Grandi città. Tasse sempre più care ma non migliora nulla.
I settori di indagine. Casa, ambiente, tempo libero, trasporti e mobilità: su 12 città italiane con più di 250 mila abitanti, quelle siciliane hanno tutti i punteggi bassi.
Delusione effettiva. Le associazioni di consumatori confermano il quadro: l’indice di gradimento è al minimo, mentre diverse proposte “a costo zero” restano chiuse nei cassetti.
PALERMO – Le imposte locali si impennano. A Palermo il commissario straordinario del Comune, Luisa Latella, ha già disposto l’aumento della Tosap e dell’Icp (le tasse sull’occupazione degli spazi pubblici e sulla pubblicità) e si appresta a ridefinire al rialzo le aliquote della nuova Imu. Una cosa già fatta a Catania, dove con una delibera di Giunta è stato sancito il valore massimo per l’aliquota Imu sulla prima casa. La discussione dovrà essere presa in Consiglio comunale, ma l’indirizzo politico è chiaro.
Il problema è che a tutto ciò non corrisponde un miglioramento dei servizi resi ai cittadini, come dimostra anche l’ultimo dossier sulla sussidiarietà in Italia, redatto dal Politecnico di Milano: Palermo e Catania sono agli ultimi posti nazionali sul valore totale di qualità della vita e sugli indicatori che riguardano l’azione delle amministrazioni pubbliche. E i dati Istat non fanno altro che certificare questi dati. (
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