A partire dal 1° gennaio 2023 viene rivoluzionato il diritto all'accesso allo smart working. Ecco chi potrà usufruirne.
A partire dal 1° gennaio 2023 va in pensione lo smart working così come era stato concepito nel corso dell’emergenza pandemica da Covid-19. Con le nuove indicazioni adottate dal Governo con la Manovra, il lavoro agile semplificato non sarà più un’opzione percorribile per tutti i lavoratori. Diversi i “paletti” introdotti.
Un emendamento alla Manovra approvato in Commissione Bilancio alla Camera permette infatti il prolungamento della modalità dello smart working esclusivamente per “i lavoratori dipendenti pubblici e privati affetti dalle patologie e condizioni individuate dal decreto del Ministro della Salute di cui all’articolo 17, comma 2, del decreto-legge 221/2021″.
Smart working 2023, chi sono i lavoratori fragili
Si tratta, in parole povere, dei cosiddetti lavoratori fragili. In base al decreto del Ministero della Salute pubblicato in gazzetta ufficiale il 4 febbraio 2022, vengono considerati fragili quei soggetti “con marcata compromissione della risposta immunitaria”.
In questa cerchia vengono inseriti, per esempio, i pazienti che sono stati sottoposti a “trapianto di organo solido in terapia immunosoppressiva”, “trapianto di cellule staminali ematopoietiche” e che sono attualmente in “attesa di trapianto d’organo“.
Vengono elencati anche quei pazienti con “patologia oncologica o onco-ematologica in trattamento con farmaci immunosoppressivi, mielosoppressivi o a meno di sei mesi dalla sospensione delle cure” e “sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS)”.
Smart working e lavoratori fragili, le patologie riconosciute
Il decreto fa pure menzione di quei pazienti che presentano tre o più patologie tra cardiopatia ischemica, fibrillazione atriale, scompenso cardiaco, ictus, diabete mellito, bronco-pneumopatia ostruttiva cronica, epatite cronica e obesità.
Dalla proroga allo smart working vengono esclusi anche i genitori con figli fino ai 14 anni di età. Questa tipologia di lavoratori, senza obbligo di accordo individuale, non potrà più usufruire della modalità di lavoro agile così come era stato previsto fino al 31 dicembre 2022.