PALERMO – Resta la disoccupazione il problema sociale più evidente in Sicilia da cui poi derivano tutta una serie di fenomeni negativi a catena nel territorio.
L’annuario statistico regionale conferma nel 2010 una tendenza davvero preoccupante. In primis, rispetto all’anno precedente, si è registrata una diminuzione di oltre 24.000 occupati (pari a un -1,7 per cento) e una crescita del 5,1 per cento del numero di coloro che cercano lavoro (oltre 248 mila unità).
Settorialmente, perdite marcate si evidenziano nelle costruzioni (quasi 13.000 unità, pari al 9,5 per cento in meno del comparto), nell’industria in senso stretto (6,6 per cento) e nei servizi (-0,4 per cento) mentre in agricoltura si evidenzia addirittura una crescita della base occupazionale (1.729 unità, pari ad un incremento dell’1,6 per cento. L’analisi di medio periodo evidenzia una inversione di tendenza, dalla crescita al calo, a partire dal 2006, anno in cui si è registrato il numero più elevato di occupati (1.502.718 unità).
Per le donne, l’ultimo anno censito ha mostrato una contrazione (-1,1 per cento) dei livelli occupazionali rispetto al 2008, meno marcata di quella registrata rispetto al 2006 (-1,7 per cento). Per gli uomini si evidenzia invece, una contrazione dell’1,8 per cento nell’ultimo periodo e una del 5,4 per cento nel raffronto con il periodo iniziale.
Il tasso di occupazione (il rapporto percentuale tra gli occupati compresi tra i 15 e i 64 anni e la corrispondente popolazione di riferimento) per le prime passa dal 29,6 del 2006 al 28,7 per cento di fine periodo. In pari tempo si evidenzia una significativa crescita nel numero di persone in cerca di un lavoro. In cinque anni si è avuta una crescita di 13.541 unità, con un effetto diretto sul tasso di disoccupazione (rapporto percentuale tra le persone in cerca di occupazione e le forze di lavoro), aumentato di 1,2 punti percentuali (era pari al 13,5 per cento nel 2006). Per contro, il tasso di attività (cioè il rapporto percentuale tra le persone appartenenti alle forze di lavoro comprese tra i 15 e i 64 anni e la corrispondente popolazione di riferimento) si è ridotto dal 52,1 per cento del primo anno al 50,1 per cento del 2010.
In tutto questo appare molto allarmante la situazione proprio della disoccupazione giovanile. L’Istat evidenzia come dal 2002 ad oggi è stato un esponenziale crescendo il fenomeno della disoccupazione tra i giovani. Dieci anni fa erano occupati il 66 per cento dei siciliani e di questi i due terzi erano giovani compresi tra i 15 ed i 39 anni. Progressivamente, di anno in anno, questo rapporto si è sgretolato sino ai giorni nostri: nel 2010 infatti la quota di occupati over 40 ha superato, seppur di poco (55 per cento del totale), quella dei giovani invece che hanno un lavoro (45 per cento).
Oramai dal 2007 il tasso di disoccupazione è in costante crescita: si parte da quell’anno con un 10,5 per cento, oggi si arriva addirittura ad oltre il 13 per cento. Soglia enorme per una regione che davvero non riesce più a competere dal punto di vista economico e sociale con il resto d’Italia.
L’approfondimento. Il divario con il resto d’Italia è ancora notevole
Nel quadro del mercato del lavoro il divario tra la Sicilia e il resto del paese permane ed è anche più che evidente. Gli occupati risultano il 42,6 per cento contro una media del 56,9 per cento. I disoccupati sono il 14,7 per cento contro una media che invece si abbassa a livello nazionale all’8,7 per cento. In tutto questo ovviamente incide la qualità della vita dei siciliani che non è certamente ottimale.
E questo l’annuario statistico di Regione e Istat lo mette proprio in evidenza. Nel 2010 il 47,6 per cento delle famiglie siciliane dichiara che la propria situazione economica è peggiorata rispetto al 2009 (la quota dell’anno precedente era pari al 56,3 per cento), registrando un valore superiore rispetto al corrispondente dato a livello Italia (43,3 per cento); mentre per il 48,8 per cento è rimasta invariata (39,6 per cento nel 2009 contro il 51,4 per cento della media nazionale) e infine per il 2,7 per cento migliorata (contro il 4,8 per cento del Paese in complesso).
è evidente che quasi una famiglia su due in Sicilia esterna una sofferenza collegata all’assenza di lavoro, di punti di riferimento veri basati su crescita e occupazione.