Stalking, a Catania in calo le richieste di ammonimento - QdS

Stalking, a Catania in calo le richieste di ammonimento

Margherita Montalto

Stalking, a Catania in calo le richieste di ammonimento

mercoledì 25 Aprile 2012

I dati 2011 del “Gruppo studi e lavoro a tutela delle vittime di stalking” della Questura etnea. Sono state 22 contro le 52 del 2010: registrata una flessione del 57%

CATANIA – Non passa giorno che la cronaca italiana non registri casi di violenza sulle donne e sui minori. Per attenuare la pericolosità di comportamenti che, talora, da semplici molestie fisiche o psicologiche degenerano nelle più gravi fattispecie di minacce o lesioni o, comunque, per incoraggiare le vittime a denunciare quelle persecuzioni che nascono tra le mura domestiche e che spesso inducono a cambiare stili di vita, è intervenuto nel 2009 il decreto legislativo n. 11 del 23 febbraio, convertito in legge il 23 aprile 2009 n. 38.
A distanza di tre anni dall’entrata in vigore della legge cosiddetta sullo “stalking”, oggi è a tutti più chiaro il concetto di stalker.
Tuttavia, sulla scorta dei dati, finora riguardanti l’istituto dell’ammonimento, che la legge attribuisce alla competenza del Questore della Provincia di residenza e che è finalizzato all’emissione di un formale monito nei confronti del responsabile degli atti persecutori, non ha trovato compiuta applicazione. Tale affermazione scaturisce da un confronto dei dati forniti dalla Questura di Catania per il 2011, con quelli del 2010: 22 provvedimenti di ammonimento emessi nel 2011, a fronte dei 52 ammonimenti emessi nel 2010.
Come sottolinea il Vice Questore Agg. della Polizia di Stato Angelica Riso, responsabile del “gruppo studi e lavoro a tutela delle vittime di stalking” della Questura di Catania, il reato di stalking continua a manifestarsi sempre più nei confronti della donna e sempre più tra persone unite, o che sono state unite, da una relazione affettiva. Dagli ultimi dati c’è, da una parte, un calo di richieste di ammonimento, probabilmente dovute al fatto che la “vittima” si aspetta dallo Stato un intervento immediato, volto all’adozione di misure cautelari personali. Le ragioni possono essere le più varie: tra tutte, però, quelle più convincenti inducono a ritenere che, con buona probabilità, l’esistenza di detto rimedio di legge non è sufficientemente conosciuta oppure che in molti casi e, in special modo, nelle situazioni in cui gli atti persecutori sono probabilmente molesti e/o violenti, la vittima preferisce ricorrere direttamente all’Autorità Giudiziaria confidando nell’emanazione di apposite misure cautelari.
Di contro, il provvedimento questorile dell’ammonimento consiste in un intimazione rivolta al responsabile degli atti persecutori, con l’invito alla immediata desistenza.
All’irrogazione dell’ammonimento consegue, tra l’altro, la procedibilità d’ufficio nelle ipotesi di ulteriori atti di stalking di norma perseguibili a querela di parte, fino all’arresto del responsabile, in caso di flagranza di reato o in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere o agli arresti domiciliari emessa dall’A.G..
Nell’anno 2011 si è obiettivamente registrata una flessione del numero delle richieste di ammonimento e conseguentemente dei provvedimenti di ammonimento che ammontano a 22, rispetto ai 52 dell’anno precedente.
Atteso il rilievo dell’istituto e la sua significativa incidenza sociale e sulla sicurezza pubblica, si auspica che, attraverso una informazione pubblica e mercé un’attività d’indagine e stimolo da parte delle forze di polizia e delle istituzioni in generale, la legge in esame possa trovare più compiuta applicazione.

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