L’evasione? Corre sul Tir. Frode fiscale da 62 milioni di euro - QdS

L’evasione? Corre sul Tir. Frode fiscale da 62 milioni di euro

Marina Pupella

L’evasione? Corre sul Tir. Frode fiscale da 62 milioni di euro

sabato 19 Maggio 2012

Giro di fatture da 120 milioni di euro per operazioni inesistenti

PALERMO – Scoperta dalla Guardia di finanza di Palermo una maxi frode fiscale da 62 milioni di euro che ha coinvolto il settore dell’autotrasporto. Le Fiamme gialle hanno accertato un giro di fatture per operazioni inesistenti per 120 milioni di euro, che avevano il benestare della mafia. I finanzieri, in esecuzione di provvedimenti della Procura di Palermo – Dipartimento “mafia – economia”, hanno posto sotto sequestro cinque cooperative palermitane di trasporto merci su strada e beni nella disponibilità degli amministratori, responsabili di avere organizzato un vasto sistema di frode, che ha profondamente inquinato e nociuto il settore.
 
Tra i beni sequestrati 99 automezzi adibiti a trasporto merci (motrici, autocarri e furgoni), 10 autoveicoli, 6 motocicli, 5 terreni agricoli, 17 immobili nonché oltre 60 rapporti bancari, fino a un valore complessivo superiore a 62 milioni di euro, pari alle imposte evase. La mente di questa articolata frode è un consulente del lavoro palermitano, Giuseppe Damiata, ora indagato insieme con altre cinque persone: Anna Mangano, Antonio Costanza, Salvatore Oneto, Francesco Faija, Giosuè Rizzuto. Oltre 180 i “padroncini” che operavano senza pagare imposte dietro lo schermo giuridico delle cooperative ed oltre 1.000 i lavoratori impiegati presso diverse aziende sul territorio siciliano ma formalmente assunti dalle cooperative che poi non versavano i contributi previdenziali ed assicurativi.
Attraverso l’operazione denominata “Duark Truck”, gli investigatori hanno accertato che il sistema avrebbe permesso, negli anni, di beneficiare di ingenti ed indebiti vantaggi fiscali a numerose aziende del settore della distribuzione, alcune delle quali sottoposte a sequestro perche’ riconducibili a soggetti indiziati o indagati per mafia; rilevata la presenza di soggetti già arrestati per mafia fra i soci e i dipendenti di alcune cooperative, così come l’emissione di fatture false a favore di queste ultime da parte di due aziende riconducibili ai fratelli Graviano.

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