Sì alla “genitorialità positiva”, no a modelli educativi violenti - QdS

Sì alla “genitorialità positiva”, no a modelli educativi violenti

Margherita Montalto

Sì alla “genitorialità positiva”, no a modelli educativi violenti

giovedì 19 Aprile 2012

Secondo un’indagine di Save the Children solo il 25% dei genitori rifiuta categoricamente il ricorso allo schiaffo. Il ceffone può sviluppare nei bambini aggressività e disturbi del comportamento

PALERMO – Un bambino sbaglia, il genitore lo picchia. I metodi educativi che puntano sul picchiare i bambini  è bloccano la crescita del bambino accentuandone l’aggressività  e da grande sarà sicuramente un ragazzo frustrato che risolverà le sue questioni alzando le mani.
Da numerosi studi e ricerche prodotti da psicologi, pedagogisti, sociologi è emerso che “c’è una diretta correlazione tra le punizioni corporali subite nell’infanzia e il comportamento violento o aggressivo di giovani e adulti”. I bambini apprendono in maniera velocissima più gli atteggiamenti negativi ed è naturale che emulino i loro genitori, nel bene e nel male.
 
Alcuni sostengono che “sculacciare” un bambino non sia negativo anzi, la punizione corporale fa apprendere più velocemente che ha sbagliato. Quanto di più errato c’è in questo, non ci si rende conto che si creano veri e propri disturbi del comportamento. In genere quante volte ci siamo imbattuti in genitori che, anche per strada, sgridano, strattonano il loro bimbo? Certo è facile prendersela con i più deboli. Come fa un bambino a difendersi? Piangendo, urlando esprime il suo dolore. è giusto? No. Che se ne possa dire, i genitori di tale natura sono sicuramente arrabbiati, nervosi e veicolano la loro aggressività prendendosela con il piccino, causandogli una situazione emotiva volutamente di dolore e al genitore l’illusione di un falso successo disciplinare. 
 
La sana crescita di un bambino dipende dalla genitorialità positiva. Nella promozione dei diritti dell’infanzia Save The Children ha portato avanti una Campagna “A mani ferme – Per dire No alle punizioni fisiche nei confronti dei bambini”. I dati, della nuova ricerca di Save the Children – realizzata da Ipsos – su “I metodi educativi e il ricorso a punizioni fisiche” riportano che,  “oltre un quarto dei genitori italiani – il 27% – ricorre più o meno di frequente allo schiaffo con i figli e lo sculaccione è educativo secondo un quarto dei genitori.
 
La ricerca del dialogo e dell’ascolto si confermano i principali pilastri sui quali i genitori costruiscono il loro rapporto educativo con i figli – rispettivamente per il 50% e per il 35% di essi. Più di un quarto dei genitori italiani ricorre allo schiaffo: lo fa o qualche volta al mese il 22% o quasi tutti i giorni il 5%”. “Inoltre, il 25% del totale dei genitori si rifiuta categoricamente di ricorrere alle punizioni fisiche dei propri figli”. L’intento della campagna, a tutela dei bambini, è quello di aiutare i genitori “dimostrando che è possibile mantenere disciplina e autorevolezza attraverso modelli educativi non violenti” spiega Valerio Neri, Direttore Generale Save the Children Italia”. Una precedente ricerca di Save the Children mostra un aumento del ricorso allo schiaffo fra i genitori con figli tra 6 e 10 anni (27% a fronte del 22% del 2009) e fra 11 e 16 anni (18% contro l’8%), mentre in decremento l’uso del ceffone verso i bambini più piccoli tra 3-5 anni (passato dal 38% del 2009 al 22% del 2012).
 
Capita invece quasi tutti i giorni di dare uno scapaccione ai propri bambini rispettivamente al 5% dei genitori di figli fra 6 e 16 anni e al 3% di quelli con bambini tra 3 e 5 anni. Avviene poi in casi eccezionali al 49% dei genitori di bambini da 3 a 10 anni e per il 51% di quelli con figli da 11 e 16 anni. Per Save TheChildren tra le principali motivazioni che spingono allo schiaffo, il 45% per “l’esasperazione, lo spavento, la reazione di un momento”, seguita da “il voler segnalare in modo inequivocabile che si è superato un limite estremo” per il 38%. Per quanto riguarda le conseguenze dello schiaffo sui bambini, non sono considerate necessariamente negative:  quasi il 57% dei genitori, dare uno schiaffo una volta ogni tanto non ha mai fatto male a nessuno e per il 26% di essi  può avere un effetto benefico per renderli adulti educati. Sapere ascoltare il 35%) e il far sentire la propria presenza il 32%).
 
E anche laddove madri e padri ritengano di dover punire i propri figli, le punizioni che reputano più efficaci sono: l’imposizione di una restrizione (in media lo pensa il 68% dei genitori), sgridare i figli con decisione (35,6%), costringerli a svolgere delle attività non gradite (33%). Il ricorso alla sculacciata si colloca invece in fondo alla classifica (15%). Nella maggior parte dei casi il genitore colpisce “picchia”, “schiaffeggia”, “sculaccia” i bambini, utilizzando la mano o un utensile. L’indagine condotta tra il 29 febbraio e il 5 marzo 2012 è stata avviata attraverso interviste a un campione di 1.000 genitori con almeno un figlio tra i 3 e i 16 anni e a un campione di 250 ragazzi tra gli 11 e i 16 anni.

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