Le Pmi al Sud si indebitano di più contro la crisi che per investire - QdS

Le Pmi al Sud si indebitano di più contro la crisi che per investire

Patrizia Penna

Le Pmi al Sud si indebitano di più contro la crisi che per investire

martedì 29 Maggio 2012

Indagine di Fondazione Impresa condotta su un campione di 1.200 aziende con meno di 20 addetti. Accesso al credito, contrazione ridotta: -0,9% in Sicilia rispetto al -3,4% in Piemonte

Palermo – “Quasi una piccola impresa su due (il 43,3%) ha incontrato difficoltà nell’accesso al credito. Al Nord le piccole imprese hanno riscontrato maggiori difficoltà rispetto al Centro e al Mezzogiorno”. Lo rivela l’indagine condotta da Fondazione Impresa.su un campione di 1.200 aziende con meno di venti addetti.
Dai risultati emerge, inoltre, che nella maggioranza dei casi (57,1%) le piccole imprese richiedono credito per superare la fase di crisi e gestire la mancanza di liquidità. Le piccole imprese, secondo i ricercatori di Fondazione Impresa, necessitano di credito per gestire le operazioni quotidiane come il pagamento dei propri dipendenti, dei fornitori, delle imposte e il fenomeno del credit crunch è preoccupante perché rischia di minare la loro sopravvivenza.
Nel Nord si registra una maggiore propensione a richiedere finanziamenti per investimenti rispetto alla media nazionale ed è singolare il caso del Nord Est dove si registra la maggior propensione al ricorso al credito per investimenti (38,7%) e, di converso, le più elevate difficoltà ad ottenere credito (48,2% contro il 43,3% della media nazionale). Questo aspetto limita le prospettive di crescita e si auspica che il fenomeno del credit crunch venga mitigato con azioni a sostegno delle piccole imprese, il vero motore dell’economia reale del Paese.
Ma vediamo ancor più nel dettaglio i dati emersi dallo studio di Fondazione Impresa: nel Nord Est le difficoltà di accesso al credito sono state maggiori (il 48,2% delle piccole imprese hanno incontrato difficoltà mentre le piccole imprese del Centro Italia hanno sofferto di meno: qui hanno avuto difficoltà 4 imprese su 10 (il 41,0%). Il principale motivo di difficoltà d’accesso al credito riguarda la richiesta di garanzie eccessive (48,9%) mentre il 27,7% delle piccole imprese ha indicato tassi di interesse troppo elevati.  La richiesta di garanzie eccessive rappresenta il principale motivo di difficoltà d’accesso al credito (48,9%), seguono i tassi di interesse troppo elevati (27,7%). Nel Nord Ovest la richiesta di garanzie eccessive da parte delle banche è indicata addirittura da quasi 6 imprese su 10 (il 58,8%); nel Mezzogiorno tale incidenza scende al 40,6% e si rafforza la tesi dei tassi di interesse troppo elevati (34,4% rispetto alla media nazionale del 27,7%). La motivazione principale per la richiesta di nuovi crediti è rappresentata dalla necessità di sostenere l’azienda nella crisi e di sopperire alla mancanza di liquidità (57,1% dei casi). Tale aspetto è particolarmente evidente nel Centro (63,3%) e nel Mezzogiorno (60,0%).
Nel Nord d’Italia, anche se la motivazione principale rimane quella del sostegno all’azienda nella crisi, emerge una maggiore propensione all’utilizzo di finanziamenti per i nuovi investimenti (rispettivamente 38,7% per il Nord Est e 37,0% per il Nord Ovest rispetto al 33,0% della media italiana).
Dall’elaborazione dei dati della Banca d’Italia emerge una conferma di quanto rilevato dall’indagine di Fondazione Impresa. A fine gennaio del 2012 il credito alle imprese si è fermato (+0,0% rispetto a gennaio 2011) e a fine febbraio ha evidenziato il segno meno (-1,1% su stesso periodo del 2011). Nel caso delle piccole imprese (<20 addetti) si registra il terzo mese consecutivo di contrazione: -2,6% a febbraio contro appena il -0,7% per le imprese con più di 20 addetti. Da giugno 2011 a febbraio 2012, il tasso di crescita dei prestiti è passato dal +4,5% al -0,7% per le imprese con almeno 20 addetti e dal +3,1% al -2,6% per le piccole imprese.
Tra febbraio del 2011 e febbraio del 2012, i prestiti alle piccole imprese (meno di 20 addetti) sono diminuiti in tutte le regioni italiane; di più in Molise (-4,4%), Sardegna (-4,0%) e Toscana (-3,7%) mentre solamente in Trentino Alto Adige e in Sicilia si registrano contrazioni più contenute e al di sotto del punto percentuale (rispettivamente -0,8% e -0,9%).

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