“Terremoto nel Sud”, l’ora delle polemiche - QdS

“Terremoto nel Sud”, l’ora delle polemiche

Rosario Battiato

“Terremoto nel Sud”, l’ora delle polemiche

mercoledì 30 Maggio 2012

Ieri nuove scosse sismiche hanno sconvolto l’Emilia: 15 morti e circa 6 mila sfollati. Attese altre onde telluriche. L’ingegnere sismico Martelli torna a chiarire: “Si tratta di esperimenti di previsione utili alla prevenzione”

PALERMO – Le precisazioni non sono, evidentemente, servite. Alessandro Martelli, ingegnere sismico dell’Enea, si è esposto pubblicamente in merito alle preoccupazioni di noti sismologi che sulla base di “esperimenti di previsione” hanno lanciato l’allarme per il possibile verificarsi, nel medio termine, di un forte evento sismico anche nel Meridione. Tutto questo è avvenuto ancora prima del sisma emiliano delle scorse settimane e che ieri è tornato a sconvolgere la regione, ma è tornato sulla cresta dell’onda mediatica dopo i recenti fatti. Da qui il diluvio di strumentalizzazioni e attacchi frontali nei confronti di una riflessione che, almeno nell’idea di Martelli, avrebbe dovuto risvegliare le coscienze sul tema della prevenzione antisismica e che in realtà, a causa del tritacarne mediatico, ha soltanto alimentato altre polemiche. 
La scorsa settimana (inchiesta del 25 maggio scorso) Alessandro Martelli proprio dalle pagine del Qds aveva tenuto a precisare che il sisma per il meridione di alto grado del quale avevano parlato diversi giornali era previsto negli “esperimenti di previsione” realizzati da noti sismologi. “Sono stati loro ad averli resi noti – ha spiegato Martelli – e io sto cercando, essendo un addetto ai lavori nella mia qualità di ingegnere sismico, di fare in modo che vengano divulgati perché possono essere molto utili per la prevenzione”. Una volontà di chiarire inutile perché da più parti si sono levate le posizioni strumentali di chi ha voluto attaccare Martelli per una profezia che non c’è mai stata e di chi, invece, l’ha acclamato, anche qui senza ragione, come una specie di salvatore della patria.
“Sono un ingegnere sismico e non faccio nessuna previsione. – ha ribadito Martelli – Gli studi riguardanti gli esperimenti di previsione li fanno i sismologi ed io mi limito (se trattasi di studi effettuati da esperti di fama mondiale come nel caso in oggetto) a prenderli in considerazione per stimolare le istituzioni ad attivare le necessarie misure, di loro competenza, ed a dare, nei limiti del possibile, la necessaria informazione all’opinione pubblica”.
Martelli ha ulteriormente precisato di non aver alcun “secondo fine”, e che il senso della sua azione è evitare che si chiudano gli occhi facendo le dovute prevenzioni “per alleviare (quantomeno) le conseguenze di un evento calamitoso”.
Eppure per sentire la propria posizione Alessandro Martelli, già ampiamente intervenuto sul Quotidiano di Sicilia in diverse inchieste recenti, ricorda che sarebbe stato sufficiente ascoltare le sue parole nei reportage trasmessi da Rainews in aprile, e poi il 25 e il 26 maggio, dal Tgr Leonardo dell’11 e del 21 maggio. Testimonianze, che proprio secondo Martelli, basterebbero ampiamente a far cadere nel vuoto le accuse di “allarmismo (o peggio)”.
Insomma, secondo l’ingegnere Enea, si tratta di capire che “per il Meridione sono stati utilizzati tre diversi algoritmi di previsione, due di questi sono stati elaborati da esperti nazionali ed uno da sismologi russi”. Così come ha dichiarato al Qds, i sismologi hanno illustrato la situazione “alle istituzioni preposte e tutti concordano nel reputare probabile, nel medio termine, un forte evento sismico anche nel Meridione”. Da notare, peraltro, ha proseguito il tecnico Enea, che esso “è compatibile con la storia sismica dell’area considerata (cioè che, comunque, prima o poi, tale evento probabilmente si verificherà, indipendentemente dalla validità degli esperimenti di previsione)”.

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