Il governo del premier spagnolo Pedro Sanchez ha approvato il progetto della nuova Legge sulla Memoria democratica, che dovrebbe entrare in vigore nel primo semestre del 2021 e permetterà per la prima volta da quarant’anni di indagare sui crimini della guerra civile e della dittatura franchista. Si tratta di un passo avanti rispetto alla legge sulla Memoria storica del 2007, ma che rischia essenzialmente di scontrarsi con gli stessi ostacoli che hanno di fatto paralizzato la piena applicazione del provvedimento, come la vigente legge di amnistia e i termini di prescrizione applicati malgrado la tipologia dei crimini.
La nuova legge infatti parla esplicitamente di “violazione dei diritti umani”, reati quindi non prescrivibili – salvo interpretazioni di giudici fin qui restii ad affrontare l’argomento e che anzi hanno spesso cercato di insabbiare qualsiasi inchiesta avviata in patria o all’estero (come nel caso della cosidetta “causa argentina”: una circolare del ministero della Giustizia spiegava addirittura come aggirare gli argomenti dell’accusa).