Qualità servizi pubblici sotto la media - QdS

Qualità servizi pubblici sotto la media

Maria Francesca Fisichella

Qualità servizi pubblici sotto la media

venerdì 24 Luglio 2009

Secondo il Rapporto Svimez 2009 tra le linee di intervento per lo sviluppo urge la riforma della pubblica amministrazione. Distribuzione dell’acqua, servizi ospedalieri, raccolta rifiuti, energia elettrica i peggiori in Sicilia

PALERMO – Dall’analisi fornita dal rapporto Svimez 2009 emerge l’urgenza di un progetto nazionale per la crescita del Mezzogiorno e per la valorizzazione delle sue potenzialità, che dovrà dipendere principalmente da un’azione pubblica (europea, nazionale e delle Regioni) al sistema delle imprese e alle famiglie, sia attraverso le politiche anticongiunturali sia attraverso politiche strutturali di crescita e coesione nel campo delle infrastrutture, dell’innovazione e ricerca e dello sviluppo dell’industria.
Il Rapporto identifica alcune linee di intervento, che possono servire ad accompagnare i processi di modernizzazione: lo sviluppo delle reti infrastrutturali, tecnologiche, formative e bancarie, una politica industriale ad hoc per il Sud; il rafforzamento della qualità del territorio intesa come gestione dell’ambiente e delle risorse naturali, vivibilità delle aree urbane, contrasto alla criminalità; l’avvio delle grandi riforme strutturali, della Pubblica Amministrazione e del Welfare, utili per tutto il Paese e indispensabili per riavviare la crescita del Mezzogiorno.
Dunque, il Rapporto ravvisa, tra le linee di intervento da adottare per innescare il processo di modernizzazione del Mezzogiorno, anche la riforma della Pubblica amministrazione.
I paesi stranieri che si sono già imbarcati in questa avventura hanno raccolto i benefici del caso: produttività, efficienza e “revisione” del conformismo burocratico. Inefficaci, invece, si sono finora rivelati simili tentativi nel nostro Paese. Addirittura i tentativi di riforma, avviati negli anni Novanta del secolo scorso – riferisce il Rapporto – hanno avuto come risultato l’accrescimento del divario tra le aree del Paese, come riferiscono anche le analisi della Banca d’Italia, dell’Istat e delle Autorità di settore.
Assumendo ancora come nostro riferimento le esperienze straniere di maggiore successo, nel settore della Pa, queste attribuiscono al dirigente pubblico un’autorità e una responsabilità, nell’applicare una determinata procedura di pianificazione strategica ed operativa, tale da favorire una maggiore trasparenza nei processi decisionali, segnando i confini tra ciò che è appannaggio del potere politico e ciò che, invece, appartiene al potere amministrativo. Mentre al Sud permane la condizione di sudditanza del potere amministrativo rispetto a quello politico.
Le disfunzioni segnalate sono di svariata natura. Così ad esempio, la percentuale di famiglie che denunciano irregolarità nella distribuzione dell’acqua è pari al 21,8% nel Sud (supera il 30% in Calabria e Sicilia), contro il 9% nel Centro-Nord; il grado di insoddisfazione del servizio elettrico è nel Sud circa tre volte superiore al Centro-Nord; nei servizi ospedalieri, la quota di ricoveri in ospedali di altra ripartizione risulta nel Mezzogiorno pari a 6 volte a quella del Centro Nord. In tema di raccolta rifiuti, la quota di rifiuti inviata in discarica è ancora all’83% nel Mezzogiorno, contro circa il 70 ed il 30% nel Centro e nel Nord.
La raccolta differenziata nel Mezzogiorno è pari ad un terzo di quella del Centro-Nord. I collegamenti di trasporto pubblico urbano sono inferiori di quasi il 34%.

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