“Il Genio è organizzato in 25 Unità Operative (Uo), per un totale di 180 dipendenti. Le prime si occupano di attività amministrativa, appalti ma anche ragioneria; le altre Uo sono ripartite in più settori tra cui fotovoltaico, sismico, sistema delle acque ed edilizia.
Per quanto riguarda il settore dell’antisismica, è compito del Genio Civile rilasciare un nulla osta ai sensi degli artt.17 e 18 della legge n. 64/1974 per certificare l’aderenza della struttura alle normative di costruzione antisismica. Un altro settore di nostra competenza è quello delle acque, noi rilasciamo autorizzazioni e concessioni ai sensi del Tu istituito con Regio Decreto n. 1775 del 1933. Il Genio Civile si occupa anche di fotovoltaico che finora ha tirato bene ma oggi gli investimenti non sono più redditizi come prima.
Altro compito consiste nell’approvazione delle opere pubbliche. La legge regionale n. 12/2011 che regola gli appalti in Sicilia ha recepito la normativa nazionale tranne nella metodologia di approvazione. Il Genio ha infatti il compito di approvare le opere pubbliche dai 5 ai 15 mln di € tramite conferenza dei servizi”.
“Le nostre attività hanno aiutato a mettere in moto l’economia attraverso le conferenze di servizi. Per il Castello Ursino per esempio la conferenza per la riqualificazione del museo ha un importo di 5.900.000 €.
Il Genio è intervenuto inoltre per combattere il dissesto idrogeologico, una piaga continua che balza nelle cronache solo quando accadono disastri ma che, invece, necessita di interventi regolari. Mi sono reso conto però che alla fine abbiamo prodotto solo carta, i progetti sono rimasti sul tavolo perché nessuno è venuto a ritirarli, non li prendono perché non possono farli partire”.
“I Comuni hanno bisogno del nostro nulla osta per fare i progetti ma i vari controlli (per esempio sull’effettivo impiego delle norme di costruzione antisismica) non competono il Genio ma i sindaci che però si trovano oggi in situazione di ristrettezza economica. Sarebbe necessario mettere in regola le scuole ma penso che converrebbe rifarle e usare le vecchie strutture, con parametri di sicurezza più bassi, per altri tipi di edificio”.
“Il dissesto idrogeologico. Sulla collina di Vampolieri abbiamo realizzato degli interventi, li abbiamo finiti ma la sicurezza non si ottiene tutta in una volta, si sviluppa per tappe. Abbiamo individuato le aste fluviali e le abbiamo liberate, ora il problema sarà la manutenzione che spetta al Comune. Servono comunque altri interventi. La speculazione edilizia selvaggia di 30 anni fa aveva fatto in modo che l’acqua non arrivasse alle aste fluviali mentre ora abbiamo il problema opposto: far deviare dalle aste”.
“Sempre in tema di dissesto idrogeologico, altri casi sono rappresentati dalla zona industriale di Pantano d’Arci, dal villaggio Santa Maria Goretti e dalla zona dell’aeroporto. Basterebbe la manutenzione straordinaria dei torrenti limitrofi e dei canali di scolo ma non abbiamo i soldi. Recentemente poi, il Genio è intervenuto dentro l’oasi del Simeto ma ci siamo trovati contro gli ambientalisti. Nonostante l’urgenza con la quale dovevamo concludere i lavori abbiamo preferito fermarci”.
“Non riusciamo ad intervenire come vorremmo perché la normativa di riferimento per le acque è vetusta e perché non riusciamo a far convogliare sul problema i fondi europei come i Fas. Ancora non si percepisce la gravità della situazione, mi è capitato di partecipare a convegni dove si ipotizzava di togliere tutto l’interramento dei torrenti.
Il Genio Civile crea progetti di intervento ma poi questi devono essere finanziati per diventare operativi, noi come dipendenti regionali abbiamo partecipato ai nuovi bandi e ai fondi Fas, ora fermi. Dall’altro lato, la Regione ha bisogno di un parco progetti perché non riesce a spendere neppure i contributi ricevuti.
Per quanto riguarda la progettazione, il Genio Civile può avvalersi dei suoi specialisti e mettere a disposizione la propria esperienza ma purtroppo è da circa 2 anni, da quando è stata stabilita la nuova organizzazione degli assessorati con la legge di riordino del personale n. 10/2000, che diversi dipendenti laureati sono diventati dirigenti ma sono stati trasferiti a svolgere il nuovo incarico in altre amministrazioni in modo credo non razionale. Io ora ho a disposizione 2 geologi: prima ne avevo sei e già affermavo che erano pochi”.