Una risposta alle mille domande di legalità - QdS

Una risposta alle mille domande di legalità

Melania Tanteri

Una risposta alle mille domande di legalità

martedì 17 Aprile 2012

Forum con Francesco Paolo Giordano, Procuratore capo della Repubblica Tribunale di Caltagirone

Quale è la situazione del Tribunale di Caltagirone, relativamente ai carichi di lavoro? È migliorata rispetto al 2009?
“La situazione è sempre quella, anzi per un verso si è aggravata, perché a partire dal 2010 ci sono stati tre trasferimenti. Adesso, sostanzialmente, io sono da solo. Ci sono quattro sostituti e un capo, e ho due sostituti applicati: uno a tempo pieno fino a maggio e l’altro tre volte la settimana. È senza dubbio un lavoro molto duro perché, oltre alle urgenze, ci sono tutte le altre scadenze e tutto ciò che è ordinario. Prospettive di miglioramento ce ne sono: dovrebbe rientrare un sostituto per maternità e tre sostituti arriveranno a maggio. Bisognerà stringere i denti ancora qualche mese. Nel frattempo, c’è questa spada di Damocle della revisione delle Circoscrizioni”.
Cosa ne pensa dei progetti di accorpamento delle circoscrizioni giudiziarie?
“Ho dichiarato in diverse sedi che indubbiamente, dal punto di vista dei parametri oggettivi, Caltagirone, come Sciacca, sono due uffici giudiziari che dovrebbero essere chiusi, proprio perché i parametri sono stati indicati in tre: la popolazione, che non deve essere inferiore a 250 mila abitanti; il numero dei magistrati, che deve essere non inferiore a 28, tra Tribunale e Procura; il numero degli affari, civili e penali, che non deve essere inferiore a 18 mila in un anno. Quindi noi non rientriamo in nessuno di questi parametri. Però, rientriamo sicuramente nel parametro del sussidiario, dell’impatto della criminalità sul territorio, perché la criminalità organizzata ha una presenza molto intensa, sia nel circondario di Caltagirone e in comuni limitrofi, come Scordia e Palagonia, e poi, non dimentichiamo che quello di Caltagirone è un circondario che ingloba tre province, oltre alla parte meridionale della provincia di Catania. È un presidio essenziale e io credo che, se venisse meno, l’azione di contrasto alla criminalità sarebbe sminuita”.
Quali sono le più gravi emergenze del territorio?
“Le emergenze sono quelle degli ultimi anni. Prima di tutto, c’è una situazione delicata riguardo le estorsioni, sia nei confronti di attività commerciali, che nel settore delle imprese, che degli appalti. Assistiamo quotidianamente ad eventi abbastanza inquietanti, come danneggiamenti seguiti da incendi, minacce, taglieggiamenti. Ci sono associazioni antiracket che fanno la loro parte, noi facciamo la nostra, con la polizia giudiziaria che abbiamo, ma il problema è identico a quello delle grandi città e si sente in modo massiccio. Devono pagare tutti. Poco ma tutti. La crisi si fa sentire anche sul versante della criminalità”.
Quali sono i risultati e gli obiettivi dell’ultimo anno?
“Nonostante le grandi difficoltà, posso ritenermi soddisfatto per quello che ho fatto. Sono riuscito, con sacrifici personali miei e dei miei colleghi, a non accumulare arretrato. Oggi, la cosa più importante, è dare una risposta alle mille domande di legalità che provengono dalla cittadinanza e l’arretrato, oltre a causare disordine organizzativo, non dà questa risposta. Anche altri obiettivi sono stati raggiunti: organizzare l’ufficio in vari settori, renderlo più efficiente e adeguarlo alle nuove tecnologie. Abbiamo, inoltre, un progetto per la digitalizzazione degli atti: lo abbiamo nel protocollo e stiamo andando avanti con i procedimenti. E poi, misure di prevenzione e riduzione della spesa, in materia di intercettazioni, settore su cui siamo intervenuti sia per quanto riguarda la spesa che per la sicurezza”.
 
Com’è il rapporto tra la Procura e i cittadini? C’è una fiducia crescente o più una tendenza a chiudersi?
“Dalle carte che ricevo e dagli attestati di stima, devo ritenere che il territorio nutra fiducia verso l’istituzione giudiziaria. Certamente, le problemaitche rimangono sempre le stesse, e riguaradano soprattutto la lungaggine dei processi, ma questo è un problema del sistema. La risorsa più importante è cercare di fare riti alternativi, patteggiamenti, e cercare di mantenere l’arretrato a un livello accettabile, che io credo non debba essere oltre tre anni. questo è un aspetto su cui, ripeto, ci stiamo concentrando molto”.
L’organico è adeguato alle necessità?
“Se non avessi, nel mio ufficio, alcune delle unità dell’amministrazione regionale, non saprei come fare, sarei in ginocchio. In totale, compresa la polizia giudiziaria, i vice procuratori, i magistrati, i funzionari, gli impiegati, si tratta di una cinquantina di persone che ruotano attorno alla Procura. Una piccola famiglia che lavora molto e che cerca di risparmiare tempo, ad esempio attraverso la digitalizzazione”.
Oltre al progetto di cui ci ha parlato, in che modo velocizzate i tempi?
“Abbiamo costretto la polizia giudiziaria a segnalare le notizie di reato in determinati stampati, in modo da agevolare la digitalizzazione. La prospettiva è quella di creare la possibilità di notifiche mediante il sistema telematico. Basterebbe una e-mail. Un altro punto importante è quello di poter pagare i diritti di cancelleria on line. Abbiamo il nostro sito web, con 14 mila accessi in un anno. Viene visitato perché ci sono tanti servizi: link, programmi, modulistica”.
 

 
Curriculum Francesco Paolo Giordano
 
Francesco Paolo Giordano ha 60 anni. Entrato in magistratura nel 1977. Dal 2004 al 2008 è stato sostituto procuratore presso la Direzione nazionale antimafia. Ha ricoperto incarichi nel Comitato direttivo centrale dell’A.N.M. Dal 1992 al 1998, è stato vicepresidente e segretario generale dell’A.N.M. nazionale. Ha svolto vari incarichi di insegnamento universitario e presso la Scuola Superiore della Polizia di Stato. Dal Settembre 2008 è procuratore della Repubblica di Caltagirone.
 

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