-laureati compresi, negli ultimi anni si sono inevitabilmente riversate anche sui laureati di più lunga data, anche se occorre sottolineare che, col trascorrere del tempo dal conseguimento del titolo, le performance occupazionali migliorano. I laureati biennali specialistici di Catania del 2008, intervistati a tre anni dal titolo coinvolti nell’indagine sono 1.112, con un tasso di risposta dell’83,5%. Il 69% è occupato; a livello nazionale il tasso di occupazione è del 73%. L’8% risulta ancora impegnato nella formazione. Chi cerca lavoro è il 23% contro il 15% del complesso dei laureati. La quota di occupati stabili è del 63%. Le retribuzioni nominali arrivano, a tre anni, a 1.281 euro mensili netti. I laureati di Catania del 2006 (sono 1.408 laureati pre-riforma quelli indagati, con un tasso di risposta del 75%), intervistati dopo cinque anni, raggiungono un tasso di occupazione del 71%. La stabilità del lavoro coinvolge il 58% dei laureati; migliora la busta paga: 1.152 euro mensili netti. Mentre per i laureati specialistici 2010  di Catania, a dodici mesi dalla conclusione degli studi, risulta occupato il 55%; un valore praticamente in linea con la media nazionale del 56%. L’8,5% dei laureati  continua la formazione (a livello nazionale è il 14%). Chi cerca lavoro è il 36,5% dei laureati specialistici di Catania, contro il 30% del totale laureati.

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