“Gli assi sono essenzialmente tre. Il primo riguarda il ‘rigore dei conti’, che si fonda sulla correttezza gestionale, che ci ha consentito di recuperare appieno la conoscenza e l’agibilità del bilancio, sofferente di una situazione debitoria pregressa, aggravata dalla riduzione delle risorse destinate alle Università sul piano nazionale. Da questo punto di vista il rigore gestionale è un presupposto necessario, che ci consentirà di ridurre, entro il 31 dicembre 2010, il numero dei dipartimenti da 83 a 35 e di mantenere servizi all’interno dell’ateneo. Il rigore gestionale ci ha consentito di agire anche sugli interventi di reclutamento a fronte di un esodo importante di docenti: entro il 21 dicembre saranno banditi 89 posti di ricercatori. Abbiamo ripristinato dentro questa agibilità finanziaria i fondi per una ricerca interna di ateneo, abbiamo ripristinato i dottorati di ricerca e gli assegni di ricerca. Con ciò intendo dire che alla chiarezza di bilancio fa riscontro la possibilità d’investimento per le finalità elettive del sistema universitario”.
“È stato chiuso il bilancio 2009 con un deficit pari a 38 milioni di euro. Dal Bilancio di previsione pluriennale è stato calcolato che il debito sarà, via via assorbito, nel tempo necessario, e comunque entro il 2011. A partire dal 2012 il bilancio sarà chiuso con un attivo di 10 milioni di euro”.
“Sono circa 240 milioni di euro, di cui 13 milioni di euro sono trasferimenti regionali. Mentre le previsioni di entrata 2010 di natura contributiva si aggirano intorno ai 40 milioni di euro”.
“Il secondo asse riguarda l’azione formativa, che non è solo legato ai processi di formazione propriamente detto, ma si estende ai servizi offerti agli studenti ed alle occasioni di mobilità internazionale dello studio e per lo studio. Il terzo asse è legato allo sviluppo della ricerca di base, ed a tal proposito ribadisco che sono stati ripristinati dei finanziamenti per la ricerca e sono stati avviati nuovamente gli assegni e i dottorati di ricerca, ma soprattutto stiamo e vogliamo cogliere l’occasione dei finanziamenti di ricerca sia a livello regionale, che nazionale, che europeo”.
“Tutte le tre linee passano per un progetto complessivo di collegamento dell’Università con il territorio. A mio avviso, l’Università deve essere in grado di partecipare alle grandi dinamiche dello sviluppo locale. A tal proposito, reputo importante distinguere il rapporto con le istituzioni locali, che attiene al contributo tecnico che l’Università può dare alla progettazione politica dello sviluppo locale rispetto ad un secondo momento che attiene alla collaborazione diretta con la realtà imprenditoriale. E proprio quest’ultima manca, perché non c’è la consapevolezza del ruolo che l’Università può svolgere a favore della competitività delle imprese. Ciò limita fortemente l’accesso al mondo del lavoro dei laureati”.
“Di recente ho proposto all’assessore al Lavoro di acquisire un progetto di accompagnamento al lavoro presso le imprese, dove saranno reclutati giovani laureati, nell’ambito delle programmazioni di tourn over delle stesse imprese. Si tratta di un progetto che già la Basilicata sta avviando, e che vede tre interlocutori: l’Università propone i curricula, l’impresa dichiara le sue esigenze di prospettiva, la Regione assiste l’ingresso nell’impresa dei giovani, per due anni, attraversi i Fondi europei Fse. Conclusosi il percorso biennale, i giovani acquisiranno pieno diritto di essere assunti con contratto a tempo indeterminato, perché fanno parte del progetto di tourn over e di evoluzione dell’impresa”.
“Si certo! È cambiato tutto l’assetto amministrativo interno, attraverso l’intervento sulle aree dirigenziali, che da 13 si sono ridotte a 7, da cui sono conseguite delle aree più ampie, e l’assegnazione di maggiore responsabilità ai dirigenti. Abbiamo creato un’area di ricerca e sviluppo che non era mai esistita, è stata distinta l’area dirigenziale della formazione dall’area dirigenziale della ricerca e dello sviluppo, ed abbiamo inoltre creato un’area dei servizi a rete. Il cambiamento dell’assetto esterno è avvenuto sui dipartimenti”.
“No, abbiamo cercato di salvaguardare i corsi che evitassero ripetizioni, convinti che l’offerta formativa vada scheletrizzata sulla triennale, per poter poi differenziare nel biennio”.
“Non solo esiste, ma è anche buono: stiamo tentando di lavorare in un’organizzazione congiunta”.
“Innanzitutto con l’applicazione di tutte queste linee d’intervento, e poi con il pareggio di bilancio. In riferimento a ciò il 2011 si caratterizzerà per un intervento finanziario straordinario, destinato a chiudere il debito pregresso; stiamo già lavorando per avviare un’operazione di cessione di immobili che nel giro dei prossimi 20 anni potrebbero non essere più funzionali per l’Università, ed infine dovrebbero iniziare i lavori di ristrutturazione del policlinico universitario”.