Il presidente nazionale di Conftrasporto-Confcommercio, Pasquale Russo, interviene al QdS
ROMA – “Le nuove Zes estese a tutto il Mezzogiorno rappresentano un cambio di visione che non possiamo condividere”. Per il presidente di Conftrasporto-Confcommercio Pasquale Russo (nella foto), allargare il raggio d’azione delle Zone Economiche Speciali a tutti i territori del Sud rischia di indebolire le potenzialità di crescita economica del meridione e quindi rendere un servizio azzoppato a quelle realtà svantaggiate che rischiano ancora di più di subire un tracollo se dovesse andare in porto la proposta di legge Calderoli sulla Autonomia differenziata.
“Aver scisso le ZES dal sistema dell’accessibilità garantita dai porti e dagli interporti – aggiunge il rappresentante di Conftrasporti – significa mortificare le possibilità di crescita. La nuova ZES Unica è molto diversa dalle attuali Zone Economiche Speciali che, sulla falsariga delle migliori pratiche internazionali, sono incardinate nei porti per poter cogliere anche i benefici da questi generati in termini di accessibilità, che è un prerequisito essenziale per lo sviluppo e la crescita economica”.
“Per quanto possa essere positivo estendere la platea dei beneficiari degli interventi di sostegno, affinché ciò non si traduca in una drastica riduzione dell’intensità degli incentivi, che ne comprometterebbe l’efficacia, è necessario che anche gli stanziamenti economici siano estesi proporzionalmente all’allargamento del campo di intervento”, prosegue il presidente di Conftrasporto.
“Sul fronte dei benefici indotti dalla sburocratizzazione, l’auspicio è che la nuova struttura presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri sia in grado di garantire la stessa efficienza ed efficacia che il sistema dei Commissari straordinari aveva raggiunto nelle ZES più virtuose come quella campana”, conclude Pasquale Russo.
La Zes unica per il Mezzogiorno è stata annunciata dal Governo e figura tra le misure del decreto Sud. Si tratta della istituzione di una zona economica unica per le regioni Abruzzo, Basilicata, Campania, Calabria, Molise, PUglia e Sicilia, con una Cabina di regia affidata alla struttura di missione per le Zes. I capitali disponibili ammontano a 1,5 miliardi di euro per ciascuno degli anni dal 2024 sino al 2026, per un totale di investimento di 4,5 miliardi di euro. Secondo le mire del governo Meloni in questo modo il territorio interessato a queste Zone economiche, nel quale l’esercizio di attività economiche e imprenditoriali da parte delle imprese già operative e di quelle che si insedieranno, potrà beneficiare di speciali condizioni per investimenti e attività di sviluppo d’impresa.