Sicurezza nel luogo di lavoro, norme sconosciute agli addetti - QdS

Sicurezza nel luogo di lavoro, norme sconosciute agli addetti

Luca Insalaco

Sicurezza nel luogo di lavoro, norme sconosciute agli addetti

sabato 19 Maggio 2012

Regole ignote, lo svelano i risultati di un questionario proposto da Cgil Sicilia a 700 lavoratori. Il documento verrà sottoposto ai soggetti interessati, in primo luogo all’Inail

PALERMO – Sicurezza, questa sconosciuta. A quattro anni dalla sua entrata in vigore il Testo Unico sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (D. lgs. n. 81/2008, integrato dal D. Lgs n. 106/2009) rimane una materia astratta per tanti, troppi, lavoratori. Illuminanti sono in tal senso i risultati di un questionario proposto da Cgil Sicilia a 700 lavoratori di aziende medio-grandi dell’Isola, per 1/3 del settore pubblico e per il resto private.
Le domande miravano a rilevare lo stato di attuazione della normativa, con esiti non troppo confortanti. Dal documento emerge, ad esempio, un’alta percentuale di mancata conoscenza della figura del rappresentante del lavoratore per la sicurezza (Rls). Lacune analoghe investono la figura del responsabile del servizio di prevenzione e protezione (Rspp), dell’addetto al primo soccorso o alle vie di fuga. Ancora più grave, se possibile, è l’assenza di informazioni sul medico competente nominato dal datore di lavoro. “Medico che dovrebbe conoscere i lavoratori. Il dubbio – sottolinea il sindacato – è che queste risposte nascondano operazioni fatte a tavolino”.
Di certo c’è che gli infortuni di lavoro non cessano di segnare le pagine di cronaca nera e di seminare dolore. Solo nel 2011 in Sicilia sono stati denunciati 35 mila infortuni sul lavoro. A questi bisogna poi aggiungere un buon 30 per cento di sinistri che colpiscono i lavoratori in nero. Incidenti che nella nostra regione hanno un costo sociale stimato in 35 mln di euro.
“Nel bel mezzo della crisi non possiamo tollerare che un lavoratore esca di casa per andare a lavorare e non vi torni più” dice Michele Pagliaro, componente della segreteria regionale Cgil.
Il test aveva anche uno scopo informativo. Non a caso la Cgil nei mesi scorsi ha donato una copia del Testo Unico a biblioteche e scuole dell’Isola. Un modo per rendere consapevoli i lavoratori dei loro diritti.
Ecco perché, in un’assemblea unitaria che si terrà il prossimo 22 maggio, il documento verrà sottoposto a tutti i soggetti preposti alla sicurezza ed in primo luogo all’Inail. L’Istituto nazionale – è l’idea della Cgil – potrebbe sottoporre il questionario ad almeno 50 mila lavoratori, in modo da avere un quadro completo della situazione. In cima alle richieste del sindacato vi è un maggiore coinvolgimento di tutti gli attori della sicurezza, dalle Asp ai medici, oltre ad una più spiccata capacità di interlocuzione dei soggetti preposti. Grande attenzione viene posta sull’Rls: “Se nel 30 per cento delle aziende intervistate questa figura non è stata nominata, – commenta Pino Lo Bello, del dipartimento salute e sicurezza del sindacato – figuriamoci cosa accade in quelle piccole. Temiamo che, accanto ad una nomina non consapevole, ci possa essere anche una mancanza di formazione o conseguita solo sulla carta”.
Per il sindacalista occorre che Inail e aziende sanitarie facciano di più nell’ambito dei rispettivi ruoli, ovvero formazione e controllo. “L’Rls è un soggetto importante, che non va incontro a sanzioni penali ma è moralmente responsabile. È una figura – sottolinea Lo Bello – che deve acquisire piena consapevolezza delle potenzialità del suo ruolo”.

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