Tagliati 45 milioni di euro per il trasporto pubblico - QdS

Tagliati 45 milioni di euro per il trasporto pubblico

Rosario Battiato

Tagliati 45 milioni di euro per il trasporto pubblico

venerdì 25 Maggio 2012

Il capitolo di spesa del tpl alleggerito tramite sforbiciata dei contributi regionali. Protestano gli addetti del settore. Il rapporto Istat cassa la Sicilia: “Anche in presenza dell’offerta incide di più la scarsa qualità del servizio”

PALERMO – Nelle scorse settimane si è consumato il valzer delle proteste degli addetti ai lavori del trasporto pubblico per il taglio dei contributi regionali al settore, il cui capitolo di spesa subirà un taglio del 20 per cento, passando da 222 milioni di euro a 177. Chiaramente ci sono problemi connessi al rischio posti di lavoro e al taglio di alcune tratte considerate improduttive, ma se il tpl isolano finora si è mantenuto in piedi è stato proprio grazie ai contributi regionali che hanno drogato il settore. Una comoda modalità per ignorare il miglioramento di un servizio poco utilizzato dall’utenza e ad un livello di qualità che è il più scadente tra le regioni italiane. L’ultima conferma è arrivata dal rapporto annuale dell’Istat pubblicato nei giorni scorsi. 
L’utilizzo del trasporto pubblico cresce quasi ovunque. L’analisi dell’Istituto di statistica nei 116 comuni capoluogo di provincia ha rilevato che la domanda di trasporto pubblico locale, definita dal rapporto tra il totale dei passeggeri trasportati ogni anno e il totale dei residenti,è mediamente pari, nel 2010, a 226 passeggeri per abitante, in crescita del 13,6 per cento rispetto al 2000 (+1,4 per cento di variazione media annua). Tuttavia i valori variano abbastanza profondamente all’interno del Paese. 
 
Nei grandi comuni del Centro-Nord i valori sono quasi sempre superiori ai 200 passeggeri per abitante, anche se permane qualche differenza: a Padova e Verona i valori dell’indicatore scendono intorno a 150 passeggeri per abitante e a Vicenza non si raggiungono i 60. In Emilia-Romagna Bologna e Parma si attestano, rispettivamente con 249 e 164 persone trasportate per abitante, in cima alla classifica. Tra i grandi centri dominano Milano e Roma, dove si movimentano rispettivamente 700 e 530 passeggeri per abitante. Altra storia al Sud dove soltanto Napoli mantiene la media nazionale con 224 passeggeri/abitante.
La Sicilia è l’esempio di come non si debba fare trasporto pubblico locale. “Nel caso delle città̀ della Sicilia, – si legge sul dossier – come pure in molte altre realtà̀ del Mezzogiorno, ciò che incide maggiormente, anche in presenza dell’offerta del servizio, è̀ la sua scarsa qualità̀: Infatti, la Sicilia si colloca costantemente all’ultimo posto nell’ordinamento delle regioni per soddisfazione espressa dai cittadini in merito ad alcuni importanti aspetti del servizio di trasporto pubblico”. Solo uno su quattro si dichiara soddisfatto della frequenza e puntualità delle corse o della pulizia delle autovetture.
Pare adeguata la densità̀ delle reti, la lunghezza in chilometri delle reti di trasporto pubblico per 100 km2 di superficie comunale. A livello nazionale è̀ mediamente di 120 km per unità̀ di superficie, in espansione di oltre l’8 per cento rispetto al 2000. In Sicilia Messina (191) e Catania (154) mantengono, almeno in questo caso, l’onore regionale.
In merito alla disponibilità̀ di posti-km per abitante riferiti al totale dei mezzi di trasporto (autobus, tram, metro, filovie), nel 2010 l’insieme dei comuni capoluogo di provincia offriva circa 4.700 posti-km per abitante, in crescita del 9,7 per cento rispetto al 2000. Anche qui l’offerta più limitata (meno di 1.500 posti-km per abitante) ha riguardato nella metà dei casi comuni delle regioni meridionali.
 

 
Approfondimento. Il fallimento di un sistema con poco seguito
 
PALERMO – Ai siciliani il trasporto pubblico locale non piace proprio. Lo utilizzano in pochi, perché il mezzo privato è più comodo, pulito e arriva sempre in orario. Anche queste sono le ragioni del fallimento del tpl in Sicilia, che senza la ricca quota di contributi regionali potrebbe essere costretto a tagliare posti di lavoro e tratte percorribili. Secondo l’ultimo dossier annuale dell’Istat, in Italia poco meno di un quarto della popolazione di 14 anni e più dichiara di utilizzare il trasporto pubblico locale. Un dato che però passa dall’utilizzo mediamente superiore del Nord al Mezzogiorno, dove scende a valori intorno al 17 per cento. Le quote dei soddisfatti passano da Bolzano, dove il servizio offerto soddisfa per molti aspetti quote superiori all’80 per cento dei cittadini, alla Sicilia dove fanno una picchiata a meno del 25 per cento. Sempre l’Isola, in compagnia della Campania, si colloca in fondo alle graduatorie di gradimento per tutte le caratteristiche analizzate, segnalando una forte discrepanza tra il servizio reso e le aspettative. “Le caratteristiche del servizio – prosegue il dossier – che soddisfano più del 50 per cento degli utenti nella generalità̀ dei territori sono la puntualità̀ e la frequenza delle corse, ma anche per questi aspetti si distinguono in negativo i giudizi dei cittadini siciliani”.

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