Dall’8 settembre prende il via il “Bellini international context”: fino al 6 ottobre oltre 30 appuntamenti dislocati nei siti storici della città
CATANIA – Vincenzo Bellini, con la sua melodia infinita, è da due secoli ambasciatore universale dell’identità siciliana. E lo è in virtù di quella koinè globale che è la musica. Proprio per la sua levatura storica di genius loci, il compositore etneo rappresenta uno dei più autorevoli testimonial su cui la Regione Siciliana ha deciso di puntare quale volano per il turismo culturale. È questa la mission del Bellini International Context, la prestigiosa rassegna che l’Assessorato regionale del Turismo, Sport e Spettacolo promuove e organizza dal 2021 con straordinario consenso e ripropone con bella evidenza anche quest’anno nel segno e nel nome dell’Orfeo dorico, come lo definì Gabriele D’Annunzio. Il denso cartellone itinerante si snoderà dall’8 settembre al 6 ottobre a Catania, città natale di Bellini, con significative tappe a Messina e Palermo.
“Abbiamo fortemente voluto questa terza edizione del Bic, manifestazione inserita tra i grandi eventi promossi dalla Regione – afferma l’assessore regionale del Turismo, Sport e Spettacolo, Elvira Amata, annunciando ampie anticipazioni sul programma – per proseguire nel percorso avviato tre anni fa. L’obiettivo è dare la visibilità che merita al Cigno catanese e alle sue note immortali grazie a un gioco di squadra che mette insieme enti lirici e culturali, accademie, conservatori e amministrazioni comunali per una serie di eventi nell’arco di un intero mese. Musica, cultura e luoghi sono il valore aggiunto di questa manifestazione, ormai divenuta un appuntamento importante nel panorama del Belcanto e della musica classica, capace di attrarre cultori e visitatori da tutto il mondo”.
La presenza di protagonisti della lirica internazionale e un rigoroso approccio filologico contraddistinguono un festival che mira ad inquadrare il sommo operista nell’agone protoromantico europeo, allargando l’orizzonte agli influssi che la sua creatività innovativa avrebbe esercitato sul teatro musicale a venire. Un’indagine che traccia la linea direttrice da seguire e ‘contestualizza’ scelte artistiche capaci di salvaguardare la tradizione ma aperte pure a inediti connubi tra la musica e le più varie discipline: prosa, letteratura, danza, arti visive, multimedialità.
La denominazione della kermesse indica che la stessa è appunto costruita intorno ad un ‘contesto’ multidisciplinare. Ne discende una progettualità variegata e composita che ha catalizzato la partecipazione di importanti istituzioni musicali e culturali: Teatro Massimo Bellini di Catania, Teatro Massimo di Palermo, Teatro di Messina, Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana, Fondazione Taormina Arte Sicilia, Arcidiocesi di Catania, Università di Catania e i Conservatori di Musica “Vincenzo Bellini” di Catania e “Arcangelo Corelli” di Messina. Project manager del Bic è Gianna Fratta, operatrice culturale oltre che rinomata direttrice d’orchestra.
Sono in cantiere oltre 30 appuntamenti in quattro settimane
Opere, concerti, ma anche lavori frutto di commistione fra musica, drammaturgia, teatro di animazione; e ancora mostre, incontri culturali, tavole rotonde, secondo una mappatura dislocata in siti storici delle tre città.
Due le nuove produzioni liriche, i cui titoli non hanno bisogno di presentazione, perché rientrano tra i capisaldi del genere. I Puritani andranno in scena al Teatro Massimo Bellini di Catania il 23 settembre, 188° anniversario della morte del musicista (si replica il 26). Sul podio Fabrizio Maria Carminati, mentre Chiara Muti firma la regia che si avvale della scenografia di Alessandro Camera e dei costumi di Tommaso Lagattolla. Per l’allestimento del BIC, l’ente lirico regionale etneo schiera le proprie formazioni, Orchestra e Coro, quest’ultimo istruito da Luigi Petrozziello. Nel cast vocale il tenore Dmitry Korchak (specialista dell’impervio ruolo di Lord Arturo Talbo), il soprano Caterina Sala (Elvira), il baritono Christian Federici (Sir Riccardo Forth), il basso Dario Russo (Sir Giorgio), il mezzosoprano Laura Verrecchia (Enrichetta di Francia).
L’altro capolavoro è Norma, la perfetta tragedia lirica in due atti, che riconduce ai vertici del sodalizio che legò Bellini al librettista e poeta Felice Romani. La messinscena è in calendario il 27 e 29 settembre sul palco dell’E.A.R. Teatro di Messina, che ha realizzato la produzione in collaborazione con la Fondazione Taormina Arte Sicilia. Dirige Giuseppe Ratti, regia di Francesco Torrigiani, scenografie di Francesca Cannavò e costumi di Lisa Rufini. L’Orchestra dell’ente regionale messinese si esibirà insieme al Coro Lirico “Francesco Cilea”, guidato da Bruno Tirotta.
Stelle internazionali animano anche i concerti sinfonici
Inaugura il festival il Gran gala lirico con l’Orchestra del Bellini condotta ancora da Carminati, direttore artistico del teatro; solisti il soprano Caterina Sala e il tenore Dmitry Korchak, impegnati ne I Puritani, e il mezzosoprano José Maria Lo Monaco. Alle pagine belliniane – tratte da I Capuleti e i Montecchi, Il Pirata, La sonnambula, La straniera, Adelson e Salvini, Beatrice di Tenda e naturalmente I Puritani – si alterneranno le ouverture di due melodrammi del collega e rivale Giovanni Pacini, Saffo e Il falegname di Livonia (8 settembre, Catania, Villa Bellini).
Il soprano Jessica Pratt è la mattatrice di “Bellini Revolution”, un progetto del Teatro Massimo di Palermo, sviluppato intorno al magistero innovatore – e perciò “rivoluzionario” – del compositore siciliano, selezionando un’antologia di arie e sinfonie che ne ripercorrono l’arco creativo, dall’opera prima Adelson e Salvini ai Puritani appunto. L’Orchestra del Massimo palermitano sarà diretta da Manuela Ranno (9 settembre, Catania, Villa Bellini).
Altrettanto interessante il contributo della Foss, articolato in due concerti distinti ma tra loro connessi, per esplorare a largo raggio le affinità tra il Nostro e i grandi che lo hanno seguito o preceduto: un vasto excursus che trascorrerà da Bellini a Leoncavallo, da Mascagni a Puccini, da Verdi a Giordano. Il primo appuntamento è con “Bellini & Friends” che vedrà l’Orchestra Sinfonica Siciliana sotto la bacchetta di Federico Santi, solisti il soprano Maria Tomassi e il celebre tenore José Cura (il 15 settembre a Catania, Villa Bellini; il 17 a Palermo, Palazzo Steri); il secondo con “Da Bellini in poi”, direttore Gianluca Marcianò e con Alessandra Di Giorgio soprano, Max Jota tenore, Serban Vasile baritono (22 settembre Catania, Villa Bellini 24 settembre Palermo, Piazza Ruggero Settimo).
Il Teatro Massimo Bellini propone invece l’Omaggio dei Compositori di Sicilia a Vincenzo Bellini, emblematico della ‘contestualizzazione’ in atto dell’heritage belliniano. Le creazioni ispirate al Maestro portano la firma di Giuseppe Emmanuele, Mario Garuti, Joe Schittino, Giovanni Ferrauto, Luciano Maria Serra, Matteo Musumeci ed Elio Lo Presti, che presenta una prima esecuzione assoluta. Sul podio Elisabetta Maschio. (6 ottobre Catania, Teatro Sangiorgi).
Grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Catania, nelle navate del Duomo, risuonerà un concerto di musiche sacre di rara frequentazione: due brani belliniani giovanili, “Tecum Principium” e “Salve Regina”, e la Messa funebre in memoria di Bellini, composta da Giovanni Pacini nel 1865 quale tributo al concittadino scomparso trent’anni prima. Pure Pacini, com’è noto, era infatti nato a Catania, seppur di passaggio, durante una tournée dei genitori, entrambi cantanti lirici, e lì aveva trascorso la prima infanzia. Epifanio Comis salirà sul podio dell’Orchestra Sinfonica del Conservatorio di Catania, istituto di cui è direttore. Il Coro è quello del Bellini di Catania (27 settembre).
Queste sono solo alcune anticipazioni del fitto cartellone, ricco ancora di concerti da camera, prime esecuzioni, spettacoli multidisciplinari, video mapping. L’approfondimento musicologico sarà invece oggetto dei quattro ‘aperitivi’ culturali del ciclo “Un Bellini s’il vous plaît”, curato dall’Università di Catania insieme al Conservatorio di Messina.