Certificazione debiti Pa, la Sicilia resta esclusa - QdS

Certificazione debiti Pa, la Sicilia resta esclusa

redazione

Certificazione debiti Pa, la Sicilia resta esclusa

venerdì 25 Maggio 2012

Armao: “Conti a posto, fuori dal Piano rientro”. La Regione siciliana chiede con forza al governo nazionale di rivedere il contenuto dei quattro decreti emanati. L’assessore regionale all’Economia: “Chiediamo l’estensione del provvedimenti alle imprese siciliane”

Palermo – La Regione siciliana chiede al governo nazionale, attraverso gli assessori all’Economia, Gaetano Armao, e alla Salute, Massimo Russo, di permettere anche alle imprese siciliane di recuperare direttamente i crediti con la pubblica amministrazione e di rivedere, quindi, il contenuto dei decreti emanati per l’attuazione del Dl 185 del 2008, convertito nella legge 183 del 2011.
I quattro decreti del governo, al momento, escludono la possibilità di certificare i debiti per imprese delle regioni sottoposte a ‘piani di rientro’, tra le quali c’è la Sicilia.
“Abbiamo più volte evidenziato al governo nazionale – dice Armao – che la Sicilia è la Regione con le performance più positive nel miglioramento dei conti in materia sanitaria ed è ormai fuori dal piano di rientro. D’intesa con il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, chiederemo l’estensione immediata alle imprese siciliane delle misure di accelerazio ne dei pagamenti della pubblica amministrazione, oggi (ieri, ndr), all’incontro con il governo nazionale, presieduto dal ministro Gnudi, per l’insediamento del tavolo tecnico che, dopo 40 anni, apre il confronto sull’autonomia finanziaria della Regione”.
“La Sicilia – aggiunge l’assessore regionale per la Salute Massimo Russo – non può essere inserita tra le regioni italiane che rischiano di essere escluse dai benefici economici previsti dal provvedimento del ministro Passera. La nostra Regione, infatti, con grandi sacrifici ha brillantemente superato il Piano di rientro già nel 2009 e ha anche rispettato gli impegni assunti con il successivo Programma Operativo firmato con il Ministero e che scadrà alla fine di quest’anno: il 2011 si è chiuso con lo squilibrio programmato di circa 40 milioni di euro, abbondantemente compensato dai circa 330 milioni di euro provenienti dalle addizionali è stata più volte additata in campo sanitario come esempio virtuoso per il risanamento economico e la riqualificazione del sistema”.

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