Alta competenza contro il crimine informatico

In cosa consistono le innovazioni circa la vostra attività investigativa?
“Le novità riguardano soprattutto il settore organizzativo accompagnato da un ampliamento delle nostre competenze con specializzazioni specifiche e con un coinvolgimento più ampio in tutte le indagini sulle attività criminose, non solo quelle strettamente informatiche. Le Procure della Repubblica, ad esempio, chiedono il nostro aiuto per collaborare con un supporto nelle intercettazioni telematiche, con sistemi di analisi-intelligence, nelle investigazioni su attività criminose svolte attraverso Internet, monitoraggi di sistemi di comunicazione (e-mail, chat) e che interessano, anche in generale la competenza dell’antimafia. Se da un lato la nostra attività è parecchio gratificante, dall’altro esige un maggiore aggiornamento, un’attenzione alle novità sul campo delle comunicazioni. Il costante aggiornamento, dunque, è d’obbligo per dare risposte di alto profilo, poiché non dimentichiamo che rappresentiamo un reparto della Polizia di Stato con spiccate competenze tecnologiche, all’avanguardia nell’azione di prevenzione e contrasto della criminalità informatica”.
Come si definiscono i rapporti con le Procure e le altre Forze dell’ordine?
“C’è un’ottima e forte intesa con tutte le Procure della Repubblica che interessano il territorio del Compartimento. La maggior parte del lavoro è svolto con le Procure distrettuali di Catania e Messina, considerato che le Procure distrettuali hanno competenza esclusiva sui reati informatici e su pedopornografia. Anche con le altre Forze dell’ordine la collaborazione è piena. Su quest’ultimo punto tra l’altro sarebbe utile avviare una formazione di base per tutti necessaria a fronteggiare i reati di minore disvalore sociale commessi on-line, anche per evitare che ce ne facciamo carico solo noi. Ci stiamo impegnando in tal senso con le Procure distrettuali affinché le tutte Forze di polizia ricevano delle direttive adeguate per svolgere attività investigative elementari su reati più comuni (truffe, diffamazioni)”.
Quali sono i reati con cui vi confrontate?
“In questi anni stiamo notando la crescita esponenziale di reati, considerati minori, che richiedono il nostro coinvolgimento. Sono reati per i quali il cittadino pretende risposte dalla Polizia e noi dobbiamo essere pronti a intervenire. Questi reati riguardano furti di identità, finalizzati a creare identità fittizie, sostituzione di persona con utilizzo sovente di generalità di professionisti. Tanto che la Polizia Postale consiglia di non esporre eccessivamente i propri dati personali su piattaforme di social-network.  Con i social network che hanno sede all’estero abbiamo diverse forme di collaborazione, per esempio con Facebook è stato sottoscritto un accordo per l’acquisizione di dati e per individuare e bloccare le situazioni a rischio”.
Collaborazione internazionale quindi?
“Sicuramente. Il contrasto del crimine, che accentua sempre più una connotazione transnazionale, necessità una forte collaborazione internazionale. Se un criminale, ad esempio, per dialogare utilizza internet potrebbe occorrere il supporto delle altre Forze di polizia del mondo”.
 
Abbiamo prima accennato all’adeguamento delle vostre competenze.
“Il principale sforzo operativo della Polizia Postale e delle Comunicazioni è nella direzione del continuo adeguamento delle proprie risposte alle nuove frontiere tecnologiche della delinquenza, come accennavo prima, a maggior ragione con il crescente sviluppo e diffusione di Internet i cui servizi hanno ormai pervaso la nostra vita quotidiana. Numerosi sono i punti vulnerabili o le criticità della Rete, pertanto è necessario tutelare non solo la sicurezza informatica in senso stretto ma in generale la sicurezza degli utenti”.
Quali sono i livelli delle aree d’intervento? 
“Le nostre aree d’intervento, in buona sostanza, sono ormai quelle in cui la consumazione di un crimine vede l’utilizzo delle nuove tecnologie. In particolare, la Polizia Postale per quanto riguarda la pedopornografia raccoglie segnalazioni, coordina le indagini sulla diffusione in Internet o tramite altre reti di comunicazione delle immagini di violenza sessuale sui minori e stila le black list dei siti web pedofili. Gli altri settori sono il copyright, l’e –banking, la pirateria informatica (hacking) cioè, tutti coloro che utilizzano la Rete Internet per danneggiare o per colpire, tramite la stessa, obiettivi a essa correlati, giochi e scommesse on-line, su quest’ultimo campo attraverso il monitoraggio della Rete e un’attenta analisi dei siti dedicati si individuano le attività non autorizzate dal ministero delle Finanze – Amministrazione autonoma monopoli di Stato”.
 
Cosa raccomanda per la sicurezza la Polizia di Stato all’utenza?
“Uno degli slogan della Polizia di Stato su questa tematica è: “Prima di ogni clic usa la testa”. Occorre equilibrio, consapevolezza anche quando si naviga in Internet: attenzione a rispondere ad una e-mail (phishing), ad inserire i dati personali su blog e forum, scaricare file da e-mail anche se il mittente potrebbe sembrare essere conosciuto in quanto il punto zip potrebbe contenere i nuovi virus che attaccano l’home banking che aggirano le sicurezze inerenti all’utilizzo di chiavi, tenere aggiornati gli antivirus e i firewall. Queste  rappresentano le regole minime ma indispensabili”.
Quali sono i vostri Compartimenti?
“I Compartimenti sono a Catania e Palermo. A Catania il personale è di circa 100 uomini. Ci assicuriamo che il nostro lavoro di poliziotti, di appartenenti alla Polizia di Stato, miri ad un unico obiettivo: la sicurezza dei cittadini, anche quando sono on-line”.
Il personale è sufficiente e quali devono essere le competenze?
“Per le attività ed i carichi di lavoro, ovviamente sarebbe meglio una maggiore disponibilità di personale anche se il mio Reparto non risente di particolari carenze d’organico. Per quanto riguarda il reclutamento, considerato le caratteristiche delle nostre attività, valutiamo la preparazione iniziale tecnica nel campo informatico. Occorre una severa selezione di base. Non abbiamo il tempo di formare personale che non abbia già di per se una formazione personale di base. Le richieste di assegnazione al nostro Reparto, da altri Uffici della Polizia, sono numerose”.
 

 
Curriculum Marcello La Bella
 
L’esperienza professionale di Marcello La Bella, vice questore della Polizia di Stato, è iniziata alla Squadra mobile e proseguita alla Digos. È stato, altresì, ufficiale di complemento della GdF. Vanta un’esperienza investigativa notevole nel campo della criminalità organizzata, dei reati informatici e della pedo-pornografia. Ha rappresentato l’Italia in numerosi convegni all’estero tra cui la tavola rotonda internazionale tenutasi in Germania su “Problemi giuridici legati ad Internet” ed è stato inviato diverse volte in Canada per la valutazione del software Cets, per il contrasto della pedofilia su Internet. Attualmente è dirigente del compartimento della Polizia postale e delle comunicazioni per la Sicilia Orientale.