A denunciare ancora una volta la situazione è stato il Comitato “Salviamo Galati marina”. De Luca (M5s): “Incredulo di tanta superficialità che richia di far slittare lavori urgenti”
GALATI (ME) – La messa in sicurezza della costa di Galati sembra ancora un miraggio. E non parliamo di interventi tampone che una mareggiata più violenta vanifica ma di lavori previsti da un progetto finanziato, che si trascina da anni, che prevedono un sistema di protezione in grado di reggere meglio la furia del mare che negli ultimi anni ha eroso, nella zona Sud, chilometri di costa cambiando la morfologia di alcuni villaggi.
La burocrazia fa la sua parte ma l’incapacità a gestirla è sempre più evidente. Per completare la procedura e fare partire i lavori pare che manchi la Valutazione d’impatto ambientale, che non viene rilasciata in mancanza della caratterizzazione del materiale che dovrà essere depositato sul fono del mare. L’intervento prevede infatti una barriera soffolta con l’inserimento del materiale di risulta dei dragaggi del porto di Tremestieri che permetterebbe il ripascimento della costa.
Così con l’arrivo dell’autunno, è tornata anche la paura degli abitanti che pensavano, dopo le promesse dei mesi scorsi, di potere affrontare con più tranquillità le prossime mareggiate. A denunciare ancora una volta la situazione sono i componenti del Comitato “Salviamo Galati Marina”, presieduto da Giulia Ingegneri. “È inaccettabile che ancora si lascino i cittadini senza risposte certe – si legge in un documento -. Dopo le illusioni degli ultimi mesi, con il traguardo che sembrava vicino, oggi si fanno i conti con la dura realtà. Ormai da anni si parla di questo progetto di messa in sicurezza per il litorale di Galati Marina-S. Margherita, non si tratta del ponte sullo Stretto ma di un’opera di ben più piccola portata, finanziata e con gara d’appalto esitata; un’opera di estrema urgenza, fondamentale per la salvaguardia di una comunità”.
“I burocrati si rimpallano le responsabilità – si legge ancora nel comunicato – ed ancora si valuta di prevedere per il futuro procedure di approvazione dei progetti più snelle ed in ordine di priorità. Per il progetto di Galati il danno è fatto, un’altra stagione è stata persa e nei prossimi mesi gli abitanti dovranno tornare a fare i conti con le mareggiate e con la realtà desolante di un villaggio che ogni giorno si spopola e impoverisce sempre di più e nessuno sembra se ne preoccupi”.
I componenti del Comitato si chiedono di chi siano le responsabilità, chi non ha trasmesso la documentazione in modo completo e perché alla fine, per le incompetenze e l’indolenza di alcuni uffici, debbano essere solo i cittadini a pagare. Sulla vicenda la scorsa settimana era intervenuto Antonio De Luca, deputato regionale del M5s. “Sono incredulo per tanta superficialità – aveva dichiarato il deputato – che rischia di far slittare ancora lavori necessari e urgenti. Il Commissario per il dissesto idrogeologico, Maurizio Croce, aveva garantito che i lavori sarebbero partiti nella peggiore delle ipotesi entro settembre. Siamo ad ottobre e non abbiamo notizia nemmeno della Valutazione impatto ambientale. Dalle interlocuzioni svolte – spiega De Luca – pare che il documento di autorizzazione non possa essere emesso perché la documentazione trasmessa dalla struttura commissariale sarebbe carente dei documenti attestanti la caratterizzazione del materiale che dovrà essere depositato in mare. Aver trasmesso la documentazione senza la caratterizzazione sarebbe già un imperdonabile atto di superficialità, ma se la stessa non fosse stata neppure eseguita, l’esecuzione delle opere potrebbe slittare anche di alcuni mesi”.
Sulla necessità di una rapida messa in sicurezza definitiva del litorale di Galati i rappresentanti del Comitato avevano informato anche il prefetto Maria Carmela Librizzi, già dopo la costituzione del gruppo. Il progetto che non riesce a concretizzarsi è quello di 4,5 milioni di euro da cui sono stati però stralciati interventi già effettuati per oltre un milione di euro che in tre tempi hanno solo tentato, visti i risultati, di mettere in sicurezza le parti di costa più vicine alle abitazioni.