La Nato starebbe valutando l'ipotesi di una no-fly zone sui cieli dell'Ucraina che contemplerebbe l'automatica possibilità di dover attaccare gli aerei militari russi.
Il secondo round dei colloqui tra Russia e Ucraina si terrà nella tarda giornata di oggi. A confermarlo il consigliere capo dell’ufficio del presidente ucraino Zelensky, secondo quanto riporta l’agenzia Tass.
Il ritardo dei negoziati con la Russia “su ordine degli USA”
L’Ucraina – aveva accusato il ministro degli Esteri russo Lavrov in mattinata citato dalla Tass – sta ritardando la ripresa dei negoziati con la Russia “su ordine degli Stati Uniti”.
“Una Terza Guerra Mondiale, se dovesse scoppiare, sarebbe nucleare e devastante”, ha detto il ministro.
La Nato valuta la no-fly zone
La Nato starebbe “valutando” l’ipotesi di dar vita a una no-fly zone sui cieli dell’Ucraina su richiesta di Kiev. Lo sostiene il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, citato da Sky News Uk. Questa opzione, esclusa fino a ieri esplicitamente da leader occidentali come Joe Biden o Boris Johnson, contemplerebbe automaticamente la possibilità di dover prendere di mira aerei militari russi e quindi, sulla carta, d’innescare uno scontro diretto con Mosca.
I russi stanno ‘cercando di cancellare l’Ucraina, il Paese, la sua storia’, ha detto ancora una volta il presidente ucraino Zelensky. Ieri nel sesto giorno di conflitto sono piovuti ancora missili e bombe sull’Ucraina. “L’Europa – dice intanto la presidente della commissione eurpea Von der Leyen – è al fianco di coloro che hanno bisogno di protezione”.
L’Ucraina rivendica di aver ucciso 5.840 soldati russi, di aver abbattuto 30 aerei e 31 elicotteri russi e almeno 211 carri armati. Lo scrive il quotidiano Kyiv Independent in un bollettino giornaliero, la cui attendibilità non può essere verificata. Kyiv Independent parla anche della distruzione di 862 veicoli blindati, 85 sistemi di artiglieria e 9 antiaerei, 60 serbatoi di carburante e 355 non meglio precisati “veicoli” e di aver catturato 40 tubi lanciarazzi.
Il negoziato di oggi
“Mosca è pronta al secondo round dei negoziati con Kiev, ma la parte ucraina sta prendendo tempo in linea con le istruzioni degli Usa”, accusava Lavrov, dopo che dal Cremlino era stato ribadito che “la delegazione russa oggi pomeriggio aspetterà quella ucraina nel luogo stabilito per i colloqui”, secondo quanto riporta il sito russo Sputnik.
Ad attaccare, però, Lavrov non era solo. Per il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov “per prima cosa bisogna vedere se i negoziatori ucraini ci saranno o no, i nostri saranno lì pronti a sedersi al tavolo dei negoziati”, diceva, mettendo in dubbio la partecipazione di Kiev ai nuovi colloqui. “Questa sera la nostra delegazione sarà nel luogo scelto ad aspettare i negoziatori ucraini. La nostra delegazione – ha aggiunto – è pronta a continuare i colloqui durante la notte”.
Le condizioni di Mosca
Peskov intanto non aveva voluto indicare il luogo dei colloqui, ma lunedì, dopo la fine del primo round, il capo delegazione russo Vladimir Medinski, consigliere del presidente Putin, ha detto che si sarebbe svolto sulla frontiere tra Polonia e Bielorussia. Per Peskov “tutte le condizioni necessarie per risolvere questa situazione sono state chiaramente espresse dal presidente Putin, anche con una lista di condizioni che ha spiegato in dettaglio durante le telefonate internazionali“.
La replica di Kiev
Dopo qualche ora, la replica di Kiev alle parole di Lavrov. “L’Ucraina è pronta per il prossimo round di colloqui con la Russia ma non è pronta per gli ultimatum“, ha dichiarato in un video diffuso su Facebook il ministro degli Esteri ucraino Kuleba, sottolineando che “al momento non si sa quando si terranno i nuovi colloqui”. Poi la conferma dei nuovi negoziati in serata.