La stanchezza mentale oltre alla spossatezza sembrano essere due dei sintomi maggiormente presenti in chi risulta positivo ad Omicron 5, i rimedi per contrastarle.
La stanchezza mentale oltre alla spossatezza sembrano essere due dei sintomi maggiormente presenti in chi risulta positivo ad Omicron 5, l’ultima “terribile” (perché estremamente contagiosa) variante del Covid 19.
I disturbi della testa dovuti a Omicron 5
Chi ha accusato testa pesante, chi sonnolenza accentuata, chi una sorta di “ubriacatura”, chi ancora una “nebbia mentale”, ovvero problemi di memoria e difficoltà a concentrarsi. Questi sintomi, che sempre più persistono anche oltre la negativizzazione, rendono difficile una ripresa normale delle attività.
Il long Covid
Se dopo più di quattro settimane dall’infezione da SARS-CoV-2, nonostante la negativizzazione del test, alcuni sintomi persistono, si parla poi di Long-CoViD. Questa condizione, che preclude un pieno ritorno al precedente stato di salute, può colpire, secondo uno studio pubblicato su Nature Medicine, fino ad una persona su due, potendo lasciare strascichi anche a distanza di mesi.
Non è ancora chiaro se tutto ciò sia conseguenza di un danno esercitato direttamente dal virus contro uno o più organi, o dalla risposta immunitaria innescata sempre dal virus ma poi “deviata”, trasformata cioè in una sorta di autoimmunità contro organi e tessuti.
Ad ogni modo i fattori che favoriscono il rischio di sviluppare Long-CoViD sembrano essere: l’età avanzata, il sesso femminile, l’obesità e l’ospedalizzazione.
Come combattere la stanchezza da Omicron 5
Per contrastare la stanchezza da Covid occorre sicuramente reintegrare i liquidi, le vitamine e i sali minerali. Anche un’alimentazione ricca di frutta e verdura aiuta a ripristinare le scorte perse con la sudorazione abbondante, che può aver accompagnato la febbre, e serve a favorire una guarigione più rapida.
La dieta deve essere sana e bilanciata: nel caso si abbiano avuti sintomi gastrointestinali (diarrea), è meglio consumare cibi leggeri e facili da digerire.
Si possono aggiungere anche estratti vegetali con azione antinfiammatoria come artiglio del diavolo, curcuma e boswellia. Il COVID-19, infatti, determina la produzione di elevati livelli di sostanze pro-infiammatorie.
Se è stata somministrata una terapia farmacologica pesante, bisogna pensare anche al fegato: con gli integratori alimentari depurativi a base di cardo mariano, carciofo, curcuma e colina si possono supportare i processi di detossificazione e contribuire al mantenimento della salute di questo organo fondamentale.
I rimedi naturali per recuperare le forze
Sono diversi i rimedi naturali (facilmente reperibili in erboristeria) che possono aiutare la ripresa. Eccone un elenco (non esaustivo):
- Astragalo: tonico adattogeno ed immunostimolante, riequilibrante, usato da millenni nella medicina cinese come “sostegno dell’energia vitale”. Caratteristica interessante il suo uso consolidato nelle malattie del sistema respiratorio come esattamente il nostro caso. Agisce inoltre sul sistema cardiocircolatorio e ha azione antinfiammatoria (altro focus del Covid) oltre ad essere un tonico digestivo.
- Ginseng: tonico adattogeno, potente stimolante dal punto di vista nervoso. Ottimo per chi ha bisogno di un aiuto per ripartire al mattino;
- Eleuterococco: tonico adattogeno, meno stimolante (ed eccitante) del ginseng, quindi adatto anche alle persone sensibili agli eccitanti;
- Withania: ginseng indiano, tonico adattogeno e antinfiammatorio. Tipicamente usato come antistress. Ad alti dosaggi può avere un’azione depressiva del sistema nervoso centrale.
- Polline: tonico e nutrimento proteico. Esistono delle evidenze di ottima risposta nei casi di stanchezza cronica a seguito di terapie per il cancro. Naturalmente non indicato negli allergici.
- Pappa reale: ha le stesse caratteristiche del polline senza la componente nutrizionale proteica.